LA LEGA SI DIVIDE SU SILVIO, PER I VENETI “SERVE UNO PIU’ CREDIBILE”
TRATTATIVA TRA LEGA E PDL SULLA DEMAGOGICA PROPOSTA DI TRATTENERE LE TASSE AL NORD
Berlusconi e Roberto Maroni devono ancora incontrarsi, ma la base della Lega è già in subbuglio sull’ipotesi di confermare l’alleanza con il Pdl e il Cavaliere candidato premier, pur di ottenere il sì pidiellino alla candidatura del segretario federale del Carroccio Maroni a guidare la Lombardia del dopo Roberto Formigoni.
Lo dice a chiare lettere il sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta Flavio Tosi: «Come candidato premier ne serve uno super partes, credibile».
Poi aggiunge: «Di fronte alle minacce di Berlusconi di far cadere Piemonte e Veneto mi sono messo a ridere. È un’assurdità ».
Più prudenti i leghisti lombardi.
Anche perchè proprio oggi è in programma un incontro preparatorio “tecnico” tra Roberto Calderoli e l’ex sottosegretario del Pdl Luigi Casero per fare il punto.
Sia sul progetto di creare una macroregione del Nord, che sulla fattibilità della proposta del Carroccio di trattenere nelle regioni il 75 per cento del gettito delle tasse, che tante critiche ha già sollevato nel Pdl.
Il faccia a faccia tra Maroni e Berlusconi, invece, slitta ancora.
Dovrebbe tenersi prima dell’Epifania, dato che la Lega ha convocato per mercoledì 9 il Consiglio federale che dovrebbe dire l’ultima parola sulle alleanze.
La base leghista è tutta in fermento.
Pronta a fare le barricate pur di non accettare un accordo che, al momento, ai più appare ancora indigesto.
Anche se, in realtà , ieri i militanti, pur disorientati, se la sono presa più con Mario Monti che con Berlusconi nei microfoni aperti in onda su Radio Padania.
«Sui costi della cosiddetta casta Monti è senza vergogna – tuona il capogruppo della Lega alla Camera Gianpaolo Dozzi – proprio lui parla di privilegi che si è fatto nominare senatore a vita prima di ricevere l’incarico di premier da Napolitano ».
Del resto, il titolo del programma è eloquente: Monti, nuove tasse.
«Uno che pensa di votare chi in un anno è stato capace solo di farci morire di tasse non può che essere matto» attacca un ascoltatore.
Ce n’è anche per il leader dell’Udc Pierferdinando Casini: «È il vecchio che ci ha portato a questa situazione».
Ma c’è anche chi come un giovane aderente al movimento indipendentista sardo suggerisce di dire no a Berlusconi. «Meglio pochi, ma buoni. Prendete esempio da noi in Sardegna».
Un altro chiama in causa addirittura la classe dirigente della Lega. Colpevole, a suo dire, di troppi tentennamenti.
«Il primo nemico della Lega – dice – è la Lega stessa. Non può continuare a tollerare certi comportamenti di alcuni suoi rappresentanti che gonfiano le note spese».
Da Torino, un militante tira di nuovo in ballo il Cavaliere: «Berlusconi ha dimostrato di essere falso. Ha appoggiato fino a poco tempo fa un governo retto dai banchieri. È stato complice degli interessi che solo la Lega ha contrastato».
C’è anche chi protesta e basta, senza un bersaglio: «Basta tasse, per il resto il politichese non mi interessa». O inveisce contro tutti i governi indipendentemente dal colore politico.
«Per cinquant’anni hanno governato sia la destra che la sinistra. Ora si accusano a vicenda. È uno schifo. Nel frattempo, sono i poveri lavoratori che pagano quasi la metà dello stipendio in tasse. Non si possono presentare come la soluzione del problema. Loro sono il problema».
Andrea Montanari
(da “La Repubblica”)
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