INTERVISTA A TAJANI: “NIENTE IN COMUNE CON IL M5S, BERLUSCONI CORRERA'”
“CHIUNQUE SI ALLEI CON I GRILLINI NON RAPPRESENTA IL CENTRODESTRA, MA SOLO SE STESSO”… “HO OTTENUTO PIU IO CON L’EUROPA TRATTANDO, CHE SALVINI URLANDO”
«Spero che non si vada a votare a luglio. Ve le immaginate la ricadute sull’affluenza? Si rischia un voto falsato».
Se Cottarelli rinunciasse, circostanza al momento smentita sia dal diretto interessato che dal Colle
«Mettiamola così. Noi abbiamo fiducia nel capo dello Stato. Se Mattarella decide di sciogliere le Camere, allora la mia speranza è che si vada al voto col centrodestra unito».
Se ripartisse in extremis il gioco tra Lega e M5S per formare un governo politico?
«La nostra idea non è cambiata. Non ci opporremmo alla nascita di un governo M5S-Lega, come abbiamo spiegato nelle settimane passate. Ovviamente, non voteremmo la fiducia a quel governo ma ci limiteremmo a sostenere in Parlamento solo i provvedimenti che ci convincono, quelli che stavano nel programma del centrodestra».
Antonio Tajani segue con apprensione da Bruxelles l’evolversi della situazione italiana. Da alto dirigente di Forza Italia, da cui era stato indicato come candidato alla presidenza del Consiglio. E anche da presidente del Parlamento europeo.
Lo spread fa paura? La politica dovrebbe ignorarlo o tenerne conto?
«Ma come si fa a ignorare lo spread che supera quota trecento? Siamo lontani per ora dalle cifre del 2011, questo sì. Ma non dimentichiamo che allora non c’era il quantitative easing».
Sta dicendo che, senza l’ombrello della Bce di Mario Draghi, la nostra condizione oggi sarebbe quella del 2011?
«Io voglio sperare e credere che non sia così. Ma rifinanziare un debito pubblico di 2300 miliardi ci costa 400 miliardi l’anno, più di un miliardo al giorno. Serve un governo che governi, che dia rassicurazioni ai mercati, che tranquillizzi gli investitori. E quel governo non può che essere un governo di centrodestra, su cui noi premevamo, guidato dal leader che tra i nostri aveva preso più voti».
Sta parlando di Salvini, che però continua a tenere sulle spine FI ventilando a più riprese la rottura del centrodestra classico?
«Sì. E sono convinto che il centrodestra esiste ancora».
Ne è convinto anche Salvini, secondo lei?
«Voglio augurarmi che sia così. Non si può prescindere dal centrodestra».
Ha mai preso in considerazione l’ipotesi che la Lega finisca per correre al voto alleata coi Cinquestelle?
«I Cinquestelle non sono il centrodestra. Noi siamo garantisti e loro no, noi siamo liberali e loro no, noi abbiamo una visione della politica e loro un’altra. Chiunque si allea coi M5S non è di centrodestra. Mi auguro che Salvini capisca che il centrodestra, con Di Maio e di Battista, non ha nulla a che vedere».
Per la Lega non si possono prendere ordini dall’Europa, dalla Germania
«Io non prendo ordini da nessuno, è chiaro? Quando è servito ho affrontato Juncker a viso aperto e in diretta tv. Mi sono espresso a favore dello sfondamento del tetto del 3 per cento da vicepresidente della Commissione, ho lavorato per ottenere la flessibilità per pagare i debiti della pubblica Amministrazione con le imprese… Eppure, per queste scelte, nessuno mi ha espulso da niente. Anzi, sono diventato presidente del Parlamento europeo. Segno che le cose, se si vogliono, si possono fare».
Se la Lega vi chiedesse di abbandonare le vostre posizioni europeiste e il Ppe come «pegno» per una nuova alleanza elettorale?
«Forza Italia è nel Ppe da prima che la Merkel diventasse cancelliera. Noi rimaniamo fedeli ai nostri orizzonti culturali e ai nostri valori. Se devo rimangiarmi le cose in cui credo da sempre, allora preferisco cambiare lavoro. Anzi, tornare al mio lavoro, visto che ne avevo uno».
Sedersi al tavolo delle trattative con la Lega, in caso di elezioni anticipate, non sarà facile. La distanza tra voi e loro nei sondaggi è tanta. E la farebbero pesare nella ripartizione delle candidature
«I sondaggi non contano. Li abbiamo utilizzati come metro prima delle elezioni di marzo solo perchè non si votava alle politiche da cinque anni. Ora no, per noi valgono i risultati del 4 marzo».
Si candiderà al Parlamento italiano?
«No, corro alle Europee».
Berlusconi sarà il vostro capo politico e candidato premier
«Senza dubbio».
E l’ipotesi di un Fronte repubblicano con voi e il Pd?
«Al momento non è all’ordine del giorno».
(da “il Corriere della Sera”)
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