IL COMUNE DI NAPOLI SI INVENTA LA TASSA SUL MORTO: 9 EURO A DEFUNTO
LA FINANZA CREATIVA NON HA PIU’ LIMITI: LA IERVOLINO LO CHIAMA CONTRIBUTO GIARDINAGGIO CIMITERIALE E SPERA DI INCASSARE 3 MILIONI DI EURO… INTANTO NE SPENDE 800.000 PER APPALTARE UN ELENCO DEI POTENZIALI CONTRIBUENTI
Visto che dai vivi non si poteva strizzare più nulla, il comune di Napoli, in perenne dissesto finanziario, ha pensato che fosse il caso di rivolgersi ai morti.
E gli uffici del sindaco Iervolino si sono messi subito all’opera, inventandosi una tassa in più, battezzata ( anche se sarebbe più il caso di parlare di esequie), con un dolce eufemismo, “contributo per giardinaggio, nettezza e decoro” negli undici cimiteri pubblici della città partenopea.
Ma i napoletani, che sono molto sarcastici, l’hanno già battezzata “la tassa sul morto”. Quantificando, si tratta di nove euro all’anno a loculo: il provvedimento si applica con effetto retroattivo dal 2006 e i funzionari hanno calcolato un’ipotesi di entrata nelle casse esangui del Comune di circa 3 milioni di euro.
Trattasi, infatti, di via molto ipotetica, in quanto un conto è fissare una tassa, altro è riscuoterla, soprattutto a Napoli.
Già nel 2006, infatti, il Comune ci aveva provato, ma senza cavarne un euro, tanto da appaltare poi il servizio per la modica cifra di 800.000 euro a una società esterna.
Ora ci si riprova ma già si parla di contenziosi con le Arciconfraternite della Curia, proprietarie del 90% degli immobili cimiteriali.
La cifra sembra minima, in effetti, ma chi ha una cappella che, per sua natura, è un condominio a più loculi, non risulta tanto irrisoria.
Da come stanno ridotti i bilanci di tanti Comuni, in Italia, è ormai una corsa alla finanza creativa. Chi ha tragicamente investito in “derivati”, perdendo pure quattrini pubblici, chi ci prova con l’Ecopass, una tassa riverniciata come contributo per l’ambiente, chi si è inventato i “semafori intelligenti”, diventati poi spesso truffaldini, chi ha assunto “ausiliari del traffico” per massacrare ulteriormente di multe i cittadini.
Questa voracità comunale contribuisce a non rendere minimamente simpatico l’ente locale, impegnato quotidianamente a inventarsi una tassa nuova ( in attesa che il federalismo fiscale dia la mazzata finale).
Certo che il Comune di Napoli qua si è superato, facendo capire al cittadino che non sfuggirà alla tassazione neanche da morto.
Abolito l’Ici sulla casa terrena, ci si inventa un Ici sui monolocali dell’aldilà .
La cosa simpatica è che, nella speranza di incassare 3 milioni di euro molto ipotetici, se ne sono investiti per certezza 800.000 per “realizzare un elenco informatizzato dei potenziali contribuenti”. Già immaginiamo come alla fine resterà solo la spesa e non entrerà un euro nelle casse comunali: vi immaginate a Napoli individuare e costringere gli eredi di chi era proprietario di un loculo, nel frattempo deceduto, a pagare?
Ammesso che la richiesta abbia una base giuridica non impugnabile.
Come direbbe Totò: ” ma mi faccia il piacere…”
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