L’EX VELINA SI PRESENTA SOLO SE NEL LISTINO, O ELEZIONE CERTA O NIENTE: IL CASO FRANCESCA PASCALE
E’ CAMPANA, MA SENZA LISTINO NON SI PRESENTA: LE HANNO PROPOSTO IL LAZIO, ALLA FINE HA RINUNCIATO : “MI HA CONVINTA BERLUSCONI: MA SE NELLA MIA TERRA CI FOSSE STATO IL LISTINO BLOCCATO AVREI ACCETTATO SUBITO… CHE GRANDE ESEMPIO DI MILITANZA SI FA STRADA NEL PDL
O elezioni sicura o nulla: questa la filosofia che si sta facendo strada nel Pdl e forse è anche una delle ragioni per cui si assiste a un declino del partito. Che poi tali richieste vengano avanzate proprio dalle nuove generazioni, la dice lunga sul percorso etico-politico con cui ci si dovrà confrontare nei prossimi anni.
Nella fattispecie il riferimento è per Francesca Pascale, 25 anni, tra le fondatrici del comitato “Silvio ci manchi”, avviata alla politica da Antonio Martusciello, ex coordinatore di Forza Italia a Napoli, eletta con 7.000 preferenze al consiglio provinciale e ora aspirante consigliera regionale.
Nel suo curriculum una sola nota di rilievo: era valletta nel programma trash Telecafone, in onda su canali locali campani.
Per chi volesse approndire l’analisi delle qualità artistiche della Pascale sono a disposizione su Youtube spezzoni degli spettacolini in cui si prodigava, ma lo sconsigliamo ai deboli di stomaco.
In ogni caso la Pascale ha avuto una carriera sicuramente più fortunata in politica, è stata invitata a suo tempo in Sardegna per “corsi politici”, ha una delega ai grandi eventi a Napoli, è collaboratrice di un ministro, è stata a un passo da essere inserita nelle liste per il parlamento europeo lo scorso anno. Poi le dichiarazioni di Veronica Lario sul “ciarpame senza pudore” bloccarono diverse candidature e non se ne fece nulla.
Ora la Pascale era inizialmente candidata potenziale in Campania, in un secondo momento si parlava di lei come sicura presenza nel listino bloccato della Polverini nel Lazio.
Fino alle dichiarazioni di ieri della Pascale: “Io nel listino del Lazio? Me lo avevano proposto sia il sottosegretario Giro, per il quale lavoro ai Beni culturali, sia Bondi che Cicchitto, dopo che avevo rifiutato la candidatura in Campania, dove il listino non è previsto”.
La Pascale spiega che “in Campania i colonnelli del partito si erano già impegnati con la Carfagna e la Mussolini, allora il premier mi ha proposto il Lazio, ma mi ha spiegato che sarebbe stato meglio che mi fossi presentata nella mia regione. Allora mi sono fatta da parte, ma se nella mia terra ci fosse stato il listino bloccato, avrei accettato subito”.
Come dire che se il partito le avesse garantito l’elezione sicura nel listino bloccato e il relativo stipendio di 12.000 euro al mese, avrebbe accettato a presentarsi in Campania.
Se invece deve darsi da fare per trovare preferenze personali e sbattersi ne fa a meno. Il concetto è questo in sintesi.
Da parte di una ragazza di 25 anni non c’è male, certamente il Pdl ha perso una grande occasione dalla sua mancata “candidatura ideale”, salvo ripescaggi dell’ultima ora, sempre possibili.
E pensare che una volta e, ancora per molti, anche ora, fare politica è un servizio alla propria gente, si basa sulla passione e sulla condivisione di ideali, su sacrifici non remunerati, anzi spesso ci si rimette di tasca e di salute. S
oprattutto quando si incontrano soggetti che mettono la freccia di sorpasso grazie a vigili compiacenti, a frequentazioni di salotti che contano e alla fascia di paladini della libertà .
Sarebbe stato un onore avere in lista bloccata una intellettuale di tal livello, ma forse l’elettore del Pdl ancora per questa volta dovrà farne a meno, accontentandosi di qualche altra show girl convertita sulla via di Villa Certosa. Le scuole di partito peraltro hanno sempre sfornato una classe dirigente di livello, è cosa nota.
La Pascale prima o poi troverà certamente la collocazione adeguata alla sua sofferta militanza.
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