LA RAGGI PRIMA DICE SI’, POI CAMBIA IDEA E NON MOLLA MARRA, ROMEO, MURARO E DE DOMINICIS
CONTINUA LA FARSA E OGGI ARRIVA IL CAPOCOMICO
Rinunciare ai fedelissimi Raffaele Marra e Salvatore Romeo, e anche agli assessori Paola Muraro e Raffaele De Dominicis.
Usa il pugno duro il direttorio del Movimento 5 Stelle nei confronti della sindaca Virginia Raggi.
Che in un primo momento sembrava disposta a seguire le richieste dei vertici del M5s, prima di frenare resistendo ai diktat, in attesa che domani — mercoledì 7 settembre — nella Capitale arrivi Beppe Grillo per provare a risolvere la questione.
È un vero e proprio braccio di ferro quello in atto a Roma, teatro di polemiche e veleni tutti interni ai 5 Stelle.
Uno scontro cominciato con il vertice che alla Camera ha impegnato il direttorio (composto dai deputati Di Battista, Di Maio, Ruocco, Sibilia e Fico) e il mini direttorio del M5s (Perilli, Taverna, Vignaroli e Castaldo).
Un poker di licenziamenti
E dopo più di dieci ore di riunione dai toni molto accesi ecco arrivare le richieste — anticipate dall’agenzia Adnkronos e confermate al fattoquotidiano.it da fonti interne al M5s — per la sindaca della Capitale: via i fedelissimi e via anche gli assessori finiti al centro delle polemiche.
I fedelissimi sono Marra, vice capo di gabinetto, e Romeo, capo della segreteria politica. Il primo è stato additato come l’autore della lettera inviata all’Anticorruzione che ha poi portato alle dimissioni del capo di gabinetto Carla Maria Raineri.
Il secondo, invece, era citato in una missiva spedita alla Raggi dall’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna, che definiva “intrinsecamente illegittima” la delibera con cui si decideva la sua nomina.
Ma non solo. Perchè il direttorio ha chiesto alla sindaca di ripensare anche alla nomina dell’assessora Paola Muraro.
La titolare all’Ambiente ha detto davanti alla commissione Ecomafie di essere a conoscenza da quasi due mesi dell’ indagine per reati ambientali a suo carico, e così ha fatto anche la stessa sindaca, mentre in passato avevano sempre negato: è così che è deflagrato definitivamente il caos all’interno del Movimento.
Una riflessione alla Raggi è stata chiesta anche sul neo assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis, ufficializzata soltanto due giorni fa, per sostituire il dimissionario Minenna.
L’incarico affidato all’ex magistrato della Corte dei conti è finito al centro delle polemiche dopo i riferimenti fatti dallo stesso De Dominicis, a Pieremilio Sammarco, il titolare dello studio dove ha lavorato la sindaca come avvocato e anche il professore universitario che le ha fatto ottenere nel 2003 il praticantato nello studio Previti (con il quale ha collaborato fino al 2006).
Muraro, un caso anche all’interno del direttorio
Marra, Romeo, Muraro, De Dominicis: sono questi i nomi che i componenti del direttorio vorrebbero vedere cancellati dal governo Capitolino, anche se per il momento le dichiarazioni dei vertici M5s sono caute.
“È un’ipotesi che non smentiamo”, dice Carla Ruocco. “È una delle soluzioni”, spiega Roberto Fico, sottolineando che “la riunione non è finita, è solo sospesa e potrà continuare anche domani è una riunione in fieri”.
Non tutti i componenti del direttorio, infatti, seguono la stessa linea. Se da una parte si chiede di azzerare tutte le nomine scomode, dall’altra ci sono i parlamentari romani Stefano Vignaroli e Paola Taverna che difendono l’assessora Muraro.
Il primo è il grande sponsor della nomina fin dall’inizio (gliel’ha presentata la senatrice Pd Laura Puppato mesi fa) e continua a ritenerla una buona scelta.
Inoltre i due eletti M5s erano informati dell’indagine, così come lo stesso Luigi Di Maio. Il problema è che fin dall’inizio si sono sottovalutate le conseguenze: il sospetto era che Muraro fosse indagata in seguito a una delle tante denunce ricevute dall’ex presidente di Ama Daniele Fortini e quindi la linea è sempre stata quella di aspettare di “vedere le carte”.
Anche ora, nonostante il direttorio chieda un passo indietro della titolare all’Ambiente, si è pronti a trattare perchè fino ad oggi, spiegano, “nessuno sa per che cosa è indagata”.
Di questa situazione non erano a conoscenza nè Beppe Grillo nè Davide Casaleggio.
Grillo domani a Roma. La Raggi resiste al diktat
Dopo aver sentito i componenti del direttorio durante le dieci ore di riunione fiume, domani il comico sarà a Roma, per affrontare di persona il problema e cercare di trovare la mediazione che accontenti tutti e permetta di ripartire.
Una la questione fondamentale che interessa Grillo: la defenestrazione di Marra e Romeo.
Il fondatore del M5s per primo aveva chiesto alla sindaca di rinunciare ai suoi fedelissimi: una richiesta che, in un primo momento, la prima cittadina era pronta ad avallare. Anzi, per la verità , in un primo momento Raggi sembrava disposta ad accettare tutti i quattro punti del diktat del direttorio.
Poi, però, la sindaca — che domani insieme alla giunta incontrerà i consiglieri comunali — ha frenato su ogni fronte: dal siluramento di Marra, che vorrebbe solamente spostare d’ufficio, a quello di Romeo, per il quale potrebbe profilarsi un ridimensionamento del ruolo e dello stipendio.
Sibillino il commento del vice capo di gabinetto a chi gli chiedeva un commento sul suo prossimo licenziamento auspicato dal direttorio: “Chiedete a loro. Prima o poi parlerò anche io”, ha detto, uscendo dal Campidoglio, dove fino a tarda sera la sindaca era chiusa in riunione con gli assessori.
Scontro totale o nuovo azzeramento
Raggi sembra orientata a tenere duro anche sulla defenestrazione dei due assessori, soprattutto dal punto di vista delle modalità : la sindaca, come d’altra parte Vignaroli e Taverna, aspetta di “vedere le carte” sull’indagine a carico di Muraro.
Più in generale Raggi non sembra intenzionata a revocare di sua iniziativa le deleghe all’assessore all’ambiente e a De Dominicis.
Discorso diverso, invece, se i due si dimettessero. A quel punto gli allontanamenti sarebbero quattro: un poker che suona come un vero e proprio azzeramento in Campidoglio.
Il secondo, dato che dalle dimissioni in blocco dell’assessore Minenna, del capo di gabinetto Raineri, dei vertici di Atac e Ama Rettighieri, Brandolese e Solidoro sono passati soltanto cinque giorni: probabilmente i peggiori nella storia del Movimento. Almeno fino ad oggi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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