IL CONTRATTO LEGA-M5S COSTA 170 MILIARDI DI EURO, UNA FOLLIA
L’ANALISI DI PEROTTI SUPERA ADDIRITTURA I COSTI PREVENTIVATI DA COTTARELLI IN 125 MILIARDI
Ieri la “base” del MoVimento 5 Stelle ha espresso plebiscitariamente il suo consenso nei confronti del contratto Lega-M5S, dimostrando così definitivamente alle “anime belle” che provavano a protestare per l’accordo con il Carroccio in quanto di sinistra l’equivoco in cui per anni sono caduti.
Oggi Roberto Perotti su Repubblica fa il conto totale delle promesse contenute nel contratto Lega-M5S, superando le stime dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani di Carlo Cottarelli.
Nell’analisi di Perotti le stime sono riportate nella tabella, divisa tra spese ed entrate, e sono soggette ovviamente ad amplissimi margini di incertezza.
Le voci sono elencate in ordine discendente di importo.
La colonna di sinistra indica il capitolo del contratto in cui la misura è indicata (alcune voci sono accorpate per permettere una quantificazione).
E il magic number è 170 miliardi di euro: è questo il disavanzo totale generato dall’assenza di coperture (ovvero: di indicazioni su dove si prenderanno i soldi per fare le riforme promesse) nel contratto Lega-M5S.
Nella sua analisi Perotti nota anche che vi sono due voci che hanno riflessi solo contabili ma non incidono sulla spese e le entrate annuali: la riduzione del debito pubblico in misura corrispondente ai titoli di stato italiani posseduti dalla Banca Centrale Europea, e “scorporare la spesa per investimenti pubblici dal deficit corrente”.
La prima sembra essere scomparsa dalla versione definitiva del contratto, ma non lo è: riappare a pagina 21 nella espressione “anche valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico” (e si noti che nello stesso paragrafo fa capolino anche il concetto di moneta fiscale).
La seconda proposta è di difficile interpretazione, perchè per definizione già ora la spesa per investimenti non è compresa nel deficit corrente.
Probabilmente i redattori del contratto intendono richiedere che la spesa per investimenti non sia inclusa nel calcolo del disavanzo utilizzato per il rispetto dei parametri di Maastricht
Cottarelli risponde oggi alle critiche durante la puntata di “Mezz’ora in più” su RaiTre. “Il contratto di governo non ce lo possiamo permettere – spiega -, abbiamo un debito troppo alto. Io non sono d’accordo con questo nuovo approccio sui conti pubblici, non c’è un paese che ha ridotto il debito spendendo di più”.
Inoltre, dice, nel contratto di governo tra M5s e Lega “c’è l’ennesimo condono perchè la pace fiscale è un condono”.
Le spese indicate nel contratto di governo si aggirano “intorno ai 110-125 miliardi – continua -, la mia spending era di 32 miliardi ed era una cosa difficile da fare”
(da agenzie)
(da “NextQuotidiano“)
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