ITALICUM, LA CAMERA RESPINGE LE PREGIUDIZIALI DI COSTITUZIONALITA’ CON 25 FRANCHI TIRATORI
SUPERATO (PER ORA) LO SCOGLIO DEL PRIMO VOTO SEGRETO
L’aula della Camera, con un’unica votazione e a scrutinio segreto, ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità e di merito presentate da Sel, Fdi e M5s al testo base sull’Italicum.
Subito dopo è stata bocciata anche la pregiudiziale di merito presentata dal M5s e votata a scrutinio palese.
I deputati grillini hanno poi abbandonato l’aula.
Esprime tutta la sua soddisfazione il segretario del Pd, Matteo Renzi: “Bene, abbiamo tenuto, ora avanti, si fa”.
Nel primo voto d’aula la maggioranza ha quindi ‘tenuto’ sull’accordo Pd-Forza Italia siglato da Renzi e Silvio Berlusconi e sottoscritto in commissione anche da Ncd. Il partito di Angelino Alfano comunque, attraverso il capogruppo a Montecitorio Enrico Costa, ha chiesto che il testo non sia “blindato”.
Le pregiudiziali delle opposizioni sono state votate anche dal centro democratico, alleato con il Pd.
La Lega non ha partecipato al voto protestando per la bagarre M5s di giovedì in commissione Affari costituzionali che non ha permesso al suo deputato Cristian Invernizzi di esprimersi sul testo base.
Per quanto riguarda la maggioranza, i Popolari per l’Italia hanno ritirato la loro pregiudiziale.
Scelta civica, pur non votando i documenti delle opposizioni, ha mosso alcuni rilievi all’Italicum.
Renato Balduzzi, in dissenso dal gruppo Sc, si è astenuto.
Ma nonostante la maggioranza alla fine abbia mostrato di aver tenuto, nel voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità spuntano poco più di 20 franchi tiratori.
Già , perchè tabulati alla mano, sono tra i 21 e i 30 i deputati che, nel segreto dell’urna, hanno votato per bocciare la legge elettorale, in dissenso rispetto al proprio gruppo.
Alle 14 ci sarà una conferenza dei capigruppo che deciderà sul prosieguo dell’esame della legge elettorale in assemblea per quanto riguarda gli emendamenti. Le altre votazioni dovrebbero essere rinviate a febbraio.
Per assistere al primo voto in aula sulla legge elettorale c’era il governo al gran completo, tranne il premier Enrico Letta.
Tra i ministri, da segnalare la presenza di Alfano.
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