LA FARSA SARTI ARRIVA AL VIMINALE, ORA CI PENSA LO SCERIFFO SALVINI
LA STORIA DI DUE VECCHIE FOTO HARD DIVENTA AFFARE DI STATO, PECCATO CHE QUANDO LA VITTIMA E’ UNA RAGAZZA NORMALE TUTTI SE NE FOTTANO… QUALCUNO SPIEGHI PERCHE’ LA DEPUTATA HA FATTO METTERE TELECAMERE OVUNQUE A CASA SUA E CHI LA FREQUENTAVA, MAGARI SI CAPISCE PERCHE’ TANTA PREOCCUPAZIONE
L’affare Sarti arriva al Viminale: “Una vicenda disgustosa”. La torbida questione dello squallido sciacallaggio intorno alla deputata 5 stelle fa un salto di qualità quando entra nel cuore dello Stato.
Interviene Matteo Salvini: “È nostro dovere proteggere la libertà e la privacy di Giulia Sarti e delle altre persone, spesso giovani, che subiscono e/o hanno subito lo stesso vergognoso trattamento”.
A stretto giro, poi, fonti del Viminale fanno sapere che la Polizia postale era già entrata in azione, e, dopo accertamenti, ha appurato che le foto della deputata non sono presenti sul web, ma girerebbero solamente sui sistemi di messaggistica telefonica.
Interviene anche Di Maio: “È uno schifo. Il fatto che trasmissioni commentino le foto, di cui non ce ne frega niente, è un episodio assurdo e sono episodi che si verificano sempre a danno di persone che non possono difendersi”.
Le opacità in una storia assai torbida continuano ad affastellarsi.
Perchè è un fatto che la Sarti fosse soggetta a videosorveglianza, almeno a quanto dichiarato dal suo ex fidanzato e factotum, Bogdan Tribusche: “Lei ha le schede e io le copie di backup”.
Ed è un fatto che, al netto degli stracci volati sulla vicenda degli stipendi non restituiti, appena è stato accennato a possibili filmati compromettenti (di natura politica o intima che fossero), le foto risalenti a una vecchia storia del 2013 sono iniziate nuovamente a circolare.
Ed è praticamente impossibile appurare se per il cattivo gusto di qualche perverso onanista o per una precisa volontà di demolire ulteriormente la persona (prima ancora che la credibilità ) della sfortunata onorevole.
Si tratta pur sempre di un parlamentare della repubblica sottoposto a controllo continuo e ad allusioni, nelle carte processuali, ad altri soggetti coinvolti e a schermi che potrebbero essere stati collegati.
Un quadro fosco. Che lascia sul campo alcune domande sottese.
È normale che un deputato si filmi 24 ore su 24 nella sua abitazione? A che scopo? E si tratta di una vicenda prettamente personale sfuggita di mano o c’è altro? Un fatto privato o sono in atto ricatti politici? O, peggio, sono coinvolti apparati dello Stato?
E chi sono le altre persone coinvolte nella vicenda che emergono dalle chat agli atti del processo? Che ruolo hanno avuto?
Domande pesanti, perchè risposte affermative sarebbero la dimostrazione di pratiche inquietanti dentro il cuore della nostra Repubblica.
Nel Movimento c’è un certo imbarazzo per il fatto che — in un’altra epoca e sotto un’altra gestione — Tribusche collaborava saltuariamente con i 5 stelle. E per il ruolo ancora non chiarito del tutto di Rocco Casalino, che avrebbe consigliato alla Sarti di denunciarlo.
Da Matera, dove si trovava per la campagna elettorale, Di Maio è sembrato piuttosto freddo per la vicenda politica della deputata.
“Espulsione inevitabile”, aveva commentato dopo che il tribunale ha archiviato proprio quella denuncia. “I probiviri – ha ribadito oggi – seguiranno tutta la procedura sulla deputata Sarti”. Ma nel Movimento si sparge prudenza.
Al netto di ulteriori colpi di scena.
(da “Huffingtonpost”)
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