L’ANM ATTACCA NORDIO PER LE PROPOSTE DI RIFORMA DELLA COSTITUZIONE E SULLE INTERCETTAZIONI
“SONO STATE FONDAMENTALI NELL’INCHIESTA QATARGATE”… PER QUELLO LE VOGLIONO TOGLIERE, OVVIO
“Non c’è nulla di liberale nelle riforme costituzionali annunciate dal ministro Nordio”. L’Associazione magistrati, con il presidente Giuseppe Santalucia, va all’attacco del Guardasigilli Carlo Nordio che, a ogni incontro pubblico, ancora ieri, continua ad attaccare le toghe e ad annunciare le future riforme costituzionali, nonché una nuova legge sulle intercettazioni, lo stop a reati come abuso d’ufficio e traffico d’influenza. Via anche la legge Severino.
Di fronte al Comitato direttivo centrale dell’Anm Santalucia non fa sconti a Nordio. E lo boccia a 360 grado sulle riforme annunciate. “Credo che il nostro sistema di garanzie democratiche – dice il presidente delle toghe italiane – non possa fare a meno di azione penale obbligatoria e unità delle carriere: se si toccano questi capisaldi non si fa un riforma in senso liberale, ma si pongono le premesse per un controllo politico sull’azione penale”.
“Non alziamo muri, ma non migliora qualità della giustizia”
Di fronte alla duplice relazione in Parlamento di Nordio, tra Camera e Senato, nonché davanti alle tante interviste ed esternazioni pubbliche, Santalucia replica: “Il ministro annuncia queste riforme, ma dovrebbe dirci quale assetto della magistratura prefigura, cosa immagina dopo aver separato le carriere e aver reso l’azione penale discrezionale”. E ancora: “Lui ci dice che non pensa di condizionare il pubblico ministero alla politica, allora ci dica come lo vuole fare. Perché con un’azione penale discrezionale e un pubblico ministero non più nella giurisdizione, non credo che il pm possa godere dell’autonomia e dell’indipendenza di cui gode ora”.
Non è una dichiarazione di guerra quella di Santalucia, tant’è che aggiunge: “Noi non alziamo muri, non facciamo scontri, ma vogliamo spiegare che queste non sono riforme che aumenteranno la qualità della giustizia”.
Intercettazioni, “attacco a freddo”
Dalle riforme costituzionali – separazione carriere, obbligatorietà dell’azione penale – alle intercettazioni. Su cui, secondo Santalucia, da Nordio è arrivato “un attacco a freddo”. Il presidente dell’Anm ricorda la riforma degli ascolti dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando del 2017-2018 e poi ancora nel 2020 i ritocchi di Alfonso Bonafede che ha fatto entrare in vigore la riforma che distingue tra ascolti rilevanti e irrilevanti, condannando questi ultimi a finire nell’armadio riservato costudito dal solo capo della procura. E da allora, dice Santalucia, “non credo che ci siano stati casi che segnano una lacuna nella normativa, come “è accaduto in passato”. Ma nonostante questo “il ministro Nordio ha ripreso comunque un vecchio tema”.
E poi il paragone delle sue accuse rispetto a quanto sta avvenendo con l’indagine sulle tangenti del Qatar. “Credo che la cronaca di questi giorni – dice Santalucia – con un’indagine che si è giovata fortemente delle intercettazioni, si sia incaricata di smentire l’ordine delle priorità del ministro Nordio”. Dal Belgio, al contrario dell’Italia, “non è arrivato alcun appello all’immunità, bensì una forte collaborazione istituzionale”. Ancora: “Nella drammaticità della vicenda, da lì è arrivata una pagina di collaborazione tra poteri che vorremmo potesse segnare il quotidiano anche in Italia”.
(da La Repubblica)
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