IL GIURISTA CASSESE BOCCIA LA MANOVRA: “APOTEOSI DEL CORPORATIVISMO SULLE SPALLE DEI GIOVANI”
“MILLE RIVOLI DI FAVORE IN MEZZO A SCELTE NON FATTE E UN FORTE DEBITO AGGIUNTIVO SULLE GENERAZIONI FUTURE”… SCOPRE L’ACQUA CALDA: E’ UNA VITA CHE SONO FATTO COSI’
Il bilancio di previsione dello Stato italiano per il 2021 ”è la sagra del corporativismo, un coacervo di misure che accollano alle generazioni future un forte debito aggiuntivo”. Dalle colonne del Corriere della Sera, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, condivide una riflessione sferzante sul documento di finanza pubblica ratificato dal Senato in quattro giorni.
Secondo Cassese, il documento ”è solo formalmente un provvedimento unitario. Vi dominano il settorialismo e la non-pianificazione”. “Per 24,6 miliardi è finanziato in deficit e porta il disavanzo complessivo al 10,8 per cento e il debito al 158 per cento del Prodotto interno lordo”.
Oltre a criticare l’eccesso di settorialità e specificità delle spese previste, il giurista condanna quello che definisce un “fritto misto”: “la moltiplicazione di uffici dirigenziali, l’assunzione di nuovo personale nei ministeri e di idonei non vincitori di concorsi e di lavoratori “socialmente utili”, purchè abbiano superato la sola scuola dell’obbligo […], decine di elargizioni e mance, la istituzione di molti fondi e la previsione di finanziamenti fino al 2036, così parcellizzando il bilancio e irrigidendolo”.
Dunque l’analisi politica: “la maggioranza, divisa al suo interno, ha superato il potere di interdizione delle opposizioni accattivandosele con la distribuzione di risorse destinate alle loro constituencies, ma a spese della collettività e di coloro che, in particolare, dovranno pagare domani, con le tasse, il peso del debito aggiuntivo”, scrive Cassese, che conclude:
“Il bilancio 2021 accolla alle generazioni future un debito aggiuntivo, acceso per finanziare in larga misura spese correnti, senza lasciare, a loro beneficio, almeno una dotazione di beni in conto capitale (scuole, ospedali, verde attrezzato, linee ferroviarie, uffici pubblici meno decrepiti)”. Per il giurista, non ci sono vie di scampo: si tratta di una “apoteosi del corporativismo in salsa populista”.
(da agenzie)
Leave a Reply