LA PROCURA DI GENOVA SULLE FIRME SOSPETTE: TRASMESSE AI PM MIGLIAIA DI FIRME, DECINE HANNO LA STESSA MANO
PER ORA NEL MIRINO UNA LISTA DI APPOGGIO AL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN LIGURIA CHE NON E’ RIUSCITA A PRESENTARSI: MOLTE LE FIRME CONTRAFFATTE…GLI AUTENTICATORI SONO DUE POLITICI DEL PDL… MA PER LA COMMISSIONE ELETTORALE QUELLE CHE MERITANO VERIFICHE SONO MIGLIAIA, SOTTO ACCUSA ANCHE IL NUOVO PSI
L’esplodere dell’ennesimo scandalo sulle firme taroccate dei sottoscrittori veri o presunti delle liste elettorali per le Regionali, di cui avevamo trattato due giorni fa in seguito all’autodenuncia di un “professionista” della vendita delle firme ai partiti al quotidiano Secolo XIX, rischia di estendersi a breve.
La commissione elettorale, presieduta da un magistrato, ha infatti trasmesso ai pm migliaia di firme sospette.
Alcune decine poi spiccano in modo particolare.
Il procuratore della Repubblica di Genova, Francesco Lalla ha anticipato: “c’è un caso in cui 50 firme sono state chiaramente apposte dalla stessa mano, chi le ha siglate non si è nemmeno preoccupato di cambiare penna e di alterare un minimo la scrittura”.
E’ stato quindi apetto un fascicolo per falso, in cui finirà anche la dichiarazione di Andrea Pescini: “in Liguria ho venduto 7.000 firme per 20.000 euro a partiti che avevano difficoltà a raccoglierle”.
Il caso più clamoroso cui si riferiva il procuratore capo Lalla è quello di una lista che non è stata ammessa alla tornata elettorale: il gruppo “Democrazia Cristiana-Partito LIberale”, vicino al centrodestra.
Aveva allegato 1.931 firme, ne sono state dichiarate ammissibili solo 1.666, ma su tutte grava l’ombra del sospetto.
Il partito aveva già impugnato l’esclusione davanti al Tar per poter accedere, grazie al decreto interpretativo, a una regolarizzazione della lista attraverso una successiva integrazione dei sottoscrittori.
Dalle prime indagini sarebbe emerso che i due autenticatori siano due consiglieri provinciali del Pdl, insieme a un notaio di area.
I due sostengono che quelle che hanno autenticato sono tutte regolari. Almeno fino a prova contraria.
A parte questo caso e a quello ventilato stamane delle firme del Nuovo Psi, resta da vedere se Pescino avrà fatto o meno i nomi dei suoi interlocutori politici a cui avrebbe ceduto 7.000 firme e se potrà provarlo.
Ricordiamo che avrebbe detto di avere venduto firme sia al centrodestra che al centrosinistra.
Ovviamente tutti negano, ma le perizie calligrafiche e le verifiche a campione potrebbero fare vittime illustri.
E la politica segna un altro punto a sfavore nella considerazione del cittadino comune, sempre più disgustato da un ambiente che pare si ritenga legittimato a non rispettare nè leggi, nè regole, nè etica poliitca.
Secondo gli esperti, la prassi delle firme false riguarda tutta l’Italia ed è una cosa risaputa: se cominciassero le verifiche ovunque, si correrebbe il rischio di non poter votare per mancanza di simboli autorizzati .
Ben pochi infatti raggiungerebbero le firme necessarie a presentarsi.
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