LA CONTESTAZIONE ALLA SOTTOSEGRETARIA FRASSINETTI ALLA COMMEMORAZIONE DI SERGIO RAMELLI
CERTA SINISTRA E’ ANCORA COMPOSTA DI IMBECILLI CHE NON SANNO DI COSA PARLANO… IL NOSTRO COMMENTO
La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti è stata al centro di una contestazione, la mattina del 13 marzo, a Milano. La rappresentante del governo Meloni era in visita all’Itis Molinari per partecipare alla commemorazione di Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 all’età di 19 anni.
«Fascisti carogne tornate nelle fogne», è uno dei cori dei manifestanti di Rete Milano antifascista, Cobas e Usb. La presenza dell’esponente di Fratelli d’Italia è stata ritenuta da chi protesta «strumentale». Gli studenti, tramite i propri rappresentanti di istituto, hanno fatto sapere di voler rimanere «neutrali», condannando comunque «la violenza in generale».
Nelle motivazioni dei manifestanti, invece, resiste il biasimo della figura dello studente milanese ucciso dalla sinistra extraparlamentare. «Ramelli viene ricordato tutti gli anni da orde barbariche che incutono timore. Noi lo vogliamo ricordare per quello che era e senza censura: un picchiatore fascista».
Le dichiarazioni di Frassinetti
«Oggi sono stata all’Istituto Molinari. Ho deposto un mazzo di fiori sotto la targa che ricorda Sergio, studente del Molinari negli anni ’70, aggredito brutalmente dal servizio d’ordine di Avanguardia operaia sotto casa, il 13 marzo di 48 anni fa, e morto dopo 47 giorni di agonia. Ho anche ricordato che proprio in quella scuola un professore consegnò agli estremisti di sinistra il tema di Sergio contro le Brigate rosse e da lì iniziò il suo calvario. Ringrazio per la sua significativa presenza il fratello di Fausto Tinelli, ragazzo di sinistra ucciso davanti al Leoncavallo. Presto andrò a deporre i fiori anche nella sua scuola. Ringrazio gli studenti del Molinari che mi hanno accolto nel loro istituto e condivido il comunicato dove si dicono contrari ad ogni violenza».
IL NOSTRO COMMENTO
Premetto che conosco Paola da circa 40 anni e anche se dopo Fiuggi le nostre strade politiche si sono divise, resta il ricordo di una militante di destra perbene. Non ne condivido da tempo collocazione politica e idee, ma ognuno nella vita è libero di scendere a compromessi come di rifiutarli.
Entriamo nel merito: doverosa la sua presenza alla commemorazione in ricordo di Ramelli al Molinari, scuola dove Sergio era studente, come quella promessa di deporre un mazzo di fiori anche in ricordo del ragazzo di sinistra Fabio Tinelli, anche se tardiva.
La sedicente “Rete antifascista” è libera di contestare ma non di raccontare balle quando sostiene che “noi vogliamo ricordare Ramelli per quello che era: un picchiatore fascista».
Chi, come noi, ha militato a destra negli anni di piombo, sa benissimo che Sergio non era affatto un picchiatore.
Se lo fosse stato, qualcuno degli aggressori si sarebbe ritrovato con una pallottola in fronte.
Era semplicemente un ragazzo di destra che si era esposto nel suo istituto, come tanti di noi.
E chi combatte per degli ideali, a destra come a sinistra, merita rispetto, concetto che qualche coglione (a destra come a sinistra) non pare aver ancora recepito.
Ma che vale la pena ogni tanto ricordare.
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