LE MANI DI FRATELLI D’ITALIA SUL TURISMO
LA RETE DEGLI ASSESSORI PIAZZATI DA LOLLOBRIGIDA PER GESTIRE 5 MILIARDI
Non è tanto una passione, ma un’ossessione. E si chiama “turismo”. Inteso non come semplice refrain sul “comparto chiave del Belpaese”, ma proprio come poltrone, gestione di finanziamenti e potere. Il cerchio magico di Giorgia Meloni da “anni si concentra su questo settore della Pubblica amministrazione”, ripetono tutti gli addetti ai lavori. E sono due gli uomini chiave che da tempo tessono la rete dal ministero agli assessorati regionali: Francesco Lollobrigida, il cognato-braccio destro della presidente del Consiglio, e il responsabile Turismo di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna, deputato al secondo mandato e superblindato.
Grazie a questi volti FdI al governo si trova già una base salda nel comparto, dall’Enit a diverse regioni di peso, dalla Lombardia alla Sicilia, in un’unica filiera che ha messo occhi e mani in quello che nella Pubblica amministrazione, e nei partiti, viene considerato un bancomat ideale per ottenere consenso immediato: finanziando eventi, sagre, manifestazioni, e tenendo rapporti diretti in settori economici molto popolati, dai 7 mila balneari ai 32 mila albergatori. Ma soprattutto il turismo muove cifre da capogiro tra i fondi pubblici: 3 miliardi di euro di progetti per la coesione territoriale, 2,5 miliardi di euro del Piano di ripresa e resilienza. Soldi spendibili in maniera veloce e spesso senza gara, come si sta scoprendo in Sicilia con lo scandalo delle missioni della Regione in terra francese per il festival del cinema di Cannes, per le quali sono stati impegnati 6 milioni di euro per mostre ed eventi tra i governi di Nello Musumeci, meloniano di ferro premiato con il ministero – inventato su due piedi – della Protezione civile e del mare, e di Renato Schifani, che annuncia però adesso lo stop, anche perché sulle spese targate Fratelli d’Italia ha acceso i riflettori la procura di Palermo. Ma quello che si è scoperto in Sicilia, in un assessorato gestito prima da Manlio Messina, fedelissimo di Lollobrigida, e adesso da Francesco Scarpinato, altro uomo di fiducia del cognato più potente d’Italia, è solo la punta dell’iceberg della rete di FdI.
In questi anni a qualsiasi governatore del centrodestra che ha vinto le elezioni Lollobrigida ha chiesto in giunta la delega al Turismo, piazzando nomi a lui graditi. In Lombardia è stata nominata nella giunta Fontana Lara Magoni, ex sciatrice della Valanga rosa. Nelle Marche il governatore Francesco Acquaroli ha tenuto la delega al Turismo per sé. In Calabria la forzista Jole Santelli aveva dato il comparto a Fausto Orsomarso, confermato nei primi mesi anche dal successore Roberto Occhiuto. In Liguria Giovanni Toti ha dato la delega al meloniano Gianni Berrino, adesso sostituito da un dirigente ligure sempre di FdI, Augusto Sartori, che appena nominato ha subito firmato un comunicato stampa ossequioso e riverente per ringraziare Meloni, Ignazio La Russa e Lollobrigida.
Ben tre assessori regionali in casa FdI sono stati promossi in Parlamento alle elezioni dello scorso autunno: tutti quelli che avevano la delega al Turismo, e cioè Messina, Berrino e Orsomarso. La rete meloniana sul turismo si è chiusa poi piazzando prima nel board dell’Enit, l’ente nazionale del turismo, Sandro Pappalardo, ex generale dell’esercito per un breve periodo assessore nella giunta Musumeci, e dopo Daniela Santanché alla guida del ministero.
Ma c’è un nome che Lollobrigida ha voluto per avere occhi ovunque nel comparto: il deputato Gianluca Caramanna, ex manager in catene alberghiere, come il gruppo Hotel Domus, e da anni responsabile turismo di FdI. Caramanna è consulente della ministra Santanché, ma era già consulente anche nelle giunte di Musumeci in Sicilia e di Acquaroli nella Marche, dove di fatto fa l’assessore avendo il governatore mille incombenze. Ancora, è stato consulente fino a luglio della Liguria con la “delega a rappresentare l’assessore nei rapporti con le associazioni nazionali di categoria del settore”, ed è stato perfino con un piede nella regione Lazio amministrata dal dem Nicola Zingaretti come componente dell’osservatorio sul turismo.
Una rete vasta e profonda, quella messa in piedi dagli uomini di Giorgia Meloni. Oggi non c’è operatore del settore che non abbia a riferimento un volto meloniano. A partire da chi bussa alle porte della politica per avere finanziamenti per gli eventi organizzati in giro per il Paese. Anche per mostre da milioni di euro dal dubbio ritorno di immagine per l’Italia, oppure per piccoli eventi che costano poche migliaia di euro e creano consenso sul territorio. E forse non solo questo.
(da La Repubblica)
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