L’ATTESA DI CHIARA APPENDINO E IL SILENZIO DEI BIG M5S CHE SPIAZZA LA SINDACA
I VERTICI NAZIONALI SCELGONO IL SILENZIO … CONTO ALLA ROVESCIA PER GLI AVVISI DI GARANZIA
Delusa, probabilmente no. Forse nemmeno dispiaciuta.
Però è innegabile che Chiara Appendino si sarebbe aspettata di vedere il Movimento 5 Stelle – tutto, non solo gli esponenti torinesi – fare quadrato al suo fianco nei giorni oggettivamente più difficili del suo mandato: l’indagine per falso ideologico sul caso Ream, le dimissioni del capo di gabinetto Paolo Giordana, gli sviluppi dell’inchiesta sul caos in piazza San Carlo durante la finale di Champions League.
Invece è come se il corpaccione romano dei Cinquestelle, i big nazionali, si fossero di dimenticati di Torino, quell’amministrazione elevata a «modello» da Beppe Grillo, Luigi Di Maio e molti altri, considerata una vetrina buona anche per offuscare inciampi e magagne della Roma guidata da Virginia Raggi.
È vero che Torino è sempre stata un’isola a sè, dove i capi del Movimento hanno lasciato piena libertà agli attivisti locali e ad Appendino, senza imporre nomi e scelte.
Ed è vero che il M5S negli ultimi giorni era impegnato nel rush finale della campagna elettorale in Sicilia. Eppure dai suoi esponenti di punta non è arrivata una sola dichiarazione pubblica, un tweet, un messaggio di sostegno e solidarietà . Niente.
La sindaca di Torino si aspettava qualcosa di diverso.
L’ha trovato a casa sua, nei «torinesi», che ancora una volta nella galassia Cinquestelle sembrano dimostrarsi una realtà a parte, autonoma e anomala.
I parlamentari – dalla deputata Laura Castelli al senatore Alberto Airola – si sono fatti sentire e anche vedere. E così hanno fatto i consiglieri comunali, superando le fibrillazioni degli ultimi giorni, esplose con la pubblicazione delle telefonate in cui l’ex capo di gabinetto Giordana chiedeva la cancellazione di una multa presa da un amico su un autobus.
Il Movimento torinese difende la sindaca «assediata e aggredita», denuncia chi «alimenta un clima di paura» e rispolvera il grande complotto: «Speriamo non sia perchè siamo alla vigilia dell’importante appuntamento elettorale in Sicilia». Il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, fedelissimo di Appendino, se la prende con i mass media – «mi fanno venire il vomito» – e serra i ranghi: «Io so che qualcuno spera e sogna di mandarci a casa solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto elettorale. Continuate pure a sperare e sognare».
Si sentono sotto attacco, i Cinquestelle torinesi. Ma gli avversari li stoppano subito: «Versaci sogna un’informazione ridotta a tappetino del M5S. Prendersela con i mass media è un vizio antico dei Cinquestelle», dice Osvaldo Napoli di Forza Italia.
«Sarebbe facile ricordare l’adagio popolare “chi è causa del suo mal pianga se stesso”: non lo faccio, perchè, a differenza loro, io sono garantista con tutti, si tratti dei Cinquestelle o di altri partiti».
Il clima è teso da giorni ma si è fatto incandescente ora che l’inchiesta sulla tragica notte di piazza San Carlo è arrivata a un punto decisivo.
Testimonianze, relazioni e documenti acquisiti in cinque mesi di lavoro hanno permesso alla procura di ricostruire la catena delle responsabilità .
Che sono vaste e coinvolgono esponenti di vari livelli delle istituzioni locali: Comune, questura, prefettura, organi di vigilanza.
(da “La Stampa”)
Leave a Reply