LA MARCIA INDIETRO DI ALFANO. MA SILVIO NON SI FIDA PIÙ
“ORA IN PIAZZA CONTRO LA DECADENZA”
«Ci riconosciamo nella leadership di Silvio Berlusconi». Ha tutto il sapore di un outing inatteso. E della retromarcia, rispetto allo strappo del 2 ottobre.
Il vicepremier Angelino Alfano si lancia in un attestato di fedeltà al leader, lo fa nell’anticipazione dell’ultimo libro di Vespa: «I sottoscritti consiglieri nazionali si riconoscono nella leadership di Silvio Berlusconi, ovviamente a cominciare da me. Questo sarebbe il primo rigo di ogni documento che io dovessi sottoscrivere» afferma. Per poi smentire la raccolta di firme in sostegno dell’ala governativa: «Non è vero che circola un documento degli “innovatori” da far sottoscrivere per il prossimo consiglio nazionale».
E il ministro Maurizio Lupi a confermare: «Nessuno di noi ha mai messo in discussione la leadership del presidente Berlusconi, lui è votato ancora da milioni di italiani».
Un uno-due che per qualche ora getta nello sconforto gli alfaniani, da Cicchitto a Formigoni a Sacconi e tutti coloro che sono già al lavoro per i gruppi autonomi. L’indiscrezione alimentata dagli avversari “lealisti” è che proprio la raccolta di firme non stia riscuotendo successo.
Cosa è successo dunque? I ministri Pdl sono compatti, si sono visti e sentiti a più riprese in giornata.
Alfano ha spiegato a tutti che il suo è stato un atto «di rispetto» nei confronti di Berlusconi, col quale dovrebbe rivedersi oggi o al più domani, al rientro del leader a Roma.
Occorreva fermare l’escalation che stava precipitando il partito verso la scissione.
Ha voluto solo chiarire che non è in atto una contrapposizione tra lui e il Cavaliere, la cui leadership è riconosciuta, che il nome di Forza Italia va bene.
E ancora, intende rilanciare il progetto primarie e far sapere che lui e gli “innovatori” non parteciperanno a operazioni neocentriste con Casini e altri. In soldoni, comunque, per ora non scatta la scissione.
Silvio Berlusconi osserva con distacco. Ha trascorso la giornata ad Arcore, consueto pranzo con i figli dopo la riunione coi vertici delle aziende e i direttori di giornali e tv. Il presunto «ritorno del figliol prodigo» raccontano che non lo abbia scaldato più di tanto.
«Resta lo sfregio del 2 ottobre, ormai non mi bastano più le parole, occorrono i fatti – sarebbe stato il commento con gli interlocutori, tra i quali alcuni falchi ospitati a cena – Attendo Angelino e i ministri alla prova del voto di decadenza ».
Aspetta le dimissioni un minuto dopo l’apertura di una crisi. Tutto il resto non conta. Di più, sta pianificando con Verdini e Santanchè una grande manifestazione di piazza per il giorno in cui il Senato voterà la sua espulsione dal Parlamento.
Ma ieri è stato anche il giorno delle sortite delle figlie Marina e Barbara.
La primogenita intervenuta in mattinata per smentire ancora la sua discesa in campo. «Non ho mai avuto e non ho alcuna intenzione di impegnarmi in politica. Per la politica ho grande rispetto – afferma la presidente Fininvest – ma amo moltissimo il mio lavoro e le aziende nelle quali sono impegnata da ormai oltre vent’anni. Questo è il mio passato e il mio presente, e questo sarà anche il mio futuro».
Smentita dovuta, spiegano per evitare di indebolire ulteriormente la leadership del padre aprendo il “dopo Berlusconi” proprio alla vigilia della decadenza.
Ma c’è anche l’esigenza ad Arcore di capire quando realmente si andrà alle urne.
Con un’intervista all’Huffington Post Italia si fa sentire, eccome, anche Barbara.
Per negare anche lei un impegno in politica, ma soprattutto per affondare sul partito.
E sembra sentir parlare il padre: «Ci sono tanti che hanno finto di sposare le sue idee, ma che in realtà agivano per interesse personale. Per le poltrone e per il potere. Il loro interesse privato, unito a una palese inadeguatezza, oggi si manifesta in una totale assenza di contenuti politici. Mio padre non si cospargerà la testa di cenere per dare a qualcuno la soddisfazione dello spettacolo che sostituisce la ghigliottina».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply