LA ANNUNCIATA QUERELA DI CHI NON HA TITOLO A FARLA: DI MAIO, LEGGITI IL CODICE, ALMENO
SE QUALCUNO DEVE QUERELARE CALABRESI E’ CHI E’ PARTE IN CAUSA, OVVERO CASALEGGIO (CHE NON LO FA) O SALVINI… DI MAIO POVERETTO SOFFRE DI PROTAGONISMO, MA NELLA VICENDA E’ PERSONA ESTRANEA AI FATTI… E DOVE STAREBBE LA DIFFAMAZIONE POI E’ TUTTA DA RIDERE
Luigi Di Maio ha annunciato poco fa di aver dato mandato per querelare Mario Calabresi, direttore di Repubblica, per la notizia per la notizia dell’incontro tra Matteo Salvini e Davide Casaleggio.
Secondo la legge a querelare per diffamazione dev’essere l’eventuale danneggiato o diffamato; non si capisce quindi a che titolo Di Maio dica di voler querelare Calabresi per un articolo che nemmeno lo nominava.
Forse si potrebbe immaginare una querela da parte del MoVimento 5 Stelle per una lesione dell’immagine del M5S; ma anche in questo caso non deve essere Di Maio a querelare — perchè formalmente lui è il responsabile enti locali del M5S — ma semmai il capo politico, ovvero Beppe Grillo.
Davide Casaleggio invece ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video in cui chiede a Calabresi di essere più preciso riguardo data, ora e luogo dell’incontro per poterlo eventualmente smentire.
Il direttore Calabresi non ha accettato la mia smentita e mi ha accusato di aver dichiarato il falso, dandomi pubblicamente del bugiardo. Io ho una parola sola e la ribadisco. Non ho mai parlato con Matteo Salvini. Ed è intollerabile che la mia onorabilità venga messa in discussione in prima pagina su un quotidiano nazionale senza portare uno straccio di prova. Io non voglio sapere le fonti di Repubblica e nessuno glielo ha chiesto. Io voglio che Repubblica pubblichi tutti i dettagli su questo fantomatico incontro, visto che Calabresi afferma di avere delle “ottime fonti”.
Finora hanno scritto che “l’incontro si è svolto a Milano una decina di giorni fa prima che la trattativa sulla legge elettorale fallisse”. E’ un po’ pochino. Ci dica invece quando è stato fatto l’incontro e dove si è svolto: due “ottime fonti” dovrebbero saperlo. Venga pubblicato il luogo preciso, il giorno preciso e l’ora precisa. Io pubblicherò la mia agenda personale e dimostrerò a tutti dove mi trovavo e cosa facevo quel giorno, se necessario con l’ausilio di testimoni. Se sarà dimostrato, e sarà dimostrato, che io il giorno indicato ho fatto altro, allora credo che coerentemente il direttore Calabresi dovrà immediatamente dimettersi.
In realtà anche una pubblicazione postuma dell’agenda e il reperimento di testimoni non proverebbe alcunchè riguardo l’incontro tra Salvini e Casaleggio.
Casaleggio può invece querelare Calabresi e poi nell’istruttoria del processo sarà Repubblica a dover scegliere se rivelare la fonte o no.
Prima però un giudice deciderà se è giusto rinviare giornalista e direttore a giudizio per diffamazione, e lo farà soltanto se quanto riportato da Repubblica, a prescindere dal fatto che sia vero o falso, sia diffamatorio.
Il giudice potrebbe decidere che non lo è e chiudere la pratica prosciogliendo Calabresi e Pucciarelli.
Infine, può darsi che al giornalista di Repubblica sia stato effettivamente detto da due fonti affidabili (Calabresi ha parlato di fonti autorevoli della Lega) di un incontro tra Salvini e Casaleggio anche se questo non fosse realmente avvenuto.
A quel punto il giudice potrebbe decidere che Repubblica ha fatto il suo dovere, lasciando Casaleggio senza soddisfazione in giudizio.
Casaleggio poi continua a chiedere le dimissioni di Calabresi in maniera alquanto incomprensibile, visto che non spetta a lui pretendere cose del genere.
E allora la domanda sorge spontanea: se un giudice dovesse decidere di prosciogliere o giudicare innocenti il giornalista e il direttore, si dimetterebbe Casaleggio?
E da cosa, di preciso?
(da “NextQuotidiano”)
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