IN CISGIORDANIA DAL 7 OTTOBRE 2023 MILLE PALESTINESI SONO STATI UCCISI DAI COLONI: YINON LEVI, COLONO MESSO SOTTO SANZIONI DA BIDEN, MA TOLTO DALLA LISTA NERA DA TRUMP, HA SPARATO A AWDAH HATHALEEN, UNO DEGLI ATTIVISTI DEL DOCUMENTARIO PREMIO OSCAR “NO OTHER LAND” CHE PROTESTAVA PER L’ENNESIMO FURTO DI TERRA
LEVI RIMARRÀ IMPUNITO VISTO CHE IN AREA C (COME IL 70% DELLA CISGIORDANIA) LE LEGGI SONO ISRAELIANE E GLI ALTRI COLONI CONTINUERANNO A RENDERE LA VITA DEI PALESTINESI COSÌ IMPOSSIBILE DA COSTRINGERLI A SLOGGIARE
I palestinesi di questi piccoli villaggi nel sud della Cisgiordania sono diventati delle celebrità da quando il film girato da loro stessi ha vinto il Premio Oscar. No Other Land , non c’è altra terra, racconta la loro resistenza non-violenta contro le prepotenze dei coloni israeliani. Credevo esagerassero e mi sbagliavo.
Lunedì sono stato nei cortili, sotto gli alberi, sui gradini delle case dov’è stato girato il documentario. Ho chiesto loro se fosse il caso di avvicinarsi al cancello della vicina colonia israeliana di Karmel. Hanno scosso la testa. Ho proposto di filmare la scavatrice che lavorava a fianco delle loro case. «Meglio di no, non sai come possono reagire i coloni».
E come possono mai reagire i cittadini di uno Stato democratico? Sono soggetti a una magistratura indipendente, se qualcuno sbaglia, paga.
Il sistema lo punisce. O no? La risposta è stata senza appello.
«Sono coloni, liberi di fare quel che vogliono. Rubano le pecore, le avvelenano, tagliano gli alberi, sradicano i nostri orti. Potrebbero anche spararti». Avevano ragione. Tempo tre ore dalla mia partenza dal villaggio di Um-al-Khair e il colono che stava lavorando alla scavatrice che volevo filmare ha affrontato i palestinesi che contestavano l’invasione della loro terra.
Lo si vede in diversi filmati diffusi sui social dagli attivisti. È in borghese, ha una pistola di grosso calibro nella mano destra, si avvicina minaccioso. Urla, alza l’arma e spara ad altezza d’uomo. Ricomincia a urlare, fa qualche passo a destra, e sempre senza che nessuno gli si avvicini, spara ancora.
Uno degli attivisti che compaiono nel film, Awdah Hathaleen, è colpito al petto e muore. Aveva appena lanciato un allarme sui social: «I coloni stanno scavando per tagliare la nostra acqua, aiutateci». Il co-regista palestinese, Basel Adra, che abita a 5 minuti di auto, ha commentato così la morte dell’amico: «Ci cancellano, una vita alla volta».
Il colono con la pistola era già famoso per la sua aggressività. Si chiama Yinon Levi. È stato fermato dalla polizia, ma non ancora incriminato. Levi era stato messo sotto sanzioni dal presidente americano Joe Biden, ma tolto dalla lista nera da Donald Trump. Sono almeno mille i palestinesi di Cisgiordania uccisi dai coloni israeliani dal 7 ottobre 2023.
Raramente qualcuno di loro è stato condannato. Invocano la legittima difesa, ma mentre i coloni girano pesantemente armati, con fucili da guerra a tracolla e persino gli adolescenti pascolano le pecore con le pistole alla cintura, i palestinesi non mostrano mai armi.
In questo caso, poi, i video paiono inequivocabili. Disarmati che protestano e Levi che spara ad altezza uomo.
Al villaggio di Um-al-Khair erano presenti anche diversi attivisti occidentali, compreso l’italiano Andrea Alberizzi. «La scopo dei coloni è rendere la via dei palestinesi così difficile che decideranno di andarsene» dice.
«Ci sono tanti modi che hanno escogitato per rubarci la terra in punta di diritto — spiega uno dei palestinesi più adulti, il nome è meglio resti nel taccuino —. Possono sostenere che un’area è vicina ai loro insediamenti e quindi, per sicurezza deve essere
abbandonata.
Poi però la coltivano e l’“area di sicurezza” dovrà allargarsi. Altre volte espropriano nostre case per cercare tracce archeologiche di antichi ebrei. Ovviamente attorno agli scavi non possono vivere palestinesi, ma ebrei sì. Quindi passati tre anni, quel terreno diventa statale in base a un’antica legge ottomana e Israele lo concede, guarda caso, ai coloni, mai ai palestinesi».
Il fatto che questa sia Cisgiordania e quindi in teoria sottoposta all’autorità palestinese è una fandonia. «Siamo in Area C — spiega un altro attivista palestinese che lasciamo anonimo —, come quasi il 70% della Cisgiordania. Significa che polizia, magistratura e leggi sono israeliane. Noi non siamo cittadini, neanche di serie B, solo ospiti sgraditi a casa nostra».
(da Corriere della Sera)
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