LA NAVE EL HIBLU ATTRACCATA A MALTA: LA PRIMA A SBARCARE UNA MAMMA CON UN BIMBO DI POCHI MESI
TRE SCESI IN MANETTE PER IL PRESUNTO “DIROTTAMENTO”… MA NON SAREBBE SUCCESSO NULLA SE IL COMANDANTE NON AVESSE VIOLATO LA LEGGE: E’ UN REATO RIPORTARE I PROFUGHI IN LIBIA, FICCATEVELO IN TESTA
Risolto il caso del mercantile El Hiblu 1 che da ieri mattina era nelle mani dei migranti che, dopo essere stati soccorsi in zona Sar libica, avevano dirottato la petroliera quando si erano resi conto che stavano per essere riportati a Tripoli.
La marina militare maltese, che ha abbordato la nave e ne ha preso il controllo poco dopo il suo ingresso nelle acque territoriali, ora l’ha fatta attraccare al Boiler Wharf, lo stesso molo dove sbarcarono i migranti della nave Aquarius a settembre dell’anno scorso.
Alle 9.30 sono cominciate le operazioni di sbarco dei migranti, alcuni si sono inchinati a baciare la terra. Il primo a scendere è stato un bimbo di pochissimi mesi in braccio a una donna. Secondo le informazioni ottenute a bordo ci sarebbero 19 donne e 12 bambini. I migranti che stanno sbarcando vengono accompagnati a bordo dei furgoni della polizia che li porteranno all’Initial Reception center a Marsa, la cittadina portuale di Malta.
Almeno tre uomini, individuati come i presunti dirottatori, sono scesi con i polsi legati da fascette di plastica e sono stati caricati nella parte posteriore e senza finestrini di un furgone grigio della polizia maltese. La maggior parte delle persone sbarcate dalla nave dirottata è scesa invece liberamente ed è salita a bordo di piccoli bus delle forze dell’ordine per essere trasferiti nei centri di accoglienza dove si ritiene che faranno domanda di asilo.
Già ieri sera, seguendo il tracciato, era apparso chiaro che l’El Hiblu stava puntando dritto su Malta. Nel Mediterraneo, ormai privo di qualsiasi dispositivo di soccorso ma anche di sicurezza dopo il ritiro delle navi dell’operazione Sophia, è stata una notte di grande tensione per il nuovo braccio di ferro che ha avuto connotazioni inedite e che ha rischiato di avere un esito imprevedibile visto che Malta ha schierato le sue navi militari a difesa delle acque territoriali.
All’alba, quando il mercantile turco ha superato le acque maltesi, la Marina maltese è riuscita a mettersi in contatto con il comandante turco che ha confermato di non avere più il controllo della nave e di essere sotto la minaccia di un piccolo gruppo dei 108 migranti che aveva soccorso il giorno prima in zona Sar libica, 77 uomini e31 donne, la maggior parte dei quali hanno l’intenzione di chiedere asilo.
Poco dopo l’abbordaggio della nave da parte della Marina militare sotto il controllo di un elicottero è avvenuto senza che i migranti opponessero resistenza.
Il loro obiettivo era infatti quello di non essere riportati in Libia e l’inchiesta e probabilmente l’arresto per quelli di loro che saranno individuati come i responsabili del dirottamento è, evidentemente, una soluzione comunque ritenuta preferibile al ritorno in Libia.
La situazione nel Mediterraneo, con una sola nave Ong e dopo il ritiro dei mezzi militari dell’operazione Sophia, sembra fuori controllo. Per altro in ore in cui i trafficanti hanno ripreso a mettere in mare un gommone dietro l’altro.
Circa 120 i migranti riportati indietro ieri da una motovedetta libica mentre la nave umanitaria Alan Kurdi, della ong tedesca Sea eye (tornata in mare) dà notizia di tre gommoni intercettati dai libici, di un altro ritrovato da loro vuoto a venti miglia dalla costa e di un quinto gommone segnalato che non si trova.
“Non ci sottrarremo alle nostre responsabilità nonostante le nostre ridotte dimensioni. Seguiremo di conseguenza tutte le regole internazionali” annuncia da La Valletta il premier Joseph Musquat mentre dal team di Mediterranea parte un appello: ” Chiediamo che le 108 persone a bordo siano considerati profughi da accogliere e proteggere”.
Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, intervenuta a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital dice: “Ci stiamo macchiando di crimini pazzeschi, che ricordano l’olocausto”.
(da agenzie)
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