IL PROCURATORE DI NAPOLI, NICOLA GRATTERI: “L’OBIETTIVO FINALE DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE È RENDERE INNOCUO IL PM, METTERLO SOTTO TUTELA E CONTROLLARLO” (E’ CIO’ CHE AVVERRA’ CON LA CREAZIONE DEL DOPPIO CSM)
“DOVRÒ CHIEDERE IL PERMESSO PER ANDARE IN TV? VERRÒ LO STESSO, SARÒ UN DISOBBEDIENTE, NON SI POSSONO VIOLARE I PRINCIPI DI LIBERTÀ E DEMOCRAZIA” … “CON QUESTA DEMOLIZIONE DEL CODICE DI PROCEDURA PENALE POTREMO PROCESSARE E INDAGARE SOLO I LADRI DI POLLI”
La trascrizione integrale delle dichiarazioni di Nicola Gratteri a “Otto e mezzo”
Lilli Gruber: Oggi il Ministro della Giustizia Nordio è tornato ad attaccarvi, ha detto che è schizofrenico parlare di attentato alla Costituzione, che dovete abbandonare i toni aggressivi e che la giustizia non può essere prostituita per ragioni politiche.
Ora, il referendum si terrà tra marzo e aprile, quindi si annuncia una battaglia campale. Siete pronti? Anche perché nei sondaggi il, diciamo, i comitati per il no devono battagliare sul serio, perché siete al 25%.
Nicola Gratteri: Ma io penso che i magistrati non debbano sentirsi in guerra con nessuno. I magistrati hanno il dovere, prima di tutto come cittadini e poi come conoscitori del diritto e delle dinamiche della giustizia, di andare a incontrare la gente, andare negli oratori, dappertutto dove ci sono persone che si incontrano, in centri culturali, in fondazioni, a parlare con la gente, a spiegare in modo semplice cosa vuol dire la separazione delle carriere, perché già di fatto c’è la separazione delle carriere. Abbiamo già detto più volte che se io faccio il pubblico ministero, decido di fare il giudice, devo cambiare regione e lo posso fare una sola volta e lo fanno solo 36 magistrati ogni anno su una pianta organica di quasi 10.000, quindi è un non problema.
È lo 0,2. È un non problema. Si fa questa separazione di carriere
perché l’obiettivo finale è quello di normalizzare il pubblico ministero, renderlo innocuo, docile e formare un perfetto burocrate che non ha il colpo d’ala, che non ha il guizzo per fare l’indagine importante, l’indagine che disturba il manovratore, l’indagine che va oltre i soliti noti.
Lilli Gruber: Il governo e Giorgia Meloni, Gratteri, dicono che loro non vogliono mettere il pubblico ministero al guinzaglio del potere politico […], tanto che però stanno preparando tutta una strategia, pare, l’hai letto anche tu, tutti abbiamo letto, no? Che cosa vuole fare il governo Giorgia Meloni? Non vuole che passi il messaggio che il governo vi vuole punire, voi magistrati, però vogliono preparare dei begli elenchi di guasti della giustizia di cui siete responsabili voi e quindi la gente sarà difficilmente convincibile che state facendo e avete fatto un buon lavoro.
Nicola Gratteri: Intanto dobbiamo dire che i guasti sono iniziati con la riforma Cartabia e poi sono proseguiti con questo governo. Tutte le riforme che sono state fatte fin oggi sono servite e servono e serviranno solo a rallentare la velocizzazione dei processi, a rendere più difficile l’acquisizione della prova e non solo nella fase delle indagini preliminari, ma anche nel corso dell’istruttoria dibattimentale. La narrazione nella campagna referendaria di questa maggioranza sarà quella di dire che il sistema giudiziario non funziona, che per avere una sentenza ci vogliono 7 anni e la colpa è dei magistrati, ma invece noi dobbiamo raccontare che tutte queste riforme normative sono servite e servono a rallentare, a rendere ancora più lunghi i tempi del processo e noi abbiamo visto che adesso questo governo rischia di dover restituire i soldi all’Europa perché la riforma Cartabia ha promesso che entro il 2026 avrebbe battuto l’arretrato del 40% nelle cause civili. Siamo al 20% e siamo già abbastanza avanti, siamo già a ottobre 2025. Pensi che per abbattere questo arretrato, addirittura i “M.O.T.”, cioè quelli che fanno tirocinio a diventare magistrati, li hanno mandati, li manderanno in Corte d’appello per scrivere sentenze civili, quando bisogna essere magistrati di seconda valutazione e bisogna avere almeno 12 anni di anzianità di servizio per andare in appello.
