LA FESTA APPENA COMINCIATA E’ GIA’ FINITA: IL TRIBUNALE DI ROMA CANCELLA I MINISTERI PATACCA DEL NORD
ACCOLTO IL RICORSO DEI SINDACATI: ANNULLATI GLI EFFETTI DEI DECRETI PER CONDOTTA ANTISINDACALE
Il tribunale di Roma ha bocciato i ministeri leghisti di Monza.
Non c’è proprio pace per Umberto Bossi e i suoi, a cui forse in questi giorni bastavano le divisioni interne che stanno lacerando il Carroccio.
Nelle scorse ore, come risulta dai documenti in possesso dell’Adnkronos, il Tribunale di Roma ha annullato gli effetti dei decreti che istituivano le sedi periferiche dei ministeri a Monza.
Il colpo di spugna sulle sedi di rappresentanza di villa Reale, porta la firma del giudice Anna Baroncini, ed è stato motivato con la condotta antisindacale.
Il ricorso era stato infatti promosso dai sindacati della presidenza del Consiglio che avevano appreso dell’istituzione delle sedi a Monza “dai giornali e dai tg — come spiega Alfredo Macrì, presidente del consiglio direttivo del Sipre (Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri) -.
La decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere al taglio del nastro”.
Ora un decreto del giudice del lavoro, depositato oggi, annulla gli effetti dei provvedimenti “stabilendo la chiusura — sottolinea Macrì — delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli”, rispettivamente “un dipartimento e una struttura di missione”.
Condannando per di più la presidenza del Consiglio al pagamento di un terzo delle spese legali.
La sentenza, in realtà , si limita ad annullare gli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati con condotta antisindacale.
“Di fatto — precisa Macrì — le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del Consiglio. Noi — puntualizza — ci eravamo spinti più in là , chiedendo l’annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata oggi ci dà ragione e rende inagibili le sedi di Monza”.
Una vera tegola sulla testa del Carroccio, ai minimi storici in fatto di credibilità .
L’apertura della sede di villa Reale era stata annunciata come un vero e proprio trasferimento dei ministeri, tanto da scatenare reazioni delle massime cariche dello Stato.
L’operazione era stata seguita da una raccolta firme lanciata sul sacro suolo di Pontida.
Poi è arrivata l’inaugurazione e a settembre gli uffici sono diventati operativi. È lì che si è scoperto il bluff. Di fronte agli uffici vuoti il ministro
Calderoli si era giustificato spiegando che si trattava in realtà di “sedi distaccate” e, in ultima istanza, dopo la visita di alcuni esponenti del Partito democratico brianzolo, i ministeri sono stati declassati a semplici “uffici di rappresentanza”.
Sembrava che più in basso di così non si potesse cadere, invece il giudice di Roma ha sentenziato diversamente.
“Se decideranno di ignorare questa pronuncia e continueranno ad avvalersene siamo pronti a ricorrere anche al giudice amministrativo. Siamo stufi di regole che vengono puntualmente disattese, non ne possiamo più”, avverte poi Alfredo Macrì, che conclude esprimendo soddisfazione “per il risultato ottenuto in un periodo in cui tutto il pubblico impiego è fatto oggetto di provvedimenti legislativi discriminatori e di svariati attacchi denigratori anche da parte di autorevoli membri del governo”.
Leave a Reply