IL “PIANO MATTEI” DELLA MELONI È MORTO PRIMA ANCORA DI NASCERE: IL GOVERNO DELLA LIBIA HA STRACCIATO L’ACCORDO DA 8 MILIARDI DI DOLLARI FIRMATO DALL’AD DI ENI, CLAUDIO DESCALZI, CON LA NATIONAL OIL CORPORATION DEL PAESE AFRICANO, E STROMBAZZATO DALLA MELONI IN POMPA MAGNA
IL MINISTRO LIBICO DEL PETROLIO E DEL GAS, MOHAMED AOUN, HA RESPINTO L’INTESA PERCHÉ NON CI SAREBBE “UGUAGLIANZA” TRA I DUE FIRMATARI (E SE NE ACCORGONO ORA?)
Il Ministero del Petrolio libico ha respinto l’enorme accordo da 8 miliardi di dollari che il colosso energetico italiano ha firmato con la National Oil Corporation (NOC) libica nel fine settimana, affermando che l’accordo viola la legislazione e non è stato approvato dal Ministero prima della firma.
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato della National Oil Corporation libica, Farhat Bengdara, si sono accordati sabato sullo sviluppo delle “Strutture A&E”, un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico e garantire l’esportazione in Europa. L’accordo è stato firmato alla presenza del Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, e del Primo Ministro del Governo libico di unità nazionale, Abdul Hamid Al-Dbeibah.
Mohamed Aoun, ministro libico del petrolio e del gas nel governo di Tripoli guidato da Al-Dbeibah, ha respinto l’accordo perché, a suo dire, ha aggirato l’approvazione del suo ministero del petrolio e del gabinetto e ha modificato un precedente accordo firmato nel 2008. […] Secondo Aoun, l’accordo è illegale e manca di uguaglianza tra la Libia e l’Italia, ha dichiarato il ministro del petrolio in una registrazione video vista da Libya Herald.
La lotta politica interna alla Libia potrebbe ritardare l’avvio dei flussi di gas del progetto dalla Libia all’Europa, che ha riposto le sue speranze – soprattutto attraverso l’Italia – in un aumento delle forniture di gas dal Nord Africa e dal Mediterraneo orientale.
(da Scenarieconomici)
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