LA GIUNTA LEGHISTA IN SARDEGNA IGNORO’ IL PARERE DEL CTS: “NON RIAPRITE LE DISCOTECHE, E’ UNO SPOT ALL’ASSEMBRAMENTO”
ORA LA PROCURA DI CAGLIARI INDAGA SU CHI HA DETERMINATO L’EPIDEMIA COLPOSA DI QUESTA ESTATE PER FARE UN FAVORE AGLI IMPRENDITORI DEL SETTORE
All’inizio di agosto il Comitato tecnico-scientifico sardo si è opposto alla decisione di continuare a tenere aperte le discoteche, presa dal governatore Christian Solinas col sostegno della sua giunta di centrodestra e di parte dei consiglieri regionali. Il parere è contenuto in una mail datata 6 agosto. Lo riporta un articolo de la Repubblica
La mail, riporta la Repubblica, è sottoscritta dai quattro consulenti del Comitato ed è stata inviata, tra gli altri, all’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu e al direttore generale della Sanità Marcello Tidore.
I consulenti hanno analizzato la prima bozza dell’ordinanza che conteneva la proroga ai locali da ballo e hanno dato un giudizio inequivocabile: “Il Comitato non approva il documento”. Di più.
Hanno messo nero su bianco la loro preoccupazione per le scene di assembramento testimoniate dalle foto pubblicate sui social.
Nonostante ciò, l′11 agosto, appena cinque giorni dopo, Solinas ha firmato l’ordinanza numero 38, finita ora al centro dell’inchiesta della procura di Cagliari che indaga per epidemia colposa.
Quando il 9 agosto scade l’ordinanza regionale che lascia aperte le discoteche, la giunta Solinas compila subito una nuova bozza affinchè l’apertura venga prorogata seppure con alcune attenzioni e la manda al Cts sardo per avere un parere.
I quattro professori Stefano Vella, Francesco Cucca, Giovanni Sotgiu, Piero Cappuccinelli, tutti riconosciuti esperti nel campo dell’infettivologia ed epidemiologia, fanno a pezzi quella bozza. Non salvano niente.
Sostengono che non preveda condizioni di sicurezza sufficienti per ridurre le probabilità di contagio, che il distanziamento di un metro nelle discoteche sia inadeguato e che manchino indicazioni precise sulle norme igieniche.
Valutano l’ordinanza confusa, sia nella parte in cui prevede la riduzione delle presenze all’interno dei locali sia in quella che riguarda il dispositivo dei controlli. Non solo. I professori chiudono il parere con una considerazione che dovrebbe far suonare le sirene d’allarme. “Stiamo assistendo — scrivono – alla apertura di attività dove addirittura l’assembramento viene ostentato come elemento di richiamo pubblicitario”.
(da agenzie)
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