RISCHIA IL CARCERE CHI VA CON LE PROSTITUTE IN STRADA
DIVENTA REATO VENDERE E COMPRARE SESSO ALL’APERTO… ARRESTO DA 5 A 15 GIORNI E AMMENDA FINO A 3.000 EURO… SANZIONATO COME FENOMENO DI MAGGIORE ALLARME SOCIALE… ECCO IL DISEGNO DI LEGGE DEL MINISTRO CARFAGNA
Qualcuno si aspettava il ritorno delle case chiuse e al contrario arriva un disegno di legge dove la prostituzione, in strada e nei luoghi pubblici, diventa reato, sia per chi la esercita che per chi ne usufruisce: lucciole e clienti saranno puniti allo stesso modo, per capirci, con l’arresto da 5 a 15 giorni e l’ammenda da 200 a 3mila euro.
La rivoluzione nel mondo del sesso a pagamento è previsto, nero su bianco, nel disegno di legge, cinque articoli fitti di riferimenti al codice penale, predisposto dal ministro alle Pari opportunità , Mara Carfagna, dal titolo ” Misure contro la prostituzione”. La legge Merlin, a tutt’oggi in vigore, tutela ” la non punibilità di chi si prostituisce”. Ora invece si introduce il reato di prostituzione in strada. Questa, per la prima volta, viene interpretata e sanzionata come “fenomeno di maggiore allarme sociale”.
Grazie a questa lettura, la norma giustifica il trattamento, uguale nelle conseguenze penali, delle squillo e dei loro clienti.
L’art. 1 stabilisce che chi, all’aperto o in un locale a luci rosse, si serve “delle prestazioni sessuali” di una squillo, o anche solo ” le contratta”, commetterà un reato e sarà “soggetto alla medesima pena” di “chiunque esercita la prostituzione ovvero invita ad avvalersene in luogo pubblico o aperto al pubblico”.
Non commette reato, e rimane dunque “non punibile”, invece, chi “è stato costretto a prostituirsi mediante violenza o minaccia”. Nella relazione del ministro Carfagna si legge che il primo obiettivo della riforma è “contrastare lo sfruttamento in quanto è soprattutto in luogo pubblico che si perpetrano le più gravi fattispecie criminose, finalizzate allo sfruttamento sessuale”.
Si tratta di vittime di organizzazioni criminali o comunque di coloro che, approfittando della debolezza o della miseria altrui, esercitano, mediante violenza e minacce, una pressione non vincibile da parte del soggetto debole, costringendolo a tenere la condotta per questo non punibile. La legge Carfagna non lo esplicita, ma è chiaro che l’unico caso in cui la prostituzione resterebbe consentita è all’interno di appartamenti privati.
Il ddl non contiene però alcuna depenalizzazione per chi affitta un appartamento a una prostituta, nè stabilisce se debba essere esercitata pagando le tasse.
Particolare attenzione è invece dedicata alla prostituzione minorile, sempre più diffusa ed esercitata da piccoli stranieri. Viene interamente riscritto l’art 600-bis del codice penale. Per gli sfruttatori le pene si inaspriscono: viene punito con la reclusione da 6 a 12 anni e la multa da 15mila a 150mila euro chi induce ala prostituzione minori o ne trae profitto, anche nella forma del favoreggiamento. Dovrà stare molto attento chi si farà adescare da prostitute minorenni che non dichiarano la propria età .
Chi compie atti sessuali con minori in cambio di denaro o qualsiasi altra utilità , anche non economica, rischia da 6 mesi a 4 anni di carcere, con la multa da 1.500 a 6.000 euro.
Non solo: se il minore è di età inferiore a 16 anni la pena è aumentata da un terzo alla metà e le circostanze attenuanti non possono essere equivalenti o prevalenti al prescritto aumento di pena.
Trattandosi di un disegno di legge, ovviamente, sarà sottoposto al vaglio del Parlamento per le integrazioni o modifiche che saranno ritenute opportune, ma il principio ispiratore risulta abbastanza delineato: togliere la prostituzione dalle strade.
Leave a Reply