IL GOVERNO STABILISCE LA SETTIMANA CORTA PER I DEPUTATI
NIENTE LAVORI IL VENERDI PERCHE’ SAREBBE “DIFFICILE GARANTIRE LA PRESENZA DI MINISTRI E SOTTOSEGRETARI”
Interpellare stanca? La notizia saetta da 48 ore nei corridoi di Montecitorio. Al centro dei conversari, che si propagano a mezza voce, c’è la proposta che il ministro dei Rapporti col
Parlamento, Luca Ciriani, meloniano di ferro, ha scodellato mercoledì durante la riunione dei capigruppo. E che più fonti presenti alla seduta, sia di maggioranza che di opposizione, riportano così: che ne pensate di cancellare le sessioni del venerdì alla Camera, quelle dedicate alle interpellanze dei membri del governo?
Sarebbe il ritorno della «settimana corta», già malignano dall’opposizione, con una punta di rivalsa visto che le proposte sulla riduzione delle giornate lavorative (ma per tutti, non solo per i parlamentari) sono state protocollate da mesi, a volte da anni, senza mai essere vagliate dall’aula.
Va detto che le sedute del venerdì sono già solitamente poco popolate. Salvo decreti o provvedimenti delicati, in genere la scena a cui assiste il cronista dalla tribuna scorre via con lo stesso canovaccio: un paio di sottosegretari sugli scranni del governo, qualche deputato sparso nell’emiciclo perlopiù sgombro.
Al Senato, dove forse sono più pratici, solitamente tutto viene compresso in quattro giorni, insomma si chiude il giovedì. Anche a Montecitorio era così, fino a quando, correva l’anno 2008, Gianfranco Fini da presidente della Camera annunciò: «I parlamentari lavorino di più, dal lunedì al venerdì».
Dunque in coda, prima del weekend, sono state piazzate le interpellanze. Domande e risposte. Niente questioni di fiducia, zero voti, ma l’aula resta aperta.
Ora però il governo vorrebbe darci un taglio. Il motivo? Davanti ai capigruppo, il ministro Ciriani l’avrebbe messa giù in questo modo, a sentire diversi presenti: «Vorrei sottoporre l’ipotesi di
spostare al giovedì le interpellanze, perché è difficile garantire il venerdì la presenza di ministri e sottosegretari». Tranne in casi particolari, ovvio, come l’esame di leggi urgenti.
Tutti d’accordo? Sembra di no. «La questione di spostare le interpellanze dal venerdì mattina al giovedì pomeriggio è stata posta dal ministro Ciriani, ma nessuno dei gruppi si è espresso, se ne riparlerà», conferma a Repubblica Alessandro Battilocchio, delegato d’aula di Forza Italia, che ha partecipato alla riunione. Lo stesso presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, avrebbe rimandato la questione più in là: «Valuteremo in seguito». Quasi certamente dopo le ferie d’agosto.
(da agenzie)
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