IL PM: “CONTRATTO SU MISURA PER L’ASSISTENTE DI MARONI”
LO STIPENDIO DI MARIA GRAZIA PATURZO LO AVREBBE STABILITO LEI STESSA
Un contratto di collaborazione tagliato su misura.
Talmente anomalo, che la stessa persona che ne beneficiava, avrebbe quantificato il compenso.
È di questo che si è convinto il pm di Milano Eugenio Fusco, nell’inchiesta che vede il governatore Roberto Maroni indagato per “induzione indebita” e “turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente”.
Gli assi in mano alla procura e agli investigatori del Noe, in parte vengono calati il 16 luglio dello scorso anno, quando a verbale viene ascoltata Maria Grazia Paturzo. Una delle due “beneficiate”, stando all’accusa, dell’assunzione privilegiata.
“Come nasce per lei l’opportunità di lavoro con Expo 2015?”, chiede alla teste il pm: “A fine estate in un incontro con il presidente Maroni mi era stato detto da lui di un’esigenza – sua – di avere una figura di raccordo con la Regione”.
I magistrati sono perplessi, e mostrano alla Paturzo la mail del 26 settembre 2013, inviata ad Andrea Gibelli (un altro esponente leghista indagato nell’inchiesta, all’epoca segretario generale della Regione).
E le chiedono: “Chi le ha detto di inserire la cifra di 65 mila euro nella mail inviata a Gibelli?”. La teste “non ricorda”.
Da quanto risulta dalle indagini, la retribuzione è stata stabilita “dalla stessa Paturzo”, che l’ha indicata a un altro funzionario Expo.
E a quel punto l’accusa affonda il colpo. “Con chi ha stabilito la cifra di 65 mila euro indicata nella mail a Gibelli e perchè la concorda con lui che è segretario in Regione, circa due mesi prima del colloquio in Expo?”.
A questo punto, Paturzo spiega come “già a luglio 2013, con Maroni si è parlato di un mio ruolo in Expo e in quelle occasioni, il presidente mi indicò una cifra approssimativa intorno ai 60/65 mila euro. Non so dirle per quale ragione il presidente mi disse questa cifra penso che la ritenesse adeguata al ruolo che andavo a ricoprire”.
Un’assunzione, quella della Paturzo – definita dai pm “legata affettivamente” al governatore lombardo -, che ha mandato su tutte le furie la responsabile della comunicazione del governatore.
La considerava “un errore”, Isabella Votino, ascoltata il 14 luglio scorso dai pm. “Perchè lui (Maroni, ndr), sapeva che la Paturzo era stata una mia collaboratrice e io mi ero trovata male con lei”.
Insiste nel suo ragionamento la Votino. “Una scorrettezza nei miei confronti e le spiego perchè. Glibdissi più o meno così: “Io ti ho avvisato e ti ho detto quello che penso, non capisco le ragioni per cui ti vuoi servire di lei”. Io potevo solo supporre, all’epoca, che ci fosse tra loro una relazione che peraltro Maroni mi ha sempre negato fino all’ultimo”.
Emilio Randacio
(da “La Repubblica”)
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