IL GOVERNO TAGLIA 1 MILIARDO DI EURO PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE, FONDI RIDOTTI DEL 60% IN TRE ANNI
CONTINUA IL DEGRADO DEL TERRITORIO, NON CESSANO GLI SPOT E LE PASSERELLE DEI POLITICI, MA POI SI RIDUCONO LE RISORSE DEL MINISTERO…SOLO 400 MILIONI IN TRE ANNI DESTINATI ALLA TUTELA DEL TERRITORIO E ALLA PREVENZIONE…DI CHE CI LAMENTIAMO IN CASO DI DISGRAZIE?
L’hanno chiamata, eufemisticamente, “legge di stabilità “.
Ma, almeno per quanto riguarda l’ambiente, bisognerebbe ribattezzarla legge di instabilità .
Le cifre contenute nella cosiddetta “legge di stabilità ” (ex Finanziaria), predisposta dal governo Berlusconi, parlano chiaro.
Nel 2011, come denuncia un Rapporto del Wwf Italia, il bilancio complessivo del ministero affidato a Stefania Prestigiacomo sarà ridotto a un terzo di quello del 2008, anno d’insediamento del governo Berlusconi: da un miliardo e 649 milioni di euro ad appena 513 milioni.
Una decurtazione secca di un miliardo.
E nel triennio successivo, lo stanziamento verrà ridotto ulteriormente per scendere a 504 milioni nel 2012 e poi a 498 milioni nel 2013.
Il taglio risulta ancora più netto e allarmante se confrontato con quelli molto meno drastici a carico di ministeri affini come i Beni culturali o le Politiche agricole.
Nel primo caso, la dotazione del 2011 sarà di circa 1.320 milioni di euro contro i 1.930 del 2008.
Nell’altro, si scenderà dai 1.747 milioni di tre anni fa a 1.320.
Per entrambi, dunque, la riduzione sarà di circa il 20% contro il 60% del ministero dell’Ambiente, condannato virtualmente all’agonia.
La scure del ministro Tremonti, come si vede, non è diretta a colpire in ugual misura i vari ministeri, in forza della crisi economica.
Un’ulteriore conferma viene dal raffronto con i fondi stanziati per le Infrastrutture e i Traporti e per le spese della Difesa.
Qui l’atteggiamento propagandistico del governo risulta tanto più evidente, perchè gli investimenti per le opere pubbliche non risultano sufficienti per tutti i progetti annunciati, ma neppure rispetto ai costi reali di quelli già cantierati o dichiarati cantierabili.
A fronte comunque di un bilancio pari a 6.991 milioni di euro nel 2010, l’anno prossimo si prevede una leggera flessione a 6.821 milioni, per arrivare a 6.654 milioni nel 2012 e a 6.640 nel 2013.
In pratica, l’unico ministero che non subisce tagli consistenti è quello della Difesa: dal 2007 in avanti, il suo bilancio registra una riduzione massima intorno al 4%, peraltro recuperata interamente con il bilancio previsionale 2011-2013 dell’attuale manovra finanziaria.
C’è senz’altro un’ispirazione “sviluppista” alla base di una scelta che, da una parte, punta a promuovere nel segno della cementificazione le infrastrutture con un forte impatto ambientale e, dall’altra, a deprimere la tutela del suolo, del territorio e quindi del paesaggio.
Sui 13,5 miliardi di euro indicati come valore complessivo della manovra triennale, 4.836 miliardi (pari al 36%) vengono assegnati a opere come l’Alta velocità e le autostrade; mentre solo 400 milioni sono attribuiti agli interventi di tutela e di prevenzione (meno del 3%).
E si tratta di un’impostazione che, come dimostra anche l’ultima emergenza provocata dal maltempo, è destinata purtroppo a incidere ulteriormente sull’assetto idro-geologico del Malpaese.
L’Italia, insomma, resta disarmata per combattere le calamità naturali, le alluvioni, le frane e tutti i disastri che minacciano direttamente il territorio nazionale.
Risulta inconcepibile perciò che i fondi concessi al ministero dell’Ambiente per il prossimo triennio equivalgano, secondo i calcoli del Wwf, al costo di quattro cacciabombardieri F35 o di una Fregata Multimissione.
È vero che spesso l’ambientalismo fa di tutto per apparire come un freno allo sviluppo, un fattore di conservazione o addirittura di regressione.
Qui rischiamo, però, di passare da un estremo all’altro: da un eccesso di tutela a un eccesso di incuria.
Ma il progresso di un Paese come il nostro, con il suo patrimonio di risorse naturali, artistiche e culturali, non può passare attraverso un assalto autorizzato al territorio, una manovra governativa di abbandono e di degrado.
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