LA LIGURIA DI TOTI: “SOLO PER GIUNTA E MARKETING SPENDERANNO 10 MILIONI”
AUMENTATI GLI STIPENDI DEI DIRIGENTI DALL’8 AL 25%, SOLITE MARCHETTE ANCHE AI BALNEARI
Spese di giunta da oltre 5 milioni di euro e altrettanti in marketing territoriale. Una voce, fa notare l’opposizione della Lista Sansa, che ricorda il mezzo milione di euro già speso per il mortaio gigante sul Tamigi, per sponsorizzare il pesto, o gli spot a Sanremo affidati a Elisabetta Canalis.
E ancora: aumenti indiscriminati degli stipendi dei dirigenti (dall’8 al 25%) e un segretario generale della Regione “che guadagna più del presidente della Repubblica”.
Sono questi i numeri snocciolati ieri dalla Lista Sansa, all’opposizione del consiglio regionale ligure, che denuncia le spese contenute nella legge di Bilancio della maggioranza guidata da Giovanni Toti: “La propaganda di Toti ci costerà oltre 11 milioni di euro, solo per il suo funzionamento, molto più dell’anno scorso – commenta il consigliere Ferruccio Sansa – se aggiungiamo le marchette delle società partecipate, per il 2024 Toti ci costerà come minimo 18 milioni di euro, soldi che potrebbero essere spesi per altri obiettivi”.
La legge di Bilancio regionale sarà discussa giovedì, giornata che si annuncia campale.
La Lista Sansa ieri ha presentato un pacchetto di contro-emendamenti su istruzione, sanità e ambiente, contestando le spese di staff e comunicazione della giunta e i “regali alla sanità privata”.
Per tagliare le liste d’attesa lumaca, che collocano la Liguria insieme alle regioni del Sud Italia, Toti ha appena stanziato un primo pacchetto da 7,4 milioni di euro (parte di un piano da 50 milioni): l’idea è quella di sopperire alle carenze del pubblico con prestazioni eseguite dai privati, e messe in conto ai bilanci regionali. Tutto questo mentre nelle settimane scorse, al pronto soccorso del Galliera di Genova, uno dei principali ospedali della Liguria, i pazienti sono rimasti sdraiati a terra, perché erano esaurite le barelle: “Siamo nel mezzo di un’emergenza sanitaria e la risposta è dare più soldi ai privati – attacca il consigliere Roberto Centi –. Invece di potenziare la sanità pubblica si spinge personale pubblico a lavorare per le cliniche”.
Altro capitolo contestato è quello legato ai balneari. La giunta Toti si appresta infatti a cancellare una vecchia norma regionale che imponeva di non indire nuove concessioni balneari senza che prima fosse garantita una percentuale del 40% di spiagge libere. “In alcuni Comuni nel Savonese si arriva all’80-90% di spiagge ai privati – commenta la consigliera Selena Candia –. Mentre vengono contate come “spiagge pubbliche” scogliere, pennelli e foci di torrenti”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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