LA STRATEGIA DI ZINGARETTI, BATTAGLIA SU TASSE E VALORI
“IL M5S NON RIUSCIRA’ A TENERE LA SCENEGGIATA FINO ALLE EUROPEE, SONO PARTITI TROPPO PRESTO”
Nicola Zingaretti è passato al contrattacco. Negli ultimi giorni il segretario del Pd ha deciso di mettere fine una volta per tutte al gioco tutto interno alla coalizione di governo, di presentarsi insieme come maggioranza e opposizione, come veri e propri “reucci delle sceneggiate”.
Un gioco che Lega e, soprattutto, Cinquestelle secondo Zingaretti non riusciranno a tenere fino al 26 maggio. “Sono partiti troppo presto”, è l’idea che circola al Nazareno.
Per fissare una deadline al cortocircuito comunicativo della maggioranza, il leader dem ha dato il via libera ai suoi gruppi parlamentari per mettere a punto la mozione di sfiducia contro il governo, che è stata presentata al Senato, dove gli equilibri numerici sono più precari.
La discussione, scommettono negli ambienti dem a Palazzo Madama, avverrà nella prima metà di maggio, quindi prima delle europee.
Per allora, il voto unitario di M5S e Carroccio ricompatterà certo la maggioranza, ma dimostrerà anche — questo è l’obiettivo del Pd — il bluff degli scontri di questi giorni, sul caso Siri e non solo.
Se il sottosegretario dovesse dimettersi prima, allora la mozione verrà ritirata e i dem potranno intestarsi il risultato, non lasciandolo nelle mani di Di Maio.
La competizione sulla quale scommettono in casa Pd è naturalmente proprio quella con i 5S.
Zingaretti non ha mai nascosto l’obiettivo di recuperare consensi da quella parte e qualche risultato lo ha già centrato.
Lo segnalano i sondaggi, ma soprattutto lo si può vedere nei territori.
“Il campo largo che siamo riusciti a costruire — ha spiegato il segretario dem ai suoi — ci ha messo nelle condizioni di costruire coalizioni unitarie del centrosinistra praticamente in tutti i comuni che vanno al voto. Questo ha messo in difficoltà i Cinquestelle, che infatti si presentano solo in una piccola minoranza di città “. Il 7,4%, per la precisione. Questo, nelle speranze dem, finirà per togliere acqua al loro mulino: “Non esisteranno più le Raggi, i Nogarin, eccetera. Ne risentiranno nelle urne e nella mancanza di ricambi nella classe dirigente”.
Si ricostruisce così dal basso quel bipolarismo che, a livello nazionale, solo una legge elettorale proporzionale continuerà a ostacolare, lasciando spazio al terzo incomodo grillino. “Ma la vera alternativa a Salvini rimarremo sempre di più solo noi”: su questo puntano al Nazareno.
E allora, mentre la sfida con il M5S si gioca in gran parte sul piano dell’attaccamento alle poltrone, della doppia morale che li porta a essere “giustizialisti con gli avversari e garantisti con se stessi”, contro la destra a traino leghista emerge la rivendicazione di valori fondamentali, come l’antifascismo e l’antimafia. Zingaretti non vuole alzare troppo i toni in proposito, non ne farà battaglie di piazza che potrebbero apparire strumentali, ma continuerà a insistere anche nelle prossime settimane sulle “idee gravi e pericolose per il mantenimento della democrazia” del leader del Carroccio.
Nel frattempo, oggi è stato a Castelvetrano, il paese di Matteo Messina Denaro, a sostenere il candidato a sindaco del Pd, già oggetto di intimidazione da parte delle cosche mafiose, e a denunciare “un uso inquietante della vicinanza con i poteri mafiosi sbandierata con troppa disinvoltura”. Domani, invece, parteciperà al corte di Milano per il 25 aprile, stigmatizzando l’assenza alle celebrazioni del Ministro
dell’Interno: “È sempre un bruttissimo segnale, ma lo è in particolar modo questo 25 aprile, quando in Europa si affacciano i nazionalismi. Non dimentichiamoci mai che tutto inizia lì”.
Un altro tema su cui l’atto di accusa rivolto a Salvini da parte del segretario dem è solo all’inizio è quello delle accise sui carburanti.
Anche perchè di una cosa Zingaretti e gli altri dem restano convinti: “Quando cadranno, sarà sull’economia”.
Nel giorno in cui il costo della benzina sfonda il tetto simbolico dei 2 euro sulle autostrade italiane, il leader del Pd ricorda che “uno dei pilastri della destra” era proprio quello della riduzione delle accise e il responsabile comunicazione dem, Marco Miccoli, parla di “Salvini-Tax sugli automobilisti”. L’intenzione è di battere su questo tasto ancora a lungo, così come sui tagli ai servizi sociali e sull’aumento dell’Iva, che scatteranno quasi inevitabilmente con la prossima manovra economica. “Serve una nuova stagione di sviluppo — denuncia Zingaretti — invece è tutto fermo e gli italiani sono bombardati da un diluvio di selfie, sorrisi, battute e fidanzate, e di litigi. Serve una grande battaglia di verità per un passe che è stato tradito”.
(da “Huffingtonpost”)
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