SIAMO AL DELIRIO: COPIA IL DISCORSO DI MUSSOLINI CHE RIVENDICACA L’OMICIDIO MATTEOTTI, SI DIMETTE CLAUDIO ANASTASIO, IL MANAGER NOMINATO DALLA MELONI
LE OPPOSIZIONI: “QUESTO NON E’ UN GOVERNO, E’ QUOTIDIANA APOLOGIA DI FASCISMO”
“Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del Cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato”. Firmato Claudio Anastasio.
Una email chiara fin dall’Oggetto: “Dimissioni”. Il manager nominato dal governo Meloni presidente di 3-I, la società pubblica che dovrebbe gestire il software di Inps, Istat e Inail, fa un passo indietro dopo la notizia di Repubblica che ha riportata una sua mail al Cda dell’azienda con una citazione di Benito Mussolini.
Il discorso con cui il 3 gennaio del 1925 il Duce rivendicava la responsabilità politica del delitto Matteotti. Un’orazione considerata dagli storici come l’inizio alla dittatura. Nero su bianco in una mail che, dopo la rivelazione, ha scatenato immediate polemiche e richieste di dimissioni delle opposizioni.
Ma non è servito attendere molto. Anastasio ha inviato di primo mattino una mail all’azienda pubblica che guidava. Questo il testo, che Repubblica è in grado di anticipare: “Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato. Ringrazio per l’opportunità e porgo alla società i migliori auguri di ogni successo. Claudio Anastasio”.
Le reazioni alla lettera con la citazione del Duce
Tra i primi a commentare il discorso del Duce copiato è stato il deputato del Pd, Claudio Mancini: “L’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole – dichiara – Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda”, aggiunge il deputato dem.
Una “vergogna” per Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato: “Questa è la cifra della classe dirigente scelta dalla destra”, il commento su Twitter. Insieme a quello del senatore del Pd Antonio Misiani: “Questo signore dovrebbe vergognarsi” per poi aggungere: “Le dimissioni erano un atto dovuto, dopo quello che era accaduto. Meglio aver chiuso subito questa vicenda. Per lo meno si è risparmiata agli italiani una giornata di inutili e imbarazzanti tira e molla”.
Per il deputato del Partito democratico, Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti, Anastasio “è soltanto un poveraccio esaltato che probabilmente non si rende conto di quello che ha fatto e scritto. Si sta parlando del delitto di Stato più atroce della storia d’Italia. Dovrebbe essere duramente smentito dalla stessa Presidente del Consiglio”.
Ha chiesto le dimissioni del manager anche Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Le parole del presidente Claudio Anastasio sono gravissime. Giorgia Meloni dovrebbe sapere che Matteotti fu rapito e ucciso dal regime fascista proprio perché denunciava le violenze di Mussolini in Italia – ha osservato Bonelli – Le parole di Anastasio rappresentano il modo di portare avanti quel revisionismo storico che la destra vorrebbe compiere. Siamo con Ezio Mauro quando sostiene che Giorgia Meloni si rifiuta di fare “un gesto di chiarezza rispetto al mondo da cui proviene” mentre ordisce il disegno di “neutralizzare la memoria del fascismo” e di cancellare “l’antifascismo come cultura civile del Paese”. Anche perché voglio ricordare che gli storici ricordano proprio quelle parole di Mussolini come l’esatto momento che ha portato alla trasformazione del regime fascista in dittatura”.
Al coro si è aggiunto anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana: “Un manager? No, un aspirante gerarca che rozzamente cerca di imitare Benito Mussolini copiando un suo macabro discorso dittatoriale e inviandolo via email al Cda di un società pubblica. Un episodio incredibile ma che è accaduto davvero nel 2023, in Italia con l’amministratore delegato della 3-I nominato da questo governo” ha commentato Fratoianni. Che dopo aver richiesto le dimissioni ha aggiunto: “Meloni lo nomini guardia d’onore del Duce e lo mandi a Predappio davanti alla Cripta così lui sarà contento e il nostro Paese non dovrà continuare a pagare con i soldi dei contribuenti un simile personaggio”.
Indignato anche Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali, primo firmatario, con Arturo Scotto del Pd, della proposta di legge per celebrare Giacomo Matteotti nel centenario del suo assassinio. “Giorgia Meloni spieghi come sia stato possibile la nomina di quel manager”.
(da La Repubblica)
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