Lilli Gruber: Professore Gratteri, come fate a spiegare una materia così complessa al cittadino comune che dovrà andare, speriamo vadano a votare al referendum, a sempre votare?
Nicola Gratteri: Lo so, ci vuole. Io sabato ero all’ANM, per la prima volta sono entrato in quell’aula a parlare all’ANM e ad ascoltare l’ANM. Proprio questo cercavo di spiegare, è molto difficile, dovete parlare un linguaggio semplice, fare degli esempi e parlare con la gente. È inutile continuare a fare convegni con confronti e chiarimenti con avvocati o professori. Andate a parlare alla gente, spiegate alla gente che se la giustizia non funziona è perché non si è investito in giustizia. La giustizia non funziona perché anziché chiudere i piccoli tribunali, il Ministro Nordio ha aperto il tribunale a Bassano del Grappa e ieri ha detto che non prenderà magistrati da nessuna parte per aprire Bassano del Grappa e allora da dove li prende, visto che i “M.O.T.” non li può mettere tutti? Ci vuole un presidente di tribunale, un procuratore aggiunto…
Lilli Gruber: Una prebenda elettorale, perché aprire poi un tribunale se non hai i magistrati da metterci, soldi spesi male.
Nicola Gratteri: Ma intanto si potrebbero chiudere decine di tribunali, inoltre ci sono 250 magistrati fuori ruolo che invece di scrivere sentenze per velocizzare e dare le risposte alla gente sono nei ministeri o nelle commissioni.
Lilli Gruber: Gratteri, voi ci mettete un po’ a spiegare le vostre ragioni. Per la destra al potere è molto semplice, siete politicizzati e delegittimati da anni, perché, appunto, con Berlusconi e prima di lui Mani Pulite viene da lontano la delegittimazione della magistratura.
Nicola Gratteri: Ma tutti i poteri…
Lilli Gruber: E avrete pure delle colpe, no?
Nicola Gratteri: Sicuramente chi mangia fa molliche, non esiste persona che non abbia commesso errori, ma questa è un’altra cosa.
Lilli Gruber: E dicono che voi dovete pagare finalmente, no? La destra…
Nicola Gratteri: Noi paghiamo, ognuno di noi ha un’assicurazione contro il rischio, come sono assicurati i medici o ingegneri. Non è vero che non paghiamo, c’è responsabilità dei magistrati. Il discorso è che si vuole creare confusione, non si vuole spiegare con calma che la separazione delle carriere non c’entra nulla con i bisogni della giustizia della gente.
L’obiettivo è mettere sotto tutela il pubblico ministero, controllarlo, renderlo docile, prova ne è che si parla di procedimenti disciplinari. Anche il Ministro oggi parlava di
estremismo e magistrati che vanno oltre le righe, ma queste cose che dice, perché poi non è consequenziale, oltre a questi slogan, ha l’ufficio ispettivo, perché non manda gli ispettori?
Lilli Gruber: Non dovevano mandare anche a lei gli ispettori per le lezioni sulla mafia?
Nicola Gratteri: Dopo l’interrogazione dell’on. Pittalis di Forza Italia, il Ministro è stato costretto a rispondere a quell’interrogazione dicendo che non c’era violazione disciplinare da parte mia, però dice poi nella parte finale della risposta che c’è un vulnus, un buco, dobbiamo provvedere:
Lilli Gruber: Quindi l’ispettore non dovrà chiedere il permesso per venire in trasmissione?
Nicola Gratteri: Ma io verrò lo stesso, sarò un disobbediente. Io penso che non si possono violare i principi fondamentali di libertà e democrazia. Noi abbiamo l’obbligo di spiegare alla gente come stanno le cose. Non possiamo stare zitti davanti a certe narrazioni e bugie che vengono raccontate
Lilli Gruber: Dovete apparire come giudici terzi, equidistanti, ma venite accusati di essere politicizzati.
Nicola Gratteri: Io sarei politicizzato. Sono il prototipo del magistrato politicizzato. Quando c’è un governo di destra, mi dicono di sinistra. Quando c’è un governo di sinistra, mi dicono di destra. Ci sono intercettazioni di colleghi che mi chiamano fascista. Io non sono mai stato votato dai rappresentanti del PD al CSM. Per procuratore di Reggio Calabria non sono stato votato dal PD, per procuratore di Catanzaro non sono stato votato dal Pd, per procuratore nazionale antimafia non sono statovotato dal Pd, per procuratore di Napoli non sono stato votato dal PD.
