IL SENATO GIUSTIZIERA’ DI GIROLAMO A RETI UNIFICATE, MA PER 18 MESI HANNO FATTO FINTA DI NULLA
AVENUE DE TERVUEREN 143 A ETTERBEEK NON E’ MAI ESISTITA, LO SAPEVANO TUTTI… ORA FA COMODO UN CAPRO ESPIATORIO PER DIMOSTRARE RIGORE MORALE PRIMA DELLE ELEZIONI…PECCATO CHE DA 18 MESI CI FOSSERO LE PROVE SULLA SUA RESIDENZA TAROCCATA IN BELGIO CHE LO AVREBBERO FATTO SUBITO DECADERE
La strada è stata indicata dal presidente del Senato, Renato Schifani, alla stessa Giunta per le autorizzazioni a procedere: dichiarare decaduto il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, piazzato dalla ‘ndragheta in Parlamento per riciclare il denaro delle cosche.
Una soluzione che evita un processo politico in aula che imbarazzerebbe il centrodestra a un mese dalle elezioni e che permetterà già la prossima settimana di consegnare alla giustizia il senatore verso cui è stato spiccato un mandato di arresto.
Attraverso i media passerà un messaggio rassicurante: le “mele merce” in parlamento vengono eliminate e il ceto politico riacquisterebbe credibilità .
C’è però qualcosa che non torna in questa vicenda, emblematica del degrado della nostra classe politica: il fatto che la convalida o meno dell’elezione di Di Girolamo nel collegio degli italiani all’estero sia in sospeso da ben 18 mesi.
Il Senato infatti non lo dichiarò “ineleggibile” sulla base dell’inchiesta della Procura di Roma che aveva scoperto la storia della residenza fittizia in Belgio, ma non dichiarò neppure la “convalida” dell’elezione.
Tipica soluzione all’italiana: si prese tempo “per approfondire il caso”, e il caso finì in un cassetto ovviamente: nessuno se ne sarebbe più ricordato se non fosse esploso lo scadalo del riciclaggio che ha fatto emergere altri reati, come le schede bianche manomesse dalle cosche per favorire l’elezione del Di Girolamo.
Perchè il senatore non venne dichiarato ineleggibile subito è un mistero, qualcuno parla di appoggi veri o presunti di cui avrebbe goduto.
In realtà la Giunta per le autorizzazioni aveva lavorato bene ed erano emersi fatti incontrovertibili.
Lui dichiarò di abitare ad Etterbeek, in Belgio: furono contattati tutti gli inquilini del palazzo che confermarono di averlo incrociato qualche volta, ma aggiunsero che non vi aveva di certo mai trascorso una notte.
Il contratto di affitto era stato siglato poche settimane prima del voto ed emerse pure il sospetto di una firma falsa, da parte di un dipendente del consolato italiano, sul certificato che attesta la sua residenza in Avenue de Tervueren 143.
La via esiste ma in un altro Comune, Woluwe Saint Pierre, non quello indicato nella dichiarazione del senatore.
Si era arrivati al ridicolo quando al neo cittadino belga fu spedita la scheda elettorale: il pacco postale venne respinto perche il destinario era sconosciuto.
Il Di Girolamo mandò un suo fattorino a ritirarlo presso il Consolato dove lo stesso funzionario di prima glielo aveva messo da parte.
In cambio del favore, un pacco di sigari.
Tutti elementi univoci che avrebbero dovuto renderlo immediatamente ineleggibile e dare spazio al primo dei non eletti.
Si è invece preferito, in nome di quella strana solidarietà dela Casta, mettere la pratica in un cassetto, dove sarebbe rimasta per tutta la legislatura se non fosse accaduto qualcosa di ancora più grave.
Con la complicità di qualcuno e il silenzio di tutti.
Ora il Senato giustizierà Di Girolamo a reti unificate per rifarsi una verginità e il popolo accorrerà ad assistere all’esecuzione, sgomitando sotto il patibolo. Evidentemente in Italia hanno derubricato anche l’omissione di atti d’ufficio o quanto meno esiste una zona franca, dove la legge non si applica.
Peccato che sia la sede dove le leggi dovrebbero invece essere promulgate.
Leave a Reply