IL CONDONO TOMBALE A FAVORE DEI GRANDI EVASORI VOLUTO DA SALVINI E’ IN ARRIVO: IL TETTO PASSA DA 200.000 EURO A 5 MILIONI
MASCHERATO DA “PACE FISCALE” PERMETTERA’ DI SANARE DEBITI PAGANDO APPENA IL 10% DELLE SOMME DOVUTE
Il megacondono che prende il nome di pace fiscale è uno dei provvedimenti della legge di bilancio del governo Lega-M5S. La norma è necessaria per procacciare le risorse necessarie ad alimentare una manovra economica complicatissima, ma cruciale per i destini politici della coalizione.
Per questo il Carroccio si spinge a immaginare un’asticella fino a 5 milioni di contestazioni del fisco.
D’altronde è lo stesso Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, a spiegare oggi al Messaggero che il provvedimento somiglia a quello del 2002, ovvero quello del governo Berlusconi-Tremonti di cui il Carroccio era l’ago della bilancia.
Bitonci annuncia anche “tre aliquote”, mentre La Stampa oggi spiega i tre passi del provvedimento:
Il primo tema è la sanatoria delle cartelle esattoriali: si propone una aliquota del 10% tondo per chiudere ogni pendenza col passato, più bassa del 15% fin qui ipotizzato.
E se in campagna elettorale si era parlato di fissare un tetto di imposta e multe dovute di 200.000 euro, ora si pensa di salire fino a quota 5 milioni.
Il secondo passo è una nuova versione della «voluntary disclosure» sui contanti e sulla ricchezza non denunciata detenuta dai cittadini in cassette di sicurezza.
Chi si autodenuncerà avrà un forte sconto sulle multe teoricamente dovute.
Terzo passo, il potenziamento dell’accertamento con adesione: una misura varata da Giulio Tremonti che permette una «conciliazione» in contraddittorio tra contribuente e funzionario delle Entrate senza pagare sanzioni e interessi, anche sul contenzioso su liti pendenti. Gli uffici però dovranno avere la possibilità di verificare la reale capacità patrimoniale del cittadino, anche per evitare abusi.
La misura in effetti è così vicina ai fasti di Berlusconi premier che dalle parti del MoVimento 5 Stelle si leva qualche voce critica. Non però dai membri del governo ma dagli eletti, e questo è già molto significativo. Perchè chi sta nell’esecutivo invece ha paura che a mettere paletti sul provvedimento si rischi di ricevere lo stesso trattamento per le norme care ai grillini che devono essere inserite nella legge di bilancio.
(da “NextQuotidiano”)
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