LE NORME ANTIFANNULLONI ABROGATE IN SILENZIO: LA FARSA DI BRUNETTA E’ FINITA
CON LE LEGGE 102/2009 IL GOVERNO SI E’ RIMANGIATO LE NORME ANTIFANNULLONI NELLA P.A…. C’ERA IL RISCHIO CHE FOSSERO DICHIARATE ANTICOSTITUZIONALI E SI E’ DECISO IL DIETROFRONT… COME MAI LA NOTIZIA NON E’ STATA DATA DA BRUNETTA CON LA STESSA GRANCASSA MEDIATICA?
Per la serie “non c’è mai limite al peggio” è andato silenziosamente in onda, senza spot e annunci mediatici, trombette e pifferai, un logoro film vintage cui non eravamo abituati neanche nella prima Repubblica.
Ricordate le casse acustiche a tutto volume con cui il governo e Brunetta ci aveva rotto i timpani un anno fa, annunciando la “rivoluzione nella Pubblica Amministrazione”?
Ricordate i proclami “Basta coi fannulloni, potere a chi lavora” ?
Ricordate i richiami alla meritocrazia e le misure antiassenteismo, come le indennità di malattia ridotta e la reperibilità per malattia estesa a tutto il giorno?
Bene, scordatevele, nessuno ve lo ha detto, ma sono state abrogate per legge da Brunetta.
Dalla rivoluzione alla restaurazione, come nella migliore tradizione storica dei nostri avi.
Con un decreto legge pubblicato l’1 luglio, diventato recentemente la legge n. 102/2009, è stata, infatti, abrogata la normativa “antifannulloni” varata l’anno scorso dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che prevedeva disposizioni restrittive per gli impiegati pubblici, tra le quali un’indennità di malattia ridotta e una fascia di reperibilità per i dipendenti in malattia estesa praticamente a tutta la giornata ( unica ora d’aria prevista dalle 13 alle 14).
Ora si ritorna all’antico quindi: le fasce orarie di reperibilità sono tornate ad essere due di due ore ciascuna, la certificazione medica è stata nuovamente affidata al medico convenzionato e sono state abrogate alcune delle norme che prevedevano penalizzazioni economiche.
A questo punto è lecito chiedersi perchè quando queste norme sono state introdotte lo si è fatto con gli spot sui media, tuonando contro i dipendenti pubblici assenteisti, e ora che si fa dietrofront Brunetta non ha detto nulla?
Secondo i sindacati il motivo sta nel fatto che il provvedimento avrebbe potuto essere dichiarato incostituzionale, frutto di un accanimento eccessivo, sotto pressione dell’opinione pubblica, e quindi il ministro ha preferito evitare di andare incontro a un annullamento dello stesso.
Insomma “tanto rumore per nulla”, sarebbe il logico commento, se non fosse che Brunetta e il governo su quelle norme hanno costruito per mesi la loro fortuna politica.
Gli italiani avevano percepito l’intenzione del ministro di dare una regolata a certi settori della Pubblica Amministrazione in preda al lassismo, ma senza mai andare a colpire gli alti vertici, da cui nasce il cattivo esempio.
Forte coi deboli e debole coi forti, come sempre.
Prendersela con tutti i dipendenti e creare un clima a loro ostile, avrà portato consensi e voti, ma sicuramente non ha reso un buon servizio all’Amministrazione pubblica, anche perchè occorre far seguire i fatti alle parole.
Le situazioni segnalate e sospette necessitano dell’intervento di ispettori, verifiche di persona, accertamenti reali, altrimenti ci saranno sempre dirigenti disonesti, prima ancora che dipendenti fannulloni.
Se invece si vuol solo fare propaganda a buon mercato tutto va bene, anche gli annunci che non hanno seguito e che l’anno dopo vengono smentiti.
Ma allora non ci si erga a “moralizzatori”, ci si accontenti di una particina da comico e intrattenitore del pubblico in sala.
Perchè poi le parole senza fatti si ritorcono contro chi le ha pronunciate.
E se qualcosa nella Pubblica Amministrazione non funziona e va debellata sono i concorsi taroccati, le nomine di favore, le raccomandazioni politiche, chi fa carriera sotto le scrivanie, chi distribuisce consulenze inutili.
Ma debellare tutto questo non conviene mai a nessuno, chissà perchè.
Leave a Reply