IL DEPUTATO GRILLINO CHE CHIEDE IL RIPRISTINO DEI CONTROLLI SUGLI ASCENSORI HA UNA DITTA FAMILIARE DI ASCENSORI
SCOPPIA IL CASO DEL CONFLITTO DI INTERESSE DEL PARLAMENTARE GIROLAMO PISANO
L’anno scorso si sparse la voce che il Governo voleva introdurre una tassa sui condizionatori e da parte di Lega Nord e MoVimento 5 Stelle ci fu una vera e propria levata di scudi contro il balzello voluto da Renzi per mettere le mani nelle tasche degli italiani ma in realtà il bollino (più o meno simile a quello per il controllo annuale delle caldaie) riguardava impianti di grandi dimensioni per il condizionamento di ambienti particolarmente grandi.
Fa sorridere quindi che a proporre una tassa sugli ascensori sia stato qualche giorno fa proprio un deputato del MoVimento, Girolamo Pisano, la cui famiglia guarda caso è anche titolare di un’azienda che fabbrica ascensori.
L’episodio è avvenuto qualche giorno fa in Commissione attività produttive alla Camera dove era in corso l’audizione del di alcuni rappresentanti dell’INAIL, nell’ambito dell’esame dello “Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per l’attuazione della direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori ed ai componenti di sicurezza degli ascensori nonchè per l’esercizio degli ascensori (Atto n. 335)“.
Si è parlato a quanto pare anche della tassa sugli ascensori, che come quella sui condizionatori ha causato parecchio trambusto tra chi sosteneva che sarebbe costata più della TASI e il MISE che spiegava che quella tassa non c’era e che si trattava solo di controlli ordinari relativi agli impianti installati prima del 1999.
Indovinate chi all’epoca denunciava la nuova tassa che sarebbe costata almeno 350 euro a famiglia?
Esatto, proprio Beppe Grillo che dal blog lanciava l’allarme contro l’ennesima tassa imposta da Renzi e dal suo Governo non eletto dal popolo.
Quella tassa in realtà non c’era, e i controlli non riguardavano tutte le famiglie o tutti gli edifici dove era installato un ascensore; ma c’è di più: qualche tempo dopo il Consiglio dei Ministri approvava uno schema di regolamento in materia di ascensori che non conteneva la tanto contestata (da Confedilizia in primis) norma che prevedeva interventi di verifica e aggiornamento degli impianti antecedenti al 1999 (norma che come ho spiegato recepiva una direttiva della Commissione Europea).
A fine settembre quel Decreto è stato assegnato alle Commissioni di Camera e Senato ed è proprio quello il motivo per cui se ne è parlato in Commissione martedì scorso. Stupisce quindi, vista l’opposizione di Beppe Grillo alla “tassa sugli ascensori” che il deputato Pisano, che non fa parte della Commissione, sia più volte intervenuto per sollecitare la necessità di una norma che imponga l’aggiornamento tecnologico degli impianti di sollevamento installanti all’interno degli edifici e per far chiedere al relatore «Come valutate, alla luce delle nuove normative, la situazione di rischio negli impianti esistenti anche alla luce del fatto che voi dovreste essere all’interno della commissione Uni?»
Domanda alla quale Michele De Mattia, dirigente Inail, ha risposto spiegando che: «C’è già una norma per questo, quindi il livello di sicurezza è già stabilito all’interno di questa».
Per di più il dirigente ha ricordato che un’eventuale aggiornamento della norma è compito che spetta al legislatore e non all’INAIL.
Conflitto d’interessi? Si potrebbe pensare a qualcosa del genere: in fondo la tassa sugli ascensori darebbe sicuramente una mano alle aziende produttrici di impianti di sollevamento, tra queste anche la ditta di famiglia di Pisano ne trarrebbe un indubbio beneficio, ma la legge in materia lo esclude.
Schizofrenia? Anche su questo punto ci sarebbe da discutere: da una parte abbiamo Grillo che invita i suoi a protestare contro l’imposizione di una tassa “ingiusta” (anche se i controlli sugli impianti dovrebbero essere cosa dovuta) dall’altra abbiamo un deputato che, in virtù di conoscenze specifiche e interessi “particolari”, si mobilita per farla introdurre.
Sulla pagina Facebook del portavoce pentastellato alcuni attivisti chiedono conto dell’insolito attivismo di Pisano in materia di ascensori, lui risponde spiegando quali sono i suoi diritti di parlamentare, nella fattispecie di partecipare ai lavori delle commissioni (vero) e rimarcando come il conflitto d’interesse non sussista perchè esiste solo per le cariche amministrative che possono decidere su appalti e spese e non per quelle politiche.
E qui si sbaglia in parte perchè è vero che con la Legge Frattini del 2004 vengono esclusi i parlamentari ma la nuova legge sul conflitto di interesse approvata a febbraio alla Camera (con il voto contrario del MoVimento) e in questi giorni all’esame in Senato (quindi non ancora in vigore) prevede che il conflitto di interesse possa sussistere anche per quanto riguarda i titolari di cariche politiche ovvero:
a) i titolari di cariche di governo nazionali: il Presidente del Consiglio dei ministri, i vicepresidenti del Consiglio dei ministri, i ministri, i vice ministri, i sottosegretari di Stato e i commissari straordinari del Governo di cui all’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
b) i titolari di cariche di governo regionali: i presidenti delle regioni e delle province autonome e i componenti delle giunte regionali e delle province autonome
c) i membri del Parlamento;
d) i consiglieri regionali.
Tutta la polemica della “tassa sull’ascensore” fu una trovata mediatica di Confedilizia (che Pisano individua come mandante del trafiletto su Libero a proposito del suo interesse “particolare”) e a domandare più controlli (non più tasse) era una direttiva europea.
Peccato che Pisano, senza dubbio molto esperto in tema di ascensori, non abbia aperto bocca quando Grillo suonava la carica contro la “tassa sugli ascensori” rilanciando proprio il comunicato di Confedilizia.
(da “NextQuotidiano“)
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