IL GIGLIO MAGICO NON PERDONA: EPURAZIONE A SESTO FIORENTINO
IL PD CACCIA GLI OTTO CONSIGLIERI CHE SFIDUCIARONO IL SINDACO RENZIANO… SULLO SFONDO LE MANOVRE PER L’AEROPORTO DI PERETOLA
A luglio, appena prima di essere disarcionata dal fuoco amico, aveva avvertito: “Questi comportamenti potrebbero essere puniti con l’espulsione”.
E ieri la profezia della renzianissima Sara Biagiotti, ex sindaco di Sesto Fiorentino, 49mila abitanti alle porte del capoluogo toscano,si è tramutata in fogli di via.
La commissione di garanzia del Pd di Firenze ha espulso gli otto consiglieri dem di Sesto che il 21 luglio votarono la mozione di sfiducia a Biagiotti, assieme a vari eletti delle opposizioni.
La somma fece 16 voti contrari su 23 totali, con conseguenti dimissioni del sindaco. Due mesi dopo, la mannaia sugli otto ribelli, sette cuperliani e un ex civatiano: Gabriella Bruschi, Laura Busato, Diana Kapo, Giulio Mariani, Antonio Sacconi, Maurizio Ulivo Soldi, Aurelio Spera e Andrea Guarducci.
Espulsi, scrive il partito, per “la gravità del loro comportamento, che ha creato un danno d’immagine al Pd”.
Tutti rei di congiura contro la Biagiotti, che già rilancia: “Sono pronta a ricandidarmi”.
Ufficialmente, l’avevano buttata giù perchè era favorevole all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, carissimo a Marco Carrai e quindi a Renzi, e al nuovo inceneritore da realizzare in città .
Progetti che mettono a repentaglio l’ambiente e la salute dei cittadini, protestano i rivoltosi.
Ma in un anno di giunta l’ex sindaco e i consiglieri hanno litigato quasi su tutto, in un congresso perenne che tutti negano ma tutti hanno visto.
E al centro sempre lei, la Biagiotti: dottore commercialista di 45 anni, ex Ds, nata e cresciuta a Sesto Fiorentino, tra i comuni più rossi d’Italia. Ai più è nota come una delle tre “Bobibo”, il trio femminile che guidava la squadra di Renzi per le primarie dem del 2012, poi perse contro Pier Luigi Bersani.
Le due Bo erano Maria Elena Boschi, ora ministro delle Riforme, e Simona Bonafè, europarlamentare. La Bi, ossia Biagiotti, era rimasta nella sua Sesto, da sindaco. L’avevano eletta nel 2014, senza primarie.
Calata da Renzi, con un mandato: cambiare verso rispetto alla vecchia dirigenza ex Pci.
Innanzi tutto sull’aeroporto, osteggiato dal precedente sindaco, il rossissimo Gianni Gianassi. Ma si è passati presto allo scontro totale. Ed è stato un climax.
Prima le dimissioni del capogruppo Mariani, poi quelle della segretaria della federazione Camilla Sanquerin. Fino alla mozione di sfiducia proposta da gli otto ribelli, a luglio .
Inutili i comunicati di sostegno al sindaco dei renziani. Ininfluenti le assemblee, senza esito le offerte ai rivoltosi. “Ci hanno proposto poltrone in serie” sibila un espulso.
Il 21 luglio Biagiotti cade in Consiglio. E si dimette, da sindaco e presidente dell’Anci Toscana. Ora vuole la rivincita: “Sono disponibile a ricandidarmi, anche con primarie”. Mariani commenta: “Si ricandida? Sì, con Forza Italia”.
Il 24 enne afferma: “Non abbiamo infranto nessuna norma dello Statuto. E comunque la commissione si è spaccata, è finita 3 a 2”. Va bene, ma voi avete dato vita a un eterno congresso. “Non è vero, contestavamo un sindaco che governava male. Certo, poi si è innescata una dinamica congressuale… ”. Dicono che siete eterodiretti dall’ex sindaco Gianassi. “Sciocchezze pure”.
Luca De Carolis
(da “il Fatto Quotidiano”)
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