IL CORONAVIRUS ARRIVA A TORINO E A MILANO
DUE VITTIME, 60 CONTAGIATI, PIU’ REGIONI INTERESSATE… PRIMI CASI A TORINO E MILANO
Due vittime, quasi 60 contagiati, più regioni interessate. Dopo la diffusione in Lombardia e Veneto, è stato registrato il primo caso di coronavirus in Piemonte, a Torino.
Qualche ora dopo la notizia del primo caso a Milano, si tratta di un paziente ricoverato al San Raffaele, che vive a Sesto San Giovanni.
Per quanto riguarda il caso del capoluogo piemontese, il paziente positivo è un uomo di 40 anni. Secondo quanto riporta Repubblica avrebbe partecipato alla stessa maratona a cui aveva preso parte il 38enne ricoverato a Codogno. “Non è un focolaio piemontese ma lombardo”, l’assessore regionale alla sanità , Luigi Icardi, sul primo caso di positività al Coronavirus registrato in Piemonte.
Il paziente si è ammalato, ha spiegato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, “dopo essere entrato in contatto con il ceppo lombardo”. I familiari dell’uomo sono sotto osservazione.
La seconda vittima italiana del Coronavirus.
Si tratta di una donna residente in Lombardia che potrebbe essere collegata ai casi di Codogno. È di Castelpurlengo. La donna è deceduta in casa. Il test è stato compiuto dopo la morte. Si tratta della seconda vittima dopo l’uomo di 78 anni morto ieri, Adriano Trevisan, ricoverato insieme a un altro pensionato a Padova. Ieri, ha detto l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ”è stata rinvenuta nel proprio domicilio una donna di 77 anni deceduta che aveva tutta una serie di sue patologie. A questa persona post mortem è stato fatto il tampone ed è risultato positivo, ma ad oggi non possiamo dire, visto che manca l’autopsia e altri esami, se è morta a causa del coronavirus o per altre situazioni”.
Dopo i casi in Veneto e Lombardia, si registra il primo caso in Piemonte: hanno dato esito positivo gli esami su un paziente all’ospedale Amedeo di Savoia a Torino.
Arrivano, intanto, le misure del governo: quarantena obbligatoria per chi ha avuto contatti stretti con i casi confermati.
14 giorni di isolamento obbligatorio per chi è stato in contatto con pazienti positivi al Covid-19: l’ordinanza del ministro della Salute
â€³È fatto obbligo alle Autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19″, lo stabilisce un’ordinanza del ministro della Salute, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale odierna e immediatamente in vigore.
”È fatto obbligo – si legge ancora nel documento – a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità , di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente. Acquisita la comunicazione, l’Autorità sanitaria territorialmente competente provvederà all’adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizione ostative, di misure alternative di efficacia equivalente”.
L’ordinanza del ministro Speranza ha tre mesi di validità a partire da oggi.
Il contagio in Lombardia e Veneto. Un caso in Piemonte, primo contagio accertato a Milano
Intanto è salito quasi 60 il numero dei pazienti risultati positivi ai test del Corovinarus e residenti tra la Lombardia e il Veneto. 46 di questi risiedono in Lombardia. Lo ha spiegato in conferenza stampa il presidente della Regione Attilio Fontana. Nella mattinata il numero si era fermato a 39, la certezza che ci fossero altri casi è arrivata nel pomeriggio: “Dei 7 nuovi casi appena confermati rispetto ai 39 già comunicati questa mattina (due dei quali in provincia di Pavia e altrettanti in provincia di Cremona) – spiega una nota della Regione -, uno è residente a Sesto San Giovanni (MI) ed è attualmente ricoverato all’Ospedale San Raffaele. Gli altri 6 provengono dalle zone già interessate dall’infezione”. Il paziente del Milanese è un settantottenne che, a quanto si apprende, era ricoverato da cinque giorni.
