COME FARA’ IL GOVERNO LA MELONI SE VINCE LE ELEZIONI: I NOMI SONO PIU’ ADATTI AL MUSEO DELLE CERE
A PALAZZO CHIGI NON ANDREBBE LEI PERCHE’ IN EUROPA NON SE LA FILEREBBE NESSUNO… I NOMI DEI PAPABILI SONO UN OMAGGIO AI POTERI FORTI
Oggi la Repubblica si porta (molto) avanti con il lavoro pubblicando una serie di nomi papabili per i ministeri in caso di vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni.
Il partito di Giorgia Meloni è il primo nel centrodestra che sarebbe favoritissimo in caso di urne anticipate. E quindi ci sta che immagini come possa essere un esecutivo trainato da Fdi.
Anche se, scrive oggi Emanuele Lauria, non è detto che alla fine vada lei a Palazzo Chigi: «Non è da escludere che alla fine faccia da kingmaker e indichi lei un altro nome, nel caso in cui lo ritenga una soluzione migliore per il paese», dice al quotidiano una fonte vicina alla leader.
E gli altri nomi? I primi sono quelli di Giulio Tremonti e di Guido Crosetto.
Il primo sarebbe destinato all’Economia in una riedizione dei governi Berlusconi. Per il secondo ci sarebbero due opzioni: il ministero della Difesa o l’autorità delegata per la sicurezza (e il conflitto di interessi?)
Gli altri nomi spendibili sono quello di Giampiero Massolo, presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, oppure Elisabetta Belloni per gli esteri.
Per la Giustizia piace Carlo Nordio, uno degli ospiti d’onore all’assemblea milanese di Fdi.
Per gli interni c’è Matteo Piantedosi, attuale prefetto di Roma nominato da Luciana Lamorgese ma anche capo di gabinetto del ministro Salvini, già indagato in quanto braccio operativo di Salvini.
E ancora: per il ministero del Lavoro il papabile sarebbe Luca Ricolfi. Sempre per l’economia piacciono Carlo Messina (Intesa) e Domenico Siniscalco, che ha anche lui ricoperto l’incarico al Mef all’epoca di Berlusconi.
Potrebbe esserci anche una conferma rispetto al governo Draghi: quella di Roberto Cingolani alla Transizione ecologica.
Francesco Lollobrigida, cognato della Meloni, oggi capogruppo alla Camera, potrebbe andare ai Rapporti con il Parlamento.
(da agenzie)
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