“INCONTRI SOSPETTI, BUFERA IN FUTURO E LIBERTA’: COLLOQUIO TRA MAMONE E IL VERTICE REGIONALE DI FLI”
DAL SECOLO XIX: “SI DIMETTONO IN 25, L’INTERA DIREZIONE PROVINCIALE.. UN SOCIO DI MAMONE PRESIEDE UN CIRCOLO”
Il commissariamento del partito a livello provinciale e cittadino, insieme alle dimissioni a raffica di 25 fra dirigenti e iscritti vari.
Per Enrico Nan, guida regionale di Futuro e libertà , si tratta della «normale soluzione a conflitti interni, preludio a un democratico congresso. E chiunque desse una chiave di lettura diversa o maliziosa, meriterebbe querele».
Ma ci sono due retroscena importanti, che potrebbero aver pesato (sebbene non in modo esclusivo) nel terremoto ufficializzato ieri fra gli esponenti del partito di Gianfranco Fini all’ombra della Lanterna.
Non è infatti un caso se il termine «codice etico» è segnato in neretto nel comunicato con cui i 25 hanno annunciato il proprio addio.
Perchè quel passo è stato preceduto da uno scambio di telefonate e mail al vetriolo, in cui si commentavano due episodi rimasti finora (parecchio) sottotraccia: un incontro riservato nella sede regionale del partito, fra lo stesso Enrico Nan e gli imprenditori Mamone (al centro di varie inchieste e sospettati di contatti con la criminalità calabrese).
E il ruolo di presidente di circolo, con annessa possibilità di rapido ampliamento, che s’era ritagliato Pietro Malatesti, un particolarissimo personaggio che la Finanza qualche anno fa intercettò per mesi.
Di entrambi questi fatti sarebbe stato informato Fabio Granata, esponente di spicco di Fli e vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, a Genova la settimana scorsa.
Ma per il momento il vincitore è Nan.
Flashback, allora.
Bisogna tornare al febbraio scorso, sede della Fiumara, per rievocare il blitz dei fratelli Mamone, Gino e Antonino detto Ninetto.
Il primo, patròn della Eco.Ge, colosso delle bonifiche e demolizioni, è sotto processo a Genova per corruzione e indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta (avrebbe guidato un cartello d’imprese per spartirsi degli appalti) ed emissione di false fatture.
Il suo nome è stato più volte accostato a quello di alcune cosche calabresi, e lo stesso Gino – come certifica un video acquisito dalla Direzione distrettuale antimafia – fu protagonista agli inizi della sua carriera di un imbarazzante brindisi con alcuni personaggi che risulteranno poi conclamati capiclan.
Di cos’hanno parlato con Nan? «Si sono proposti a sostegno del movimento – conferma il coordinatore – ma il colloquio durò pochissimo».
Alcuni militanti non gradiscono; anche perchè da almeno quattro anni la stampa cittadina – Il Secolo XIX in particolare – ha dedicato fior di pubblicazioni alle vicende dei Mamone.
Nan non si scompone: «La mia segretaria mi fissa centinaia di incontri. È normale, per un rappresentante politico. Le questioni giudiziarie dei Mamone sui giornali? Lì per lì non ci ho pensato».
Poi succede dell’altro, e non sembra proprio scollegato.
Più o meno nello stesso periodo, una delle rappresentanti di “Generazione Futuro” (organizzazione giovanile di Fli) viene contattata da uno dei trenta iscritti di “Generazione Centro”, il circolo di cui è presidente tale Piero Malatesti.
L’interlocutore, che non è Malatesti, e lo confermano fonti qualificate interne a Futuro e Libertà , si qualificherebbe come rappresentante di un’associazione dove si potrebbe fare incetta di tessere.
L’ipotesi sfuma, ma vale la pena approfondire a questo punto la figura dello stesso Malatesti, la guida della sezione da cui parrebbe essere partita l’iniziativa del tesseramento industriale.
Malatesti (una mail di convocazione alla cena con due parlamentari lo include nell’indirizzario dei dirigenti genovesi) è stato al centro di indagini della Finanza nel 2007.
I militari ne rimarcavano in primis i continui contatti con Gino Mamone: insieme avevano provato ad avvicinare l’allora leader dell’Udeur, Clemente Mastella, a Palazzo Ducale, e allo strano blitz partecipò pure Onofrio Garcea, uno dei boss della ‘ndrangheta genovese arrestati nei mesi scorsi.
Malatesti era così descritto nell’informativa dei pm: “Ha innumerevoli contatti con il mondo imprenditoriale e politico, non giustificati dalla professione svolta, il tassista. Sovente è capitato d’intercettare conversazioni nelle quali parrebbe che lo stesso fosse impegnato in un ruolo di intermediario per un appalto nel settore petrolifero in territorio libico, congiuntamente a Gino Mamone. Sono state intercettate anche conversazioni in cui si parla della loro percentuale di guadagno”:
E’ perlomeno singolare che, soci in questo stranissimo business nel 2007 (quando le aderenze sospette degli stessi Mamone con le famiglie calabresi erano già note) ritornino quasi contemporaneamente nella vita di Futuro e Libertà .-
Così strano che potrebbe aver contribuito alle dimissioni in massa.
Enrico Nan ribadisce di non sapere “assolutamente nulla”di quella proposta di tesseramento partita dal circolo di Malatesti: “Il fatto che il suo nome ricorresse nelle intercettazioni di un’inchiesta penale, non può essere una dirimente all’iscrizione”.
Il Secolo XIX ha provato più volte a contattare Piero Malatesti sul cellulare, senza ottenere risposta
Matteo Indice e Giovanni Mari
(da “Il Secolo XIX“)
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