LA FARSA DELL’INAUGURAZIONE DI UNA GALLERIA: DOVEVA SERVIRE PER LEGITTIMO IMPEDIMENTO, POI IL PREMIER DISERTA
UTILIZZATA COME “LEGITTIMO IMPEDIMENTO” AL PROCESSO MILLS, LA RICHIESTA ERA STATA RESPINTA DAI GIUDICI…A QUEL PUNTO NON C’ERA PIU’ MOTIVO DI ANDARCI… MANDA MATTEOLI CHE ARRIVA CON QUASI TRE ORE DI RITARDO: IL VESCOVO NON LO ASPETTA E SE NE VA
A fine scorsa settimana, era prevista, alle ore 11, l’inaugurazione di una nuova galleria sulla A3, la Salerno-Reggio Calabria.
Al taglio del nastro avrebbe dovuto presenziare il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: nella sperduta località di montagna, a un’ora d’auto da Reggio, numerose autorità , maestranze e cittadini hanno atteso per ore sotto la pioggia e nel fango della galleria qualcuno che non si sarebbe mai visto. Sono rimasti anche loro vittime del “legittimo impedimento” e hanno abbandonato delusi la postazione.
Eppure avevano preparato le cose per bene: sotto un tendone adorno di alberi di limone e stelle di Natale, vi era un ricchiussimo buffet.
Prima l’annuncio che il premier era solo in ritardo di qualche minuto, poi che “stava per partire”, alla fine la certezza che non sarebbe mai arrivato, passate le due ore senza vederne traccia.
Nel frattempo il vescovo di Oppido-Palmi ne ha le scatole piene, celebra la benedizione e, seccato per il ritardo, se ne va tra il fango, senza aspettare nessun rappresentante del governo.
Con due ore e mezzo di ritardo alla fine arriva il ministro Matteoli, catapultato in Calabria da solo per rappresentare il governo previa telefonata di servizio.
Matteoli spiega solo che il premier “aveva da lavorare” e arriva anche un comunicato da Palazzo Chigi che annuncia che “il Consiglio dei Ministri si era prolungato più del previsto e il premier, per non fare attendere le persone in Calabria, ha preferito farsi sostituire dal ministro Matteoli che era uscito prima dal Consiglio dei ministri”.
Peccato che poi emerga una realtà differente, ovvero che Matteoli non era affatto uscito prima dal Consiglio e che il Consiglio stesso era durato appena 45 minuti, altro che “prolungato più del previsto”.
A questo punto, cafonata a parte, vi chiederete quali saranno mai le ragioni per cui il premier non ha preso l’aereo per la Calabria.
Semplicemente perchè la trasferta non gli serviva più per evitare di presentarsi a MIlano al processo Mills: la trasferta calabrese era stata indicata infatti, insieme al Consiglio dei ministri, come “legittimo impedimento” per non presenziare al processo.
Ma mentre i magistrati avevano accolto la giustificativa del Consiglio dei ministri, avevano respinto quella della cerimonia di inaugurazione come legittimo impedimento.
Alla fine, a difendere il diritto del premier a presentarsi al taglio del nastro in Calabria era rimasto solo il povero Ghedini che, in aula a Milano, continuava a battersi per il riconoscimento della “legittima attività istituzionale e politica del presidente del Consiglio”: se l’inaugurazione di un cantiere non è sufficiente, ogni volta il premier dovrà convocare un Consiglio dei ministri o andare all’estero i giorni fissati per il processo Mills.
Poveri calabresi in attesa: speriamo almeno che il buffet sia stato all’altezza. Il governo proprio no.
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