Lilli Gruber: Lei è un destro, fascistoide?
Nicola Gratteri: Ci sono intercettazioni di colleghi che al telefono dicono che sono fascista. Sono qui a criticare le riforme di Nordio, a spiegare che la riforma sulle intercettazioni telefoniche, la riforma sul sequestro dei telefoni, sono dannose per le indagini. Sono dannose per la giustizia
Lilli Gruber: Quindi dannose per i cittadini…
Nicola Gratteri: Sì. Alla fine la gente non avrà giustizia. Quindi io politicizzato è la storia che dice esattamente il contrario.
Lilli Gruber: I politici vogliono l’impunità?
Nicola Gratteri: Io ho pensato: quando hanno abolito l’abuso d’ufficio e poi erano in atto questi progetti di riforme normative, io ho detto sa che c’è, ma facciamo prima: abolite anche la corruzione e concussione, e lasciateci la parte del codice procedurale per poter fare almeno le altre indagini, almeno seguire gli altri reati, perché qui si sta gettando l’acqua sporca con il bambino pur di non arrivare ai colletti bianchi.
Lilli Gruber: Quindi alla corruzione che c’è nella pubblica amministrazione.
Nicola Gratteri: Sì, aboliamo i reati di corruzione e di concussione e così è possibile perseguire gli altri reati sennò continuando con questa demolizione del codice di procedura penale arriveremo che potremo processare e fare indagini solo sui ladri di polli.
Lilli Gruber: Nicola Gratteri: Riuscirete a far passare questo messaggio alla maggioranza degli italiani? Il Ministro Nordio vi chiede di abbassare i toni perché siete troppo aggressivi. I toni del governo quali sono?
Nicola Gratteri: Ho visto il Ministro più volte usare espressioni scomposte anche in Parlamento. Io penso che il ministro non dovrebbe pensare a questo, ma alla sostanza delle cose.
Non siamo aggressivi, dobbiamo cercare di spiegare alla gente con linguaggio semplice cosa vuol dire la separazione delle carriere, qual è il rischio, soprattutto spiegare perché non funziona la giustizia, cosa non ha fatto la politica, cosa non hanno fatto i governi degli ultimi vent’anni, perché ad esempio oggi con i soldi del PNRR non sono stati costruiti tre-quattro carceri nuovi adesso, così adesso non parlavamo più di sovraffollamento. I numeri che stanno dando adesso sono la ristrutturazione delle sezioni devastate nel corso delle rivolte, non sono sezioni nuove.
Lilli Gruber: Oggi esce per Mondadori il suo nuovo libro “Cartelli di sangue, le rotte del narcotraffico e le crisi che lo alimentano”. C’è una grossa crisi in corso da quando c’è Trump alla presidenza americana, che sta bombardano navi accusate di trasportare droga, sono navi colombiane, che navigano davanti al Messico, nel Pacifico….
Nicola Gratteri: Ovviamente non condivido assolutamente la politica di Trump di bombardare i motoscafi, le navi che attraversano il Golfo del Messico per portare, si presume, cocaina
Sicuramente qualcuno a Trump avrà spiegato che solo il 10% della cocaina che arriva negli Stati Uniti arriva dal Golfo del Messico, perché qualcuno gli dovrebbe spiegare che l’Ecuador è stata trasformata dai messicani nella più grande piattaforma per portare la cocaina nel Nord America, quindi Usa e Canada, e in Europa.
La cocaina parte dall’Ecuador ormai, non parte più dalla colombia. È accaduto che negli ultimi due anni la produzione di cocaina è aumentata del 50% perché il Governo colombiano non sta contrastando i cocaleros, non sta mandando più la polizia a distruggere le raffinerie, ma poi a valle, ad esempio al porto di Cartagena, non fa passare uno spillo.
I cartelli colombiani non fanno più partire la cocaina da Cartagena, ma dall’Ecuador, un paese fuori controllo gestito dai messicani, in joint venture con la Tripla Frontera, con la ‘ndrangheta e con la mafia albanese.
Lilli Gruber: Quindi la mafia italiana c’è sempre.
Gratteri Sì, l’80% della cocaina che arriva in Europa passa per mano della ’Ndrangheta.
(da agenzie)
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