IL PROBLEMA NON E’ CONTE, DRAGHI NON SI FIDA DI SALVINI CHE AVANZA RICHIESTE IMPROPONIBILI COME UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO DA 50 MILIARDI DI EURO
DRAGHI VUOLE LA GARANZIA CHE I PARTITI LO LASCINO LAVORARE
«Vediamo». Non si sbilancia Mario Draghi, l’idea del premier è andare fino in fondo con la decisione presa. Al punto che, stando a diversi osservatori autorevoli, potrebbe non dare spazio alla replica dei partiti dopo le sue dichiarazioni – né lasciarsi impressionare dalla fiducia – per andare al Quirinale.
In pratica il tentativo di far finire il premier in un cul-de-sac in cui debba assumersi la responsabilità della crisi, potrebbe finire semplicemente con l’essere aggirato. Troppo «inaffidabili» i partiti perché si possa pensare ad una qualche conciliazione.
Draghi potrebbe ripensarci se tutti coloro che vogliono restare terminino ultimatum e richieste improbabili.
Il riferimento è soprattutto ai leghisti. Impossibile pensare di costruire un nuovo percorso insieme se Matteo Salvini non solo agita a ore alterne lo spauracchio del voto ma, soprattutto, avanza richieste considerate improponibili come lo scostamento di bilancio da 50 miliardi di euro. Servono insomma segnali inequivocabili e garanzie da tutti i partiti già negli interventi prima del voto alla Camera e al Senato.
La sensazione è che il premier attenderà l’ultimo minuto per decidere. Il telefono del premier infatti ha squillato senza sosta. E anche se a palazzo Chigi non confermano, tra gli interlocutori ci sarebbe stato anche Beppe Grillo. Bocche cucite però sui contenuti della conversazione.
(da Il Messaggero)
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