IL SOLITO BLUFF: IL NOME DEL PREMIER NON C’E’
CONTINUANO I VETI INCROCIATI TRA SALVINI E DI MAIO SUL NOME DI UN PREMIER “POLITICO”… E NESSUN TECNICO VUOL FARE IL PREMIER TERZO DI DUE MEGALOMANI
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La telefonata di Luigi di Maio al segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, arriva in serata, al termine di una giornata di trattative con Matteo Salvini a Milano.
Una comunicazione brevissima: 23 secondi.
Soprattutto il leader del M5S non fa ancora il nome del premier del nuovo esecutivo giallo-verde: lo scoglio resta ancora questo.
E la giornata si chiude con un impegno dei due leader a trovare un accordo su un nome ad horas, per riferirlo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il premier lo hanno cercato per tutto il giorno a Milano.
Prima, i tecnici di Lega e M5s si sono riuniti al tavolo sul programma al Pirellone: anche qui, “passi in avanti”, ma non è ancora tutto definito. Fino all’ora di pranzo c’erano anche Salvini e Di Maio.
Poi si sono spostati nello studio di Stefano Buffagni, commercialista ed esponente M5S, per mettere a fuoco il problema più stringente: trovare un accordo sul capo di questo nuovo governo.
Le hanno provate tutte: hanno messo da parte l’idea di un nome terzo per prendere in esame un premier politico. “Politico, mai tecnico”, assicura Di Maio dopo il faccia a faccia con Salvini.
Ma il politico si imbatte negli stessi veti incrociati dei giorni scorsi. Di Maio, capo della forza politica più rilevante con il suo 32 per cento contro il 17 per cento della Lega, non ha messo da parte le sue aspirazioni per Palazzo Chigi.
Ma la sua premiership metterebbe sul piede di guerra gli alleati di Salvini nella coalizione di centrodestra: Forza Italia e Fratelli d’Italia voterebbero no, nessuna benevolenza insomma.
Un esito che il leader della Lega vorrebbe scongiurare in tutti i modi per non rompere l’alleanza di centrodestra.
Anche Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera e plenipotenziario di Salvini, finora è stato fermato da Di Maio.
Tanto che fino a stamane si parlava di premier terzo. Sarà Giorgetti? Sarebbe una grossa concessione per il M5S: basterebbero dei ministeri di peso (come gli Esteri a Di Maio) per ripagarla?
Dopo la telefonata al Colle, dai due partiti interessati alle trattative non arrivano risposte.
Al contrario: trapela invece che l’accordo non è stato ancora trovato e che addirittura si sarebbe tornati a parlare di premier terzo proprio per via dei veti sui nomi politici. Di più: in mancanza di un’intesa, la giornata milanese si chiude con l’impegno di salire al Colle con un nome secco per la premiership.
Nel frattempo, si sfilano altre personalità che in questi giorni erano rientrate nella rosa dei papabili. Si smarca l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini: “Non c’è stato nessun incontro con il Movimento Cinque Stelle, nè una richiesta di incontro da parte loro. Non c’è nessun interesse reciproco, nè da parte mia, nè da parte loro”.
Smentisce anche Massimo Colomban, ex assessore alle partecipate con Virginia Raggi a Roma: “Io premier? Smentisco categoricamente questa ipotesi”.
Sparisce anche l’idea di presentare al Colle una rosa di possibili premier: Mattarella vuole un nome che sia uno.
Il punto è che a sera nemmeno dal Colle riescono a vederci chiaro: nemmeno lì riescono a capire che carte serie abbiano in mano Salvini e Di Maio.
Nulla di preciso trapela dall’attesa telefonata da Milano che arriva al Quirinale poco prima delle 20, dopo il concerto per i 70 anni di Israele che ha tenuto impegnato il presidente nel pomeriggio.
A questo punto nella giornata di lunedì, molto probabilmente nel pomeriggio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe aprire un nuovo giro di consultazioni sul governo.
Molto probabilmente riguarderanno solo Lega e M5s, i partiti interessati a questo nuovo round alla ricerca di un governo per il paese. Ma dal Colle non specificano che andrà così. Dipende dai messaggi che in via informale verranno recapitati alla presidenza della Repubblica nelle prossime ore, visto siamo fermi ‘all’impegno a presentare un nome’.
Il nome per ora non c’è, l’intesa non c’è.
E dunque anche Mattarella vorrà regolarsi. Ad ogni modo, la convocazione di Di Maio e Salvini al Colle potrebbe avvenire lunedì pomeriggio o martedì pomeriggio. Nel frattempo dovranno cercare il modo per uscire dall’impasse.
Le trattative continueranno a oltranza, stavolta non a Milano ma a Roma.
(da “Huffingtonpost”)
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