L’EVASIONE NASCONDI E SCAPPA: NEL SUPERMARKET DELLA FINANZA OCCULTA
SOCIETà€ OFFSHORE E RESIDENZE FITTIZIE AL SERVIZIO DEI FURBONI DELLE TASSE
Una palazzina anonima in viale Campania, poco distante dal centro di Milano. Niente nomi altisonanti sui citofoni, targhe in ottone o arredi sfarzosi nell’androne d’ingresso.
Ma chi bussa a quella porta sa benissimo dove andare e a chi rivolgersi.
Benvenuti nel supermarket della finanza occulta.
Basta prendere appuntamento e il gioco è fatto.
Sugli scaffali, scaffali virtuali, c’è tutto quel che serve per nascondere all’estero patrimoni di ogni taglia.
Può partire da qui, da questo studio tributario specializzato in fiscalità internazionale, la giornata tipo dell’evasore medio.
Per dire, serve una società off shore a cui intestare la barca, l’auto di lusso, la casa o
perfino l’aziendina di famiglia?
Ce n’è per tutti i gusti e gli esperti professionisti dello studio di viale Campania sapranno indicare le soluzioni migliori.
Finanziarie con base in Irlanda, Nuova Zelanda, a Londra e negli Stati Uniti.
Ce ne sono a decine, tutte con base oltrefrontiera e un domicilio italiano a Milano.
Nomi come Mesa yachting, Tualatin, Belior, Dikson, Coind e tante altre ancora con i marchi più strani ed esotici, come emerge da una recente indagine della Guardia di Finanza. Supermarket dell’evasione come questo, nascosti dietro il paravento di rispettabili studi professionali, sono decine e decine in Italia. Passa da lì, il grande fiume del denaro nero. Denaro sottratto al Fisco che viaggia per centinaia, a volte migliaia di chilometri semplicemente da un computer all’altro.
Certo non mancano gli evasori fai da te, quelli che si avventurano in terra svizzera con la valigia gonfia di bigliettoni da 500.
Oppure di lingottini ”oro, che di questi tempi, complice una sapiente e occulta pubblicità delle banche elvetiche, vanno alla grande.
Il grosso del lavoro, però, si può fare dal salotto di casa, con l’assistenza, ovviamente, di un esperto del settore.
Prendiamo il caso di un imprenditore che voglia dare un taglio al reddito aziendale per pagare meno tasse.
La soluzione, vecchia come il mondo, è quella della fatture per prestazioni inesistenti emesse da società create ad hoc, le cosiddette cartiere.
Il Fisco non accetta documenti emessi da società off shore con base nei Paesi della cosiddetta black list, tipo Panama o le Antille, ma con l’Inghilterra, che fa parte della Ue, tutto diventa più semplice.
L’ideale è trasferire a Londra addirittura la propria residenza fiscale.
Una residenza fittizia, ovviamente, perchè il furbetto in questione trascorrerà sulle rive del Tamigi solo poche giornate all’anno.
Infatti la legge del Regno Unito prevede la tassazione solo del reddito prodotto all’interno di confini del Paese.
Chi svolge attività altrove, per esempio in Italia, non paga nulla al fisco britannico e spesso riesce anche a farla franca anche con il nostro erario perchè non risulta residente in Italia.
È una soluzione adottata soprattutto da professionisti, artisti, cantanti.
Per smascherare l’evasore il fisco dovrebbe riuscire a dimostrare che il sedicente residente a Londra ha mantenuto il centro dei suoi affari in Italia, dove trascorre più di metà dell’anno. L’imprenditore evasore può poi trasferire il denaro nero sul conto aperto in una banca svizzera.
Anche in questo caso però non c’è bisogno di spalloni e di avventurosi attraversamenti della frontiera.
Molto semplicemente succede che il professionista di fiducia dell’evasore nostrano contatta il suo corrispondente a Lugano chiedendogli di depositare una certa somma su un determinato conto bancario a disposizione del cliente italiano.
La stessa operazione viene completata in Italia per conto del fiduciario svizzero che così si vede restituito il denaro anticipato.
Semplice no? Si chiama compensazione e tra i furbetti delle tasse va alla grande.
Una volta arrivato in Svizzera, però, il denaro nero sempre più spesso prende di nuovo il volo verso altre destinazioni ritenute ancora più sicure.
Un esempio: giusto un mese fa la Banca della Svizzera italiana (Bsi) uno dei più importanti istituti sulla piazza di Lugano ha aperto la sua terza sede ad Hong Kong, che si aggiunge a quelle già attive a Singapore.
Gran parte del denaro che affluisce da quelle parti arriva dall’Europa e in particolare dall’Italia. Perchè l’estremo Oriente è considerato una zona al riparo dalle offensive del fisco di Roma. Particolare importante: la Bsi batte bandiera italiana perchè appartiene alle Assicurazioni Generali.
Vittorio Malagutti
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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