IL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO ASSEDIATO DAI GRILLINI: “IL DEBITO PUBBLICO RENDE INFELICI”
“SU OGNI ITALIANO GRAVA UN DEBITO DI 37.000 EURO” … UNA LEZIONE A TANTI IGNORANTI
«Sono scappato da Roma», scherza Daniele Franco, ragioniere generale dello Stato di cui i grillini chiedono la testa, all’arrivo a Varenna, dove ha tenuto una lezione sul debito pubblico molto applaudita dagli alti magistrati contabili e amministrativi riuniti per l’annuale convegno dedicato al rapporto tra politiche di sviluppo e vincoli di finanza pubblica.
Lo presenta come «un contributo da economista» e tale è, ma le implicazioni politiche sono innegabili.
Quaranta slide ricche di grafici, excursus storici e riferimenti bibliografici per ricordare che «di debito pubblico si discute da due secoli», tanto che a fine Ottocento i titoli di Stato erano già considerati ad alto rischio, e che su ogni italiano grava oggi un fardello di oltre 37 mila euro.
Il primo grafico è l’istogramma del rapporto deficit/pil nei Paesi europei, con l’Italia desolatamente messa meglio solo della Grecia.
Cita Amato, Padoa-Schioppa e Tremonti, ministri di colore diverso ma ugualmente consapevoli del rischio debito. E poi Ricardo, Pareto, Einaudi e Quintino Sella sulle politiche irresponsabili di indebitamento.
Perimetra le situazioni per cui si può azionare la leva del debito: spese straordinarie (catastrofi, riunificazioni nazionali), investimenti, recessioni.
Analizza gli effetti collaterali negativi: alti tassi di interesse, effetti distorsivi nella distribuzione della ricchezza a favore della rendita, necessità di correttivi di emergenza.
Predica «prudenza nei saldi» e attenzione ai fattori strutturali della bassa crescita italiana, ovvero produttività stagnante e scarso tasso di partecipazione al lavoro (altro che spesa corrente).
Argomenta che un Paese indebitato è meno libero e perde sovranità perchè dipende da banche e agenzie di rating.
Critica ogni ipotesi di default («appare un buon affare nel breve periodo, ma è pessimo nel medio e lungo termine») o ristrutturazione (il piano Savona, naturalmente non citato, aleggia in sala) perchè «chi fa default perde credibilità e tende a ripeterlo».
Spiega, evocando Mr Micowber, personaggio del dickensiano David Copperfield, che «il debito rende infelici».
(da “La Stampa”)
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