LAVORATORI AUTONOMI, IN DUE ANNI PERSI 503.000 POSTI: 241.000 PARTITE IVA, 110.000 CO.CO.CO., 72.000 ARTIGIANI, 83.000 COLF
SECONDO I DATI ISTAT, PERSI IN DUE ANNI L’8,1% DEI POSTI DI LAVORO DEI LAVORATORI INDIPENDENTI: IL 51% AL NORD, IL 14,3% AL CENTRO, IL 34,59% AL SUD….CRESCONO SOLO DI 26.000 UNITA’ I LIBERI PROFESSIONISTI
Ci sono anche delle vittime silenziose in Italia, in seguito alla crisi economica internazionale che ha colpito l’economia mondiale: sono quelli che l’Istat definisce “lavoratori indipendenti” per distinguerli da da quelli con posto fisso che almeno godono del paracadute parziale della cassa integrazione.
Per questa categoria “silenziosa” che ha pochi strumenti per farsi valere e sentire, la perdita di posti di lavoro è stata, in due anni e mezzo, di ben 503.000 unità .
Nella contabilità vanno annoverati gli imprenditori individuali, ovvero i piccoli commercianti ed artigiani, il popolo delle partite Iva, ovvero coloro che lavorano in proprio nei servizi, i collaboratori domestici, i soci di cooperative di lavoro e i co.co.co. (giovani collaboratori senza garanzie).
La crisi ha colpito soprattutto il Nord, dove i lavoratori indipendenti hanno rispettivamente perso 126.000 posti nel nord est e 130.000 nel nord ovest, pari al 25% del totale.
Segue poi il Sud con una perdita di 174.000 unità lavorative, pari al 34,5% del totale, mentre il Centro conta una riduzione di 73.000 posti di lavoro, pari al 14,5%.
Ma quali categorie di lavoratori indipendenti ha subito maggiormente le conseguenze della crisi?
Chi ha pagato di più è il popolo delle partite Iva, ufficialmente autonomi che lavorano nel ramo dei servizi, ma spesso inquadrati con partita Iva solo per comodo e quindi di fatto “dipendenti”: hanno perso 241.000 unità lavorative. Massacrati anche i co.co.co. , giovani collaboratori non dipendenti ma funzionali alle aziende: sono 110.000 le vittime.
Rilevante anche la contrazione di posti nel settore delle microimprese, ovvero quelle piccole attività commerciali ed artigianali che hanno la forma giuridica dell’impresa individuale e pagano l’Irpef.
Hanno chiuso i battenti in ben 72.000, pari al 14,3% del totale di addetti.
A loro vanno ad aggiungersi ancora 83.000 colf (-16,5%), 21.000 soci coop (-4,1%) e 3.000 prestatori occasionali d’opera.
L’unico settore in leggero aumento è quello dei liberi professionisti che hanno avuto un incremento di 26.000 unità (+ 5,1%).
Tutti settori dove gli aiuti statali, in caso di crisi, sono stati inesistenti o irrisori. Eppure si tratta di mezzo milione di lavoratori italiani, abbandonati a se stessi che non fanno notizia o non meritano attenzione, neanche da parte di quei partiti che a parole avrebbero dovuto rappresentarli.
E poi qualcuno si chiede le cause dell’astensionismo elettorale che ha colpito il centrodestra…
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