LA MINORANZA PD NON ARRETRA: “QUESTA LEGGE NON VA, LA CAMBIEREMO”
CUPERLO:” OBIEZIONI SULLA COSTITUZIONALITA'”… SEL E PICCOLI PARTITI SULLE BARRICATE
«Nessuno capirebbe se ci mettessimo contro». Gianni Cuperlo cerca di convincere la sinistra democratica a muoversi su un sentiero stretto: non boicottare l’Italicum, però fare tutto il possibile per cambiarlo.
La battaglia si sposterà in aula, perchè il “correntino” non arretra, soprattutto sulle liste bloccate che «non possono restare».
«Lo dico così – ribadisce Cuperlo in una delle tante riunioni della minoranza – Votare una nuova legge è vitale per la credibilità della politica. Farla bene è una necessità per la democrazia italiana»
Tracimano i malumori nel Pd, i sospetti, e i dubbi sulla «costituzionalità di alcune norme ».
Cuperlo rincara: «Obiezioni sulla costituzionalità sono state sollevate da più parti, se non vogliamo che questa legge come già il Porcellum incorra nella scure dei ricorsi… non possiamo immaginare un accordo blindato».
Molto più duri sono i bersaniani. «Sembra disegnata apposta per Berlusconi, a vantaggio di Forza Italia», si sfoga Alfredo D’Attorre.
Una legge sbilanciata. «Questa non è una valutazione politica – avverte Stefano Fassina – ma un dato oggettivo: la potenzialità della coalizione del centrodestra è più ampia, dopo avere inserito la norma “salva Lega”».
Il centrosinistra invece avrà davanti a sè una strada in salita.
Perchè Sel dovrebbe fare da portatore d’acqua? Remare cioè per il Pd e non essere rappresentata in Parlamento, poichè difficilmente riuscirà a raggiungere il 4,5% che è la soglia leggermente modificata (era il 5) nel patto definitivo tra il segretario democratico e il Cavaliere.
Nichi Vendola, appena lette le novità , twitta: «Ecco la nuova legge elettorale: dal Porcellum al Caimanum»
«Una cosa fuori dal mondo – si indigna D’Attorre – che ad esempio una forza che raggiunga i 3 milioni e sfiori l’8%, resti fuori dal Parlamento solo perchè non si è alleato».
Cuperlo invita a rivendicare i miglioramenti ottenuti grazie anche alla testardaggine della minoranza dem. Riconosce il «merito della trattativa condotta da Renzi».
Altra strada va fatta. Sulla soglia per i piccoli partiti. Sulle liste bloccate.
Fassina insiste: «È un punto non marginale, da cambiare».
Cuperlo chiarisce: «Non pianto la bandiera delle preferenze, però non si possono riproporre le liste bloccate perchè quella è stata per noi una battaglia di principio». Elenca le alternative possibili.
Per Davide Zoggia non si può favorire la Lega e penalizzare Sel. C’è poi un emendamento che da Cesare Damiano a Rosy Bindi tutti vorrebbero riproporre in aula: è quello che subordina l’entrata in vigore dell’Italicum al via libera alla trasformazione del Senato in Camera delle Regioni.
Ma i cambiamenti preannunciati portano a trappoloni sulla legge? La sinistra nega. Cuperlo garantisce: «A questo punto tagliare il traguardo è interesse di tutti. Non ci sarà nessuno sgambetto, nè voglia di rallentare il passo»
Se non si trova un punto di equilibrio nelle file democratiche, però in aula si potrebbero creare maggioranze trasversali su singole modifiche. Il Nuovo centro destra di Alfano non intende ad esempio rinunciare alla battaglia sulle preferenze. Ne fa una bandiera.
Alfano ha chiamato i deputati del suo partito: «Manteniamo i nostri emendamenti ». Agli alfaniani tra l’altro, non va giù la norma Salva-Lega, ritenendo che ci siano profili di dubbia costituzionalità .
E a presentare in aula domani le pregiudiziali di costituzionalità sull’Italicum sono Sel e i Popolari per l’Italia e anche Fratelli d’Italia sta valutando se sottoscriverle.
Renzi è certo di avere alla fine tutto il Pd dalla sua, senza giochetti nè franchi tiratori. Pippo Civati, dissidente per definizione, spiega che su una riforma elettorale attesa da decenni non si possono fare scherzi.
È una di quelle occasioni in cui bisogna andare in porto a tutti i costi.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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