INCUBO SCILIPOTI AL GOVERNO, ORA I RESPONSABILI BATTONO CASSA: IL RISCHIO CHE SCILIPOTI PUNGA (CON L’AGOPUNTURA) E RAZZI MORDA (CON LA DENTIERA)
L’ARMA SEDUTTIVA DEL PROCESSO BREVE: PIU’ SONO GLI ADERENTI AL PARTITO DEI VENDUTI, MAGGIORI SONO LE RICHIESTE… UN POSTO DA VICEMINISTRO (CALEARO) E QUATTRO SOTTOSEGRETARI ( PIONATI, BELCASTRO, CESAREO E POLIDORI) NON ACCONTENTANO TUTTI
Domani, mercoledì 13 aprile, saranno quattro mesi esatti che i Resposanbili aspettano e aspirano a poltrone di sottogoverno.
Era infatti il 13 dicembre quando Berlusconi, alla vigilia della fiducia in Parlamento, si assicurò il sostegno di ex dipietristi, finiani di ritorno, centristi minori, delusi rutelliani già democratici.
Gli ultimi a essere contattati, quel giorno, furono Silvano Moffa e Catia Polidori di Futuro e Libertà .
La fiducia passò e da allora i Responsabili, un fritto misto di sei sigle diventato la fatidica terza gamba della maggioranza, stanno invano battendo cassa.
Adesso la promessa del Cavaliere di devolvere cinque posti dell’atteso rimpasto a Inziativa Responsabile (Ir) incrocia il voto decisivo sul processo breve, previsto per domani.
Un’incognita che rende ancora più instabile il quadro del centrodestra squassato dalle lotte intestine: Scajola e i suoi all’assalto del partito consegnato a Verdini; i ministri di rito berlusconiano contro Tremonti e gli ex An; gli ex An, a loro volta, che preparano una controffensiva; la fronda sudista di Miccichè, infine, in preda a un frenetico attivismo.
È la “fibrillazione” di cui si parla con preoccupazione in questi giorni nell’inner circle del Cavaliere.
Da quale di questi fronti arriverà l’eventuale pugnalata alle spalle sulla legge ad personam che deve salvare B. dal temuto processo Mills?
I Responsabili fanno sapere di essere “tranquilli” e che il premier “non deve preoccuparsi”.
Dice off the record uno dei protagonisti della trattativa: “Noi ci saremo e poi a chi conviene fare un autogol del genere? Se il processo breve non passa, il governo cade e si va a casa”. Cui prodest?
Riflessione pragmatica che però in ogni caso non placa le inquietudini che attraversano Ir da quattro mesi.
La lista della spesa è pronta da metà marzo (un posto da viceministro e quattro da sottosegretario) ma sinora il rimpasto è sempre stato rinviato. E visto che ora le nomine di sottogoverno vengono annunciate per il consiglio dei ministri di giovedì, il sospetto è che il Caimano abbia applicato a suo vantaggio lo sconto del “prendi due paghi uno”: fiducia e processo breve poi la poltrona.
Anche per questo, stamattina, una delegazione di Responsabili incontrerà Denis Verdini, il triumviro del Pdl che di fatto gestisce il partito.
Il messaggio recapitato da Verdini a Ir è stato breve ed essenziale: “Stavolta venite con le idee chiare. Fatemi sapere i nomi una volta per tutte”.
I continui rinvii del Cavaliere hanno infatti risvegliato nelle ultime settimane una serie di ambizioni che sembravano sopite un mese fa. I Responsabili erano riusciti a trovare un faticoso accordo su Calearo viceministro al Commercio con l’estero, poi Belcastro, Pionati, Cesario e Polidori sottosegretari.
Con la Siliquini nel cda delle Poste.
Nelle ore che precedono la discussione sul processo breve sono ricomparsi altri tre aspiranti: il centrista Catone della Discussione, ennesimo fliniano di ritorno, e gli ex dipietristi Razzi&Scilipoti.
Continua l’anonimo Responsabile: “I casi di Razzi e Scilipoti sono comprensibili. In fondo sono quelli che hanno avuto più impatto mediatico in questa vicenda della terza gamba, pagando un prezzo alto per gli attacchi ricevuti. Che uno dei due possa finire nel governo mi sembra anche giusto”.
Nei piani del Caimano il rimpasto prevede due fasi.
In quella ritenuta per imminente dovrebbe esserci, appunto, l’infornata dei Responsabili più altri due viceministri: l’ex Mpa Misiti alle Infrastrutture e la pidiellina Bernini alle Comunicazioni, al posto lasciato libero da Romani.
In tutto sono undici le caselle rimaste vuote e da riempire. Più la promessa già mantenuta con il siciliano Romano, all’Agricoltura.
Fin qui l’esistente, con la squadra di governo a sessanta posti.
Poi c’è il disegno di legge per aumentare di almeno altre dodici poltrone l’esecutivo. Nonostante le perplessità di Napolitano e le resistenze di Tremonti, per la copertura economica, il premier farà presentare il ddl appena incassato il voto sul processo breve. Le schede predisposte dai ministri per le esigenze di ogni singolo dicastero sono già pronte e nel Pdl si considera “non più rinviabile la questione perchè ci sono da mandare avanti le commissioni, rimaste senza componenti del governo”.
Questa seconda e ultima fase del rimpasto dovrebbe avvenire dopo le Amministrative e sarà usata dal Cavaliere anche per abbassare la tensione nel partito.
Le poltrone, in molti casi, sono la migliore medicina contro i mal di pancia. Solo che, allungandosi la lista dei transfughi (ultimi arrivi i libdem Tanoni e Melchiorre), il rischio è che i futuri esclusi dal rimpasto facciano qualche scherzetto nell’iter parlamentare del ddl per aumentare le poltrone.
Un serpente condannato a mangiarsi la coda. Anzi un Caimano.
Da logorare più che da abbattere.
Almeno per il momento.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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