IL TRIBUNALE DEL RIESAME SMONTA LE ACCUSE INFAMANTI DEL PROCURATORE ZUCCARO SUL CASO AQUARIUS, MA SUI TG DI REGIME LA NOTIZIA DEL DISSEQUESTRO VIENE CENSURATA
DISSEQUESTRATI 200.000 EURO DELL’ARMATORE… DOPO DUE ANNI DI INDAGINI PER DIMOSTRARE COLLUSIONI TRA ONG E SCAFISTI, ACCUSE DI SMALTIMENTO ILLECITO DI RIFIUTI, CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO SPESI PER NULLA, FALLISCE IL TENTATIVO DI CRIMINALIZZARE LE ONG … E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SI GUARDA BENE DAL MANDARE UNA ISPEZIONE ALLA PROCURA DI CATANIA
Prima l’annuncio del dissequestro. Poi la smentita della procura di Catania. Sulla nave Aquarius, gestita da Medici Senza Frontiere, si apre un nuovo caso.
A riaprire la discussione è stato il presidente dell’Associazione A buon diritto, Luigi Manconi, che in mattinata ha annunciato il dissequestro della nave Aquarius dopo l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti.
Ma, precisa la procura di Catania, l’Aquarius non può essere stata dissequestrata perchè non è mai stata posta a sequestro, in quanto non era in Italia e il decreto del gip non è mai stato eseguito nè impugnato.
Secondo quanto spiega la procura, il Tribunale del riesame si è espresso sul sequestro di 200mila euro di beni da due conti correnti intestati a Francesco Giannino, titolare della ‘Mediterranean shipping agency’ di Augusta (Siracusa), annullando il precedente decreto.
E dando, di fatto, torto alla procura di Catania, smontando la sua accusa.
Giannino è indagato nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti da navi di Ong che soccorrevano migranti.
A confermare la notizia anche il legale dell’indagato, l’avvocato Dina D’Angelo, che sottolinea come sia la sua “l’unica parte in causa a presentare ricorso e a discutere davanti ai giudici”.
Il Tribunale del riesame ha comunque accolto integralmente il ricorso dell’agente marittimo.
I giudici non hanno rilevato i presupposti su cui si basa l’accusa ai danni di Giannino, secondo quanto anticipato da Radio Radicale, e hanno quindi bocciato i provvedimenti emessi.
La procura di Catania, guidata da Carmelo Zuccaro, sostiene l’accusa di smaltimento illecito avvenuto in totale in 44 occasioni, per circa 24mila chili di rifiuti, tra cui anche “gli indumenti contaminati indossati”, gli scarti alimentari e i rifiuti utilizzati in navigazione per l’assistenza medica ai migranti soccorsi in mare.
Nonostante il mancato sequestro, confermato dalla procura, l’Aquarius difficilmente potrà tornare a breve in mare, essendo ancora priva di bandiera dopo la revoca da parte delle autorità di Panama.
Già in passsato gli inquirenti etnei si erano visti bocciare i provvedimenti a danno delle Ong da parte dei giudici delle indagini preliminari.
A oltre due anni dalle prime accuse, nessuno dei procedimenti avviati di procuratore Zuccaro, secondo cui potevano esservi collegamenti tra le organizzazioni non governative e i trafficanti di uomini, è mai arrivato a un processo, fermandosi sempre alle indagini preliminari.
L’agenzia marittima di Francesco Gianino, asssitita dall’avvocato Dina D’Angelo, si è vista così restituire 200mila euro bloccati dalla procura e potrà riprendere regolarmente le attività che erano state sospese dal provvedimento emesso lo scorso 20 novembre.
Medici senza frontiere aveva respinto le accuse sostenendo di aver sempre seguito le procedure standard.
«Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini», aveva lamentato Karline Klejer, responsabile delle emergenzeper Msf, «ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminalefinalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare».
(da “Avvenire“)
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