LO SVUOTACARCERI FINISCE NEL RIDICOLO: LA LEGA ORA PUO’ FAR FINTA CHE SIA CAMBIATO QUALCOSA
NON SARA’ PIU’ AUTOMATICO CHE L’ULTIMO ANNO DI PENA SI POSSA SCONTARE A DOMICILIO, DECIDERA’ IN TAL SENSO IL GIUDICE: COSI’ SI SALVA LA FACCIA DA “DURI E PURI” E NON CAMBIA LA SOSTANZA DEL “TUTTI A CASA”….LA LEGA CEDE PURE SUI CLANDESTINI CHE NON POTRANNO ESSERE INCARCERATI NEI CIE….IL LEGHISTA BRIGANDI’ (CHE E’ SEMPRE LI’) PARLA GIUSTAMENTE DI OSTI
Certo che la classe politica italiana ha la capacità , grazie anche ai media amici, di far passare dei provvedimenti che si pensano invisi all’opinione pubblica in generale e al proprio elettorato di riferimento in particolare, modificando una virgola nella forma e lasciando inalterata la sostanza, per poi ergersi a “inflessibili tutori della legalità “.
Nella fattispecie parliamo del provvedimento “svuotacarceri”, voluto dal ministro Alfano per cercare di non far esplodere il sistema penitenziario italico: siamo arrivati a quasi 66.000 detenuti su una capienza omologata di 46.000.
Dato che le nuovi carceri costruite in due anni e passa di governo sono pari a zero, nonostante le promesse, dato che di far scontare la pena ai detenuti stranieri negli Stati di origine non se ne parla, nonostante le dichiarazioni di intento, dato che, neanche per i piccoli reati è stata ipotizzata la immediata espulsione come indesiderati di quegli stranieri condannati in via definitiva, alla fine ci si è ritrovati gli istituti di pena colmi all’inverosimile, vergogna occidentale per come sono costretti a vivere, in meno di un metro quadro a testa, migliaia di detenuti.
Per non parlare di quelli ancora in attesa di giudizio che un domani potrebbero essere pure riconosciuti innocenti, ma aver dovuto vivere in condizioni disumane per mesi o anni per la lentezza della macchina giudiziaria italiana.
In fondo la proposta di Alfano era semplice e il 13 gennaio in Consiglio dei Ministri l’avevano votata tutti (Lega compresa) all’unanimità : chi doveva scontare l’ultimo anno di pena avrebbe potuto farlo agli arresti domiciliari e amen.
Ma a quel punto la Lega ha fatto il solito gioco: a Roma conta la poltrona, in periferia il giro da osteria.
E dato che qualcuno aveva cominciato a parlare di indulto mascherato, ecco la Lega “dura e pura” che cambia idea e cerca di cavalcare anche gli aspiranti boia.
Per salvare le carceri, ma soprattutto la faccia, ecco la soluzione uso pirla: con tre emendamenti in Commissione giustizia si cancella l’automatismo per cui ai detenuti cui resta un anno di pena era concesso di scontarla a domicilio.
Penserete: allora restano in carcere?
No, escono lo stesso tutti, ma la decisione sarà demandata al magistrato di sorveglianza che dovrà valutare caso per caso, anche in base all’idoneità del domicilio.
Dato che l’imput sarà quello di concederlo, ve lo immaginate un magistrato che neghi tale concessione? Forse sulla base se nel domicilio eletto vi sono o meno i doppi servizi?
Siamo nel ridicolo, all’ipocrisia conclamata.
Erano esclusi dal beneficio già prima i condannati per reati di mafia e terrorismo, ed esclusi restano, non cambia nulla.
Potrà essere negata solo “quando vi sia la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga o commettere altri delitti”, ovvero mai.
Ve lo immaginate il magistrato che chiede: “Scusi lei ha intenzione per caso di scappare o di commettere altri reati in questo anno?”.
Oltre al domicilio, la norma giustamente prevede che la pena si possa scontare in altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza”.
Sparita la norma che stava a cuore alla Lega, ovvero che i clandestini fossero incarcerati nei Cie.
Ma vedrete che di questo la Lega non dirà nulla al proprio elettorato.
La sospensione della detenzione con la messa in prova è stata stralciata e sarà oggetto di provvedimento a parte.
Poi ecco un’altra perla: “il governo si impegna all’adeguamento degli organi della polizia penitenziaria per fronteggiare l’emergenza”: peccato non vi sia un euro a bilancio e che resterà una dichiarazione di intento uso pirla.
Piccolo inciso: saranno liberati 11.000 detenuti, per controllare i quali al domicilio eletto necessiterebbero 33.000 agenti (devono essere in tre) , e i sindacati di polizia hanno già fatto sapere che non hanno gli uomini per eseguire altri controlli (attualmente 3.500).
Grazie ai 3 miliardi di tagli alle forze dell’ordine, opera di Maroni e compagni di merende.
Ma chiudiamo con una nota umoristica: il deputato leghista Matteo Brigandì che un mese fa si era dimesso (per finta) da parlamentare “perchè è tempo perso e non serve a nulla”, ma che è sempre ancorato al suo remunerato posto, ha ieri sostenuto: “Non si parla più di prendere i detenuti e portarli a casa: Ora bisognerà fare i conti con l’oste”.
Tutti a chiedersi: chi sarà mai questo oste, forse uno dei gestori delle osterie frequentate dai capi leghisti sul territorio?
Macchè, lo spiega Brigandì (deputato inquisito, tra l’altro) : “L’oste sono i magistrati”.
Ma come, è una vita che dite che i magistrati sono di sinistra e permissivi, che liberano subito i clandestini e ora, per giustificarvi, vi appellate a quei magistrati che avete sputacchiato fino a ieri?
Insomma, sarà anche uscita una leggina equilibrata e avrà vinto lo “stato di necessità “, ma qualcuno ha certamente perso la faccia.
Nel prossimo cast di “Scherzi a parte” lo stato maggiore leghista può giustamente pretendere una congrua presenza.
Con relativo gettone, altrimenti non si muovono.
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