JO COX, QUANDO L’IMPEGNO PER GLI ALTRI SI FA VITA
MADRE DI DUE BAMBINI, LASCIA UN ESEMPIO DI ATTENZIONE AI POVERI, ALLE DONNE E ALL’INTEGRAZIONE EUROPEA
Nata il 22 giugno del 1974, Helen Joanne Cox, per amici, compagni di partito, elettori e avversari semplicemente “Jo”, crebbe nel Batley & Spen, il collegio elettorale nel West Yorkshire che la volle in Parlamento nel 2015.
Il più prestigioso traguardo di una vita che l’aveva vista venti anni prima arrivare alla laurea, unica nella sua famiglia, in studi politici e sociali, a Cambridge nel 1995.
Una carriera dispiegatasi in un impegno, in tutto il mondo, a sostegno di campagne umanitarie e attività di beneficenza per combattere la povertà , la sofferenza e la discriminazione.
Del suo impegno hanno usufruito, tra le altre, organizzazioni come Oxfam, Save The Childern e la National Society for the Prevention of Cruelty to Children.
Nel Labour, Jo Cox rivestiva la carica di presidente del Women’s Network del partito e senior advisor dell’organizzazione anti-schiavitù Freedom Fund.
Sposata con Brendan, alto funzionario di Save The Children, aveva due bambini di tre e cinque anni.
Felicemente divisa tra politica e famiglia, nel poco tempo libero che le restava Jo amava inerpicarsi sulle verdi colline scozzesi, andare in barca sul Tamigi, calzare un paio di sneaker e correre.
Fino a quando, nel pomeriggio di oggi, la sua corsa è finita a Birstall, villaggio alle porte di Leeds, nel suo West Yorkshire, dove è stata assassinata.
Una morte che si riverbera sulle battute finali della campagna referendaria sulla “Brexit”, che vedeva Jo Cox battersi per la permanenza del Regno Unito nella Ue. Questo il tweet “fissato” che chiude, come un testamento, il suo profilo.
Ma è più bello ricordarla con un altro tweet, rilasciato da Jo appena ieri, dove una foto ritrae la sua famiglia in un gommone, impegnata sul Tamigi nella regata tra gli europeisti del “Remain” e gli isolazionisti della “Brexit”.
Una donna impugna il vessillo “In”, perchè “dentro” l’Unione europea, scrive Jo Cox, “siamo più forti”.
Quella donna capelli al vento è di spalle, il dubbio è che non si tratti di Jo Cox. Ma si può credere che a bordo ci fosse proprio lei, non è peccato.
Già , credere. Jo Cox, una donna a cui non erano mai mancati obiettivi, speranze, sogni. Dopo l’università , Jo Cox lavorò al servizio della deputata Joan Walley, impegnandosi nel 1999 al lancio di “Britain in Europe”, un gruppo di pressione collegato ai laburisti e ai liberal democratici, protagonista della campagna europeista nel Regno Unito, trascorrendo anche due anni a Bruxelles con l’eurodeputata del Labour e baronessa Glenys Kinnock.
Ma si ricorda anche la sua collaborazione fianco a fianco con l’attivista Sarah Brown nella Maternal Mortality Campaign, per stimolare un intervento di respiro internazionale perchè le donne africane non muoiano più dando alla luce i loro figli.
Per questo suo instancabile lavoro al servizio degli altri, nel 2009 fu nominata Young Global Leader al Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera.
Nel 2012 fu insignita del Devex Award per il suo contributo allo sviluppo internazionale, aree di intervento che Jo Cox avrebbe coperto anche in Parlamento, assieme a politica estera, educazione dell’infanzia e isolamento sociale.
Come presidente del Labour Women’s Network, per quattro anni Jo Cox incoraggiò sempre più donne a entrare in politica e a farsi coinvolgere nel pubblico.
Nel periodo immediatamente precedente alla sua elezione in Parlamento, Jo collaborava con la Bill and Melinda Gates Foundation, per l’accesso all’istruzione e alla sanità nelle aree critiche del pianeta, e con il già citato Freedom Fund, focalizzato sul contrasto delle moderne forme di schiavitù.
Ma Jo era anche coinvolta nel lancio di UK Women, un nuovo istituto di ricerca dedicato a migliorare la comprensione della prospettiva e delle necessità delle donne del Regno Unito.
Jo Cox, co-presidente del gruppo parlamentare trasversale Friends of Syria, si astenne dal voto sull’adesione militare britannica alla Coalizione internazionale in polemica con l’assenza di un approccio complessivo alla crisi che includesse necessariamente anche il dialogo con il dittatore Assad.
Era inoltre membro dei gruppi della Camera dei Comuni al lavoro su temi di grande respiro come Palestina, Pakistan, Kashmir, come sulle questioni che riguardavano il suo territorio, devolution e sviluppo dell’economia regionale nello Yorkshire.
Dove qualcuno ha voluto porre fine alla sua corsa.
Forse persino ignaro di quanto Jo si sia spesa anche per lui.
Paolo Gallori
(da “La Repubblica“)
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