IL PANE DELLA CAMORRA
IL GOVERNO SFORNA LEGGI SUI CLANDESTINI, MA NON SI ACCORGE DI QUELLO CHE ACCADE SOTTO CASA… NEL NAPOLETANO, LA DOMENICA SI VENDE LIBERAMENTE PER LE STRADE IL PANE DELLA CAMORRA… 1.300 FORNI ABUSIVI, UN GIRO DI AFFARI DI 500 MILIONI, CENTINAIA DI BANCARELLE ILLEGALI
A Napoli e cittadine limitrofe, la domenica e festività comandate, ci si trova di fronte da tempo a un mercato insolito. Non un mercatino rionale, non una mostra dell’artigianato locale, non una vendita autorizzata di prodotti gastronomici, semplicemente centinaia di “bancarielli” e “negozi a quattro ruote” che vendono pane di tutte le dimensioni.
Non si tratta di pane del giorno prima, proveniente dai forni e dai negozi la domenica chiusi, si tratta del “pane della Camorra”, appositamente prodotto da 1.300 forni abusivi della provincia e che vengono poi distribuiti nelle strade da bancarelle improvvisate controllate dalla malavita organizzata. Il tutto nel silenzio delle autorità .
C’e’ chi addirittura lo prenota ormai la settimana prima, come se fosse una cosa normale.
I panettieri di fine settimana non conoscono concorrenza e riescono a vendere la merce a prezzi più alti: una pagnotta può arrivare a costare anche due euro.
Chi compra, acquista per comodità , non certo per convenienza: si tratta di avere il pane morbido e bollente anche la domenica.
Davanti ai furgoncini ci sono le liste d’attesa, come per salire in aereo, per molte famiglie è diventato un rito irrinunciabile, come il cartoccio di babà al rum.
Eppure questi pezzi di pane vengono cotti nei 1.300 forni abusivi, dove si usa qualsiasi tipo di combustibile, dal legno laccato agli scarti di falegnameria, vecchi infissi, mobili e in alcuni casi anche casse da morto, quelle che si dovrebbero smaltire dopo la riesumazione dei cadaveri e che invece dal cimitero arrivano direttamente nei forni abusivi.
Si corrono rischi seri per la salute, dalla diossina ad altre sostanze cancerogene, ma tutti fanno finta di nulla.
La capitale del pane fuorilegge è il comune di Afragola, famoso perchè ci è nato Bassolino e perchè è stato sciolto due volte per infiltrazioni camorristiche. Si contano 60mila abitanti, 17 forni autorizzati e 100 clandestini.
Scantinati con le pareti piene di umidità e muffa, senza alcun controllo sulla farina usata e sul legno che alimenta il forno.
Recentemente la camorra ha fatto un salto di qualità , riuscendo a infiltrare la propria merce anche nei negozi. Il 25% del pane abusivo ora passa attraverso i negozi di alimentari.
Il metodo è semplice: la malavita acquista esercizi commerciali con un investimento legale. Poi convince i fornai a vendere nei propri esercizi commerciali il pane prodotto irregolarmente e fatturarlo come se invece fosse fatto nel rispetto della legge.
In questo modo, oltre a un reddito assicurato di circa 1milione di euro, i clan riescono pure a riciclare una grossa quantità di denaro sporco. Un mercato parallelo che sta sempre più espandendosi nel napoletano, nell’assenza dello Stato che non vede e non sente.
Nelle strade vanno poi a vendere il pane centinaia di abusivi che non hanno licenza, mentre i forni non hanno i requisiti minimi previsti dalla legge e pagano in nero i dipendenti, spesso extracomunitari.
Abbiamo sentito parlare tanto di militari che pattugliano le strade, di espulsioni, di legge più severa. Ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti… tutti si voltano dall’altra parte, le disposizioni dall’alto non arrivano, neanche dal Ministero degli Interni, dove devono pensare ad altro, evidentemente.
Nel frattempo ogni domenica la camorra incassa e ringrazia.
E i cittadini pagano il pane dai 2 euro ai 2,5 euro al kg contro l’1,80 – 2 euro che rappresenta il prezzo normale… coi rischi alla salute che ne derivano.
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