Dodici sono invece casi accertati in Veneto, compreso l’anziano di Vò Euganeo morto nella serata di ieri. Tra i contagiati, la moglie e la figlia di Adriano Trevisan, il primo deceduto in Italia. Come ha spiegato il governatore della regione, Luca Zaia, sono in corso test in tutti gli ospedali del Veneto. Degli altri 11 contagiati, solo uno è al di fuori del comune di Vò Euganeo: il 67enne di Mira (Venezia) portato la notte scorsa dall’ospedale di Dolo a Padova, in rianimazione. I restanti 9, tra cui “altri sette casi registrati oggi” ha spiegato il governatore Luca Zaia, fanno riferimento tutti a residenti del comune di Vò.
Tra i due focolai non ci sarebbero legami: “Non esiste nessun collegamento tra il focolaio lombardo e quello veneto”, ha detto l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, interpellato da Sky Tg24. Precisando poi che il focolaio in Veneto è “autonomo”.
Nel pomeriggio la notizia del primo caso in Piemonte. Ma il caso registrato all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino non sarebbe relativo a un nuovo focolaio. Lo ha specificato l’assessore alla Sanità piemontese, spiegando che il soggetto in questione si è ammalato dopo “essere stato in contatto con il ceppo lombardo”. Quindici i casi sospetti in Piemonte.
Le misure di prevenzione
I comuni interessati dal contagio sono in isolamento. Il governatore Zaia ha disposto la chiusura delle università della regione Veneto. A Milano, invece, è stata disposta la chiusura del tribunale: Su disposizione dei capi dell’ufficio – si legge in una circolare interna consultata dall’Agi – si comunica che lunedi’ 24/02 tutti gli uffici, comprese le segreterie dei pm, saranno chiusi al pubblico fino a nuova disposizione”.
Conte: “Valutiamo misure straordinarie”
Il presidente del Consiglio, intanto, fa sapere: “Fra poco sarò nuovamente al Comitato operativo della Protezione civile per un aggiornamento sull’emergenza Coronavirus e per valutare nuove misure straordinarie”.
Ue: “Pronti a fornire sostegno all’Italia”
Bruxelles tende la mano a Roma per fronteggiare l’emergenza: “La Commissione è in stretto contatto con l’Oms Europa e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ed è pronta a sostenere le autorità italiane e fornire ogni possibile sostegno”, ha fatto sapere la commissaria Ue per la Salute Stella Kyriakides. “Lavoriamo a stretto contatto con gli Stati membri per garantire che i sistemi sanitari Ue siano attrezzati e pronti, come il lancio di un appalto congiunto per sostenere l’accesso ai dispositivi di protezione individuale che potrebbero essere necessari”.
Decretato lo stato di emergenza in Friuli Venezia Giulia. De Luca in Campania: “Sospendere gite scolastiche”. Chiuse le scuole in Trentin
Le aziende di Milano e dell’hinterland: “Chi è a rischio resti a casa”
Le aziende di Milano e dell’hinterland si stanno attrezzando per fronteggiare l’epidemia del coronavirus che ha colpito la Bassa lodigiana in accordo con le disposizioni del Ministero della salute e della Regione Lombardia. Da questa mattina gli uffici del personale dei grandi gruppi come Eni, Snam e Saipem stanno contattando uno a uno i dipendenti che risiedono nei comuni in provincia di Lodi indicati tra quelli a rischio. L’indicazione che viene data loro è di rimanere a casa ed evitare il più possibile i contatti sociali.
Da quanto si apprende la formula per il congedo che scatta da lunedì prossimo 24 febbraio potrebbe essere quella del lavoro agile (smart working), ma non è escluso anche il ricorso al permesso retribuito. Particolare attenzione anche nella protezione delle sedi aziendali, dove saranno rinforzate le procedure di controllo agli accessi, sia per l’ingresso di visitatori sia di fornitori provenienti dai comuni a rischio.
Atterrati i connazionali della Diamond Princess
Stamattina all’alba è atterrato a Pratica Di Mare l’aereo con i 19 connazionali che erano sulla Diamond Princess, la nave in quarantena in Giappone con a bordo centinaia di casi di Coronavirus. Dopo i controlli andranno alla Cecchignola.
(da “Huffingtonpost”).
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