“L’AVANTI” TORNA AI SOCIALISTI DOPO LA TRUFFA DI LAVITOLA
CESSIONE A TITOLO GRATUITO DEL QUOTIDIANO DIRETTO DAL FACCENDIERE LATITANTE… IN QUESTI ANNI LAVITOLA HA INCASSATO 21 MILIONI DI EURO DEI FONDI DELL’EDITORIA GRAZIE ALLA TRUFFA SULLA TESTATA DEL GLORIOSO QUOTIDIANO SOCIALISTA
”Ci siamo ripresi l’Avanti!”, esclama Riccardo Nencini, segretario del Partito Socialista.
”Questa notizia allontana dal giornale quei nomi squalificati e indegni”, gli fa eco Maria Chiara Acciarini, ex senatrice del Pd ed ex sottosegretario alla famiglia nel secondo governo Prodi: suo nonno, Filippo Acciarini, ferroviere umbro vissuto per una vita a Torino, fu il direttore dell’Avanti clandestino in esilio, prima di morire nel campo di concentramento di Mauthausen.
Per una curiosa coincidenza la stagione berlusconiana si chiude con un furto d’eredita’ sanato, appunto, dopo 17 anni: con un atto di “cessione politica della testata” a titolo gratuito, firmato il 4 novembre scorso dal liquidatore del Psi, Francesco Spitoni e dal tesoriere-legale rappresentante del Ps, Oreste Pastorelli viene ceduta ” irrevocabilmente e in via esclusiva la proprietà , anche morale”, compresa la denominazione e la veste grafica, della testata “Avanti” proprio al Partito socialista.
La cessione smaschera la truffa di Walter Lavitola, un’operazione messa in piedi con Sergio De Gregorio degna di un film di Toto’, che nel corso di pochi anni gli ha fruttato oltre 21 milioni di euro dei fondi dell’editoria, raccolti grazie ad una L e ad un apostrofo apposti abusivamente sulla gloriosa testata, finita, nel 1994, nel calderone del fallimento del Psi.
Registrata la nuova pubblicazione, L’Avanti, uguale nella grafica allo storico quotidiano, Lavitola comincia a lavorare di bianchetto e in poche settimane sparisce prima la L e poi, magicamente, anche l’apostrofo.
E per completare il clamoroso falso, compare, sul frontespizio, la frase ”Quotidiano socialista dal 1896”.
”Lavitola? E’…spaventoso, non mi viene altro in mente, fa impressione vedere l’ Avanti come oggi e’ rappresentato da questo ex direttore che porta nel fango un nome di questo genere”, dice la senatrice Acciarini, nipote del direttore dell’Avanti in esilio, durante il fascismo.
Tra i due direttori ”in esilio” (Lavitola latitante, Acciarini perseguitato dai fascisti) corrono anni luce.
L’ uno, avventuriero massone amico di Berlusconi, trasportato come un nababbo dalla corrente del potere occulto e sottotraccia di questo Paese fin dentro il cuore dei vertici delle istituzioni, l’altro militante socialista antifascista che non ebbe neanche il tempo di vedere l’ultima copia del ”quotidiano del partito socialista italiano di unita’ proletaria” dal titolo ”O vivremo del lavoro o pugnandosi morra”’, fresco di stampa dalle macchine di una tipografia clandestina torinese, perche’ fu arrestato nel marzo del ’44 e deportato a Fossoli e poi a Mauthausen, dove mori’. Due mondi opposti, ”il bianco e il nero”, come dice la senatrice Acciarini, e quella di suo nonno e’ stata ”proprio il contrario di queste vite (di Lavitola e dei suoi amici, ndr) dedite esclusivamente al conseguimento di un risultato economico”.
”Per mio nonno L’Avanti e’ stata la sua vita — racconta – appena ha potuto l’ha fatto rinascere: dell’ultima edizione ne e’ rimasta una sola copia, quel giorno del marzo ’44 lui doveva andare a ritirare le copie fresche di stampa, ma rimase vittima di una soffiata e fu arrestato. Terrorizzato da quella merce scottante, il tipografo distrusse tutte le copie, tranne una, finita nelle mani di compagni del partito socialista di unita’ proletaria che, anni dopo, me la consegnarono”.
Oggi la senatrice conserva la memoria del nonno e dice: ”Leggere di Lavitola fa male, e’ drammatico, fa impressione: ho sofferto molto, ma avrei sofferto di piu’ fossi stata piu’ coinvolta anch’io nella vicenda del partito socialista, da cui ho preso le distanze quando Craxi sostitui’ Di Martino”.
Leonida Bissolati, Pietro Nenni, Riccardo Lombardi, Sandro Pertini, Antonio Ghirelli, furono tutti direttori de L’Avanti prima che un faccendiere massone ne deviasse la storia su un binario giudiziario.
Per la truffa allo Stato oggi Lavitola e’ indagato dai pm di Napoli, e il coordinatore della segreteria Psi, Marco Di Lello annuncia la costituzione di parte civile.
”Il falso de “L’ Avanti” è stato possibile proprio perchè il vero “Avanti” era bloccato — conclude Nencini — ma ora e’ diverso, Lavitola è avvertito: ”Se dovesse provarci non esiteremmo un istante a trascinarlo in tribunale”.
Giuseppe Lo Bianco
(da “La Repubblica“